Vita Chiesa

Martedì 12 marzo inizia il Conclave

La Messa e la processione. Martedì prossimo, il Conclave inizierà con la Messa “Pro Eligendo Romano Pontifice”, nella basilica di san Pietro – aperta a tutto il “popolo di Dio” – cui seguirà nel pomeriggio la processione solenne dei 115 cardinali elettori dalla Cappella Paolina alla Cappella Sistina, passando attraverso la Sala Regia: in abito corale e secondo l’ordine di precedenza, i cardinali elettori intoneranno il canto del “Veni creator Spiritus”, per invocare la protezione dello Spirito Santo. Una volta giunti nella Cappella Sistina, dopo la lettura ad alta voce da parte del cardinale Giovanni Battista Re, il primo per ordine di anzianità, i 115 cardinali elettori pronunceranno il giuramento formulato al n. 51 della “Universi Dominici Gregis”. La meditazione e l’“extra omnes”. Dopo che l’ultimo cardinale avrà prestato giuramento, il cardinale Prosper Grech pronuncerà la seconda delle due meditazioni previste dalla Costituzione, circa “il gravissimo compito loro incombente e sulla necessità di agire con retto intendimento per il bene della Chiesa universale”. Si tratta di una delle due meditazioni previste dalla Costituzione apostolica di Giovanni Paolo II: a tenere l’altra, prima dell’inizio delle Congregazioni generali del Collegio cardinalizio, è stato il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. Poi sarà intimato dal maestro delle Celebrazioni Liturgiche, monsignor Guido Marini, l’“extra omnes”, e gli estranei al Collegio dovranno lasciare la Sistina.

75° Conclave. Quello che si aprirà martedì 12 marzo prossimo nella Cappella Sistina è il 75° Conclave della storia della Chiesa, il 51° che si svolge in Vaticano (il primo fu nel 1159).

Ad eleggere il nuovo Romano Pontefice saranno 115 cardinali. Con il termine «Conclave» si vuole intendere, in materia canonica, sia il luogo chiuso dove i cardinali si riuniscono per eleggere il Sonno Pontefice, sia l’assemblea stessa dei cardinali che si sono «rinchiusi», che la procedura seguita per l’elezione.

A normare per ultimo i lavori del Conclave è stato, dopo papa Giovanni Paolo II con la Costituzione apostolica «Universi Dominici Gregis», lo stesso papa Ratzinger con due Motu proprio, uno dell’11 giugno 2007 e l’altro, recentissimo, del 25 febbraio scorso (testo).

Ad eleggere il nuovo papa è il collegio dei cardinali e quei porporati che, dal giorno della Sede Vacante, non abbiano compiuto gli ottanta anni di età. Le norme sul Conclave insistono molto sulla segretezza del voto e si afferma come, al di là dei luoghi più direttamente deputati all’elezione, come la Cappella Sistina, la residenza dei cardinali nel palazzo di Santa Marta e gli ambienti per le celebrazioni liturgiche, vigilate strettamente nel tempo del Conclave (“cum clave”), l’intero territorio della Città del Vaticano, come pure gli uffici al suo interno, debbano essere disposti in modo tale da assicurare la massima riservatezza delle votazioni. Le autorità competenti per assicurare la chiusura al mondo esterno di tali ambienti sono il Cardinale Camerlengo e il sostituto della Segreteria di Stato. Una riservatezza che si esplicita nell’astensione da qualsiasi comunicazione con l’esterno per i cardinali elettori. Cardinali elettori che, il primo giorno scelto per l’inizio del Conclave, si riuniscono nella Basilica di San Pietro al mattino per la solenne celebrazione eucaristica con la messa votiva “pro eligendo Pontifice”. Nel pomeriggio stesso, quindi, con una processione solenne e invocando lo Spirito Santo, si recano per la prima volta nella Cappella Sistina che ospiterà le voltazioni.

Qui i cardinali vengono privati di qualsiasi strumento di comunicazione con l’esterno e prestano il giuramento secondo la formula di rito. Concluso il giuramento, il Maestro delle Celebrazioni liturgiche del papa, in questo caso mons. Guido Marini, intima “l’extra omnes” con il quale tutti gli estranei al Conclave dovranno uscire dalla Cappella Sistina. Sarà, quindi, il cardinale decano (in questo caso il card. Angelo Sodano) a chiedere se si possa procedere all’elezione o se vi siano ancora dubbi da chiarire circa la procedura prevista dalla Costituzione. Per quanto riguarda l’elezione del Romano Pontefice è stabilito che questa avvenga per votazione con una maggioranza dei due terzi dell’insieme dei cardinali elettori presenti.

L’elezione vera e propria si svolge in tre fasi successive: il pre-scrutinio, lo scrutinio e il post-scrutinio. Il pre-scrutinio comprende la preparazione e la distribuzione delle schede per la votazione, e l’estrazione a sorte tra i cardinali di tre scrutatori. Lo scrutinio vero e proprio, invece, comprende la deposizione delle schede votate nell’urna, il conteggio e lo spoglio. La norma canonica prevede che ogni cardinale elettore porti la scheda all’altare tenendola sollevata in modo visibile, la deponga su un piatto sopra l’urna di raccolta, pronunci il giuramento, deponga la scheda sul piatto e con questo la introduca nell’urna. Il post-scrutinio, invece, rappresenta la terza ed ultima fase dell’elezione e comprende il conteggio dei voti ed il controllo. è in questa fase che è prevista anche la famosa “fumata” con il bruciamento delle schede.

Nel primo giorno di Conclave si potrà già votare e successivamente sono in programma due votazioni sia al mattino che al pomeriggio. Dopo tre giorni senza esito (12 o 13 scrutini se si vota il primo giorno), gli scrutini verranno sospesi per un giorno di riflessione e preghiera e poi si procederà di nuovo a 7 scrutini. Se anch’essi saranno senza esito, dopo una nuova pausa, si procederà ancora fino a che al 33.mo, o 34.mo se si è votato il primo giorno, si andrà al ballottaggio tra i due cardinali che hanno ottenuto più voti nell’ultimo scrutinio. Entrambi però non potranno votare: ci sarà l’elezione del nuovo Papa solo in caso di maggioranza qualificata di almeno due terzi di suffragi dei cardinali “presenti e votanti”.

Kasper il più anziano. É il cardinale tedesco Walter Kasper con i suoi 80 anni compiuti il 5 marzo scorso il più anziano dei porporati elettori che entreranno in Conclave. Il presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani è dunque riuscito a mantenere la carica di elettore nonostante il limite d’età ad 80 anni previsto dalla «Universi Dominici Gregis» di Giovanni Paolo II. Kasper ha compiuto gli anni qualche giorno dopo l’inizio della sede vacante (28 febbraio) dunque entra di diritto nel Collegio dei cardinali elettori. Il secondo più anziano è invece il cardinale Severino Poletto (80 anni), Arcivescovo emerito di Torino seguito dal messicano Juan Iniguez Sandoval. Conduce la schiera dei cardinali dai 70 anni in giù il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco seguito dal card. Domenico Calcagno e il francese Jean-Louis Tauran. Sono ben 5 i cardinali sotto la soglia dei 60 anni: l’olandese Willem Jacobus Eijk, i tedeschi Reinhard Marx e Rainer Maria Woelki e il filippino Luis Antonio Tagle. Il più giovane cardinale elettore è, invece, l’indiano 53enne Baselios Cleemis Thottunkal Arcivescovo Maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India), nato il 15 giugno 1959 a Mukkoor, (Mallapally), nell’arcieparchia di Tiruvalla, nello Stato del Kerala.