Vita Chiesa

NEI BALCANI TROPPO AUMENTO DELLA POVERTÀ. LA DENUNCIA DELLE CHIESE

Nei Balcani la povertà è passata dal 2% del 1988 al 21% del 1998: la denuncia è stata fatta dai delegati della Caritas e del Catholic Relief Service, durante l’incontro dei presidenti di sette Conferenze episcopali del Sud-est Europa (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Romania, Serbia e Montenegro, Turchia) che si è tenuto dal 20 al 22 febbraio a Belgrado, per iniziativa del Ccee (Consiglio delle conferenze episcopali europee). I delegati hanno presentato i risultati di uno studio sulla situazione della regione balcanica e della Serbia in particolare, dove il tasso di povertà è notevolmente aumentato.

L’impegno della Chiesa cattolica in questi paesi si concentra attualmente sull’educazione ai diritti umani e civili, alla denuncia delle loro violazioni e al sostegno caritativo. “La collaborazione ecumenica – è stato detto – è uno degli elementi chiave per affrontare le difficoltà della regione”. E anche l’unificazione dell’Europa, si legge nel comunicato stampa diffuso oggi, “potrà essere una cornice in cui, attraverso scambi di esperienze e di conoscenze, sarà possibile contribuire alla fase di transizione vissuta nella regione balcanica, alla riconciliazione tra le diverse etnie e alla soluzione dei gravi problemi economici, sociali e politici che affliggono questi paesi”.

L’Europa unita, sottolineano i vescovi, “è anche un imperativo all’unità e collaborazione tra le Chiese in tutti i paesi del Sud-est Europa, dove vivono insieme una maggioranza ortodossa e una minoranza cattolica e dove forte è la presenza dell’Islam”. A questo proposito il 21 febbraio il Patriarca Pavle ha accolto nella sede patriarcale di Belgrado i vescovi partecipanti. Il prossimo appuntamento si svolgerà nel 2005 a Sarajevo, per esprimere solidarietà con la difficile situazione dei cattolici in Bosnia ed Erzegovina, non sempre sostenuti nei problemi legati al loro ritorno in patria.Sir