Vita Chiesa
Lourdes, la grotta dove tutti si sentono a casa
A dire poco, sia mia madre che il sottoscritto rimanemmo come incantati da quanto vedemmo ma soprattutto per quanto vivemmo in quei giorni. Per mia mamma fu quello l’unico pellegrinaggio che portò sempre nella sua memoria fino alla morte, per me invece Sto per effettuare il mio centesimo pellegrinaggio a Lourdes; e questo sarà alla fine del mese di settembre nell’ambito del grande pellegrinaggio nazionale Unitalsi che, come tutti gli anni, vedrà oltre diecimila partecipanti.
Dico subito che per me arrivare a Lourdes è come arrivarci per la prima volta, tanto che quando riparto penso già al giorno in cui vi ritornerò. Vorrei scusarmi se oso dire che, se il Signore vorrà, desidero tornarci ancora. Se mi si chiede che cosa trovo in questa città per esserne così innamorato dico subito che qui trovo cose che altrove non ho trovato, eccezion fatta per la Terra Santa, ma per motivi diversi.
Rifacendomi anche a quanto tante volte ho udito da pellegrini di varie estrazioni, a Lourdes si vive come se si fosse in uno spaccato di paradiso. Quante volte ho sentito espressioni di questo genere: qui il divino si tocca quasi con mano! Vi si respira un’aria di vera pace. Tutti ci sentiamo come a casa propria, come in famiglia. Si parlano varie lingue, si vedono fogge di vestiti diverse, ma l’uno si sente come fratello di colui che ha a fianco e che magari vede per la prima volta. Mi è capitato talvolta di domandare a vari pellegrini: «ma ti sembra di essere all’estero?» e sentirmi rispondere: «ma qui è come se fossi al mio paese». Davvero qui vi è per chi si lascia prendere dal vero spirito del pellegrinaggio, un misterioso linguaggio silenzioso che ci fa sentire tutti uniti.
A questo spirito di unità abbiamo avuto modo di riflettere in modo particolare lo scorso anno, quando ci fu proposto come tema di riflessione per preghiere e per catechesi proprio questo tema: «un popolo di tutte le nazioni». Tutto questo credo debba attribuirsi alla funzione materna di Maria, che ci fu regalata come madre da Gesù morente sulla croce. Non è del resto quello che le «vere» mamme fanno in tutte le famiglie: tenere uniti tutti i membri; e Maria è la madre perfetta! E ci vuole radunati nel nome del suo figlio Gesù.
Del resto quale è il punto focale verso il quale il pellegrino, e non il curioso che arriva a Lourdes solo per vedere, deve rivolgersi una volta giunto al santuario? È pur vero che il richiamo ad arrivare a questa città è nato dal fatto delle apparizioni della Vergine Maria alla pastorella Bernadette Soubirous (la prima il giorno 11 febbraio 1858), ma questo perché qui Maria doveva come assolvere al suo compito specifico di «avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice» conforme a quanto di Lei afferma il Concilio Vaticano II (L.G. n.62).
Quanto detto mi sembra che ben ci ricordi il mosaico dell’abside della basilica del Rosario. Vi è rappresentata la Madonna che si protende in avanti come ad accogliere tutti sotto il suo grande manto; vi si legge questa scritta «per Maria a Gesù». E infatti è Lei che ci invita all’Eucaristia: quante celebrazioni eucaristiche alla grotta delle apparizioni, nelle varie basiliche in varie lingue. Fra queste vorrei ricordare la Messa internazionale che si celebra nella basilica sotterranea due volte alla settimana, alla quale partecipano migliaia di persone di varie nazioni diverse, dopo la quale si arriva processionalmente alla grotta per la recita dell’Angelus, la preghiera che vuol ricordare il mistero della Incarnazione del Figlio di Dio fatto uomo (la Sua passione e morte siamo invitati a ricordare con la Via Crucis, che si svolge in maniera solenne e devota lungo la montagna al di sopra della grotta stessa). Né va dimenticata la processione eucaristica che ogni pomeriggio si snoda dalla tenda dell’adorazione, dove fin dal mattino è esposto il SS. Sacramento, per arrivare alla basilica sotterranea ancora per momenti di adorazione e per la benedizione agli ammalati.
A proposito di ammalati mi piace ricordare che qui a Lourdes sono oggetto di grande attenzione e considerazione; hanno la precedenza su tutti. Anche in questo caso si può vedere come si avvera la profezia di Maria in quel cantico che è il Magnificat (Lc 1, 47-55). La presenza degli ammalati ci richiama alla nostra fragilità umana, a riflettere sul grande valore della vita, al doveroso ringraziamento per tutto quanto Dio ci dona. Che lezione gli ammalati ci danno! Ecco perché mi permetto di dire che il pellegrinaggio che maggiormente influisce sulla vita spirituale è quello fatto insieme agli ammalati. In un contesto simile si evita di ridurre talvolta, certo non sempre, un viaggio a Lourdes come ad una meta di turismo, magari cui si aggiunge l’aggettivo religioso.