Vita Chiesa

Migrazioni: mons. Schiavon (Migrantes), occasione di promozione umana

«L’immigrazione non è un problema semplice: è una questione che evoca forti passioni e dibattiti di sicurezza nazionale, economica, legali, sociali; ma coinvolge anche la dignità fondamentale e la vita della persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio». Lo ha detto oggi pomeriggio mons. Paolo Schiavon, presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Migrantes, aprendo i lavori del convegno nazionale della Fondazione. Parlando agli operatori pastorali impegnati nelle diocesi e nelle Missioni cattoliche italiane in Europa, il vescovo ha ricordato che il «principio fondamentale» che «guida il vostro cammino è il principio della prossimità, dell’incontro, del buon samaritano che non si ferma a considerare quali sono le leggi e le convenienze, bensì aiuta i fratelli in difficoltà; se il buon samaritano dovesse guardare alle norme della burocrazia, non arriverebbe a niente». Con questo impegno – ha aggiunto mons. Schiavon – «dimostrate di nutrire la speranza di una integrazione nel futuro» perché l’incontro con l’altro porta «piuttosto a scoprire il ‘segreto’, ad aprirsi a lui per accogliere gli aspetti validi e contribuire così ad una maggiore conoscenza di ciascuno. È un processo prolungato che mira a formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini».

Di qui l’invito a lavorare «per i bisogni più urgenti, ma nella prospettiva di poter arrivare un giorno all’integrazione, che non è un processo a senso unico. Sia gli immigrati che i membri della popolazione locale devono essere disposti al dialogo, perché esso è il motore della integrazione». Per il vescovo, la migrazione è «una sfida, un’occasione provvidenziale di promozione umana». La missione della Chiesa «non è di sostituirsi ai Governi o alle forze di polizia per creare l’ordine pubblico, bensì di porre le condizioni spirituali per accogliere gli emigrati, insistendo nel proporre la migrazione come una circostanza provvidenziale, anche di conversione, che porti a passare dalla testa, dove ci sono precomprensioni, pregiudizi e paure, al cuore dove nasce l’ascolto, dove nasce l’incontro». In San Paolo, ha poi spiegato don Maurizio Compiani, docente di Sacra Scrittura, sono ravvisabili tracce di tre mondi differenti che si affacciano sul Mediterraneo: «Instancabile nell’indirizzare e guidare tutte le genti alla fede in Cristo, egli ha anche condotto le comunità cristiane in orizzonti nuovi e a nuove capacità di comprensione, di apertura e di accoglienza».

mons. Paolo Schiavon ha voluto anche ricordare mons. Bruno Schettino, presidente della Cemi e della Migrantes, stroncato da un infarto lo scorso 21 settembre. E’ stato, ha detto, «un educatore» e un «pastore vicino al mondo migrante, fortemente impegnato per la sua promozione», che ha portato molti a chiamarlo «il Vescovo degli immigrati».  La sua “dedizione – ha spiegato mons. Schiavon – non mancherà di stimolare, nella Chiesa e nella società, altri operatori di pace e di convivenza con i cittadini venuti da altri Paesi”. Il vescovo è intervenuto al convegno sul tema “Educare all’incontro” che apre le celebrazioni del XXV anniversario della Migrantes. “È il mondo della strada, di chi è in cammino, che ha appassionato in questi ultimi anni la Migrantes, alla scuola del Concilio Vaticano II”, ha spiegato mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Migrantes: “Al tempo stesso è il mondo della diversità, dell’altro che è al centro dell’interesse della Migrantes”.