Vita Chiesa

NUOVO RITO DEL MATRIMONIO; MONS. BETORI, «UN MOMENTO IMPORTANTE PER LA CHIESA ITALIANA»

“Un momento importante per la Chiesa italiana”. Così mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, ha definito la “consegna” oggi “al popolo di Dio” del nuovo Rito per la celebrazione del Matrimonio cristiano. Annunciato sei mesi fa dallo stesso Betori, il nuovo testo è stato “presentato” ufficialmente oggi ai circa seicento delegati delle diocesi italiane che partecipano da questo pomeriggio fino a sabato 7 a Grosseto al convegno promosso da quattro uffici della Cei (liturgia, famiglia, catechesi e giovani) dal titolo “Celebrare il mistero grande dell’amore”.

Mons. Betori ha fatto notare che sono passati 35 anni da quando la Sacra Congregazione dei Riti promulgava la prima edizione del Rito del Matrimonio, subito tradotto in lingua italiana dalla Cei. In questi anni è proseguita “un’intensa riflessione teologica, liturgica e spirituale” per favorire “una migliore comprensione” di questo sacramento. “E’ una comprensione – ha osservato Betori – che fatica ancora a farsi strada”, per la consuetudine a vivere il matrimonio “in privato, nei luoghi più impensati e lontani dalla vita ordinaria della comunità cristiana”. Da qui la decisione della Chiesa italiana di adattare il Rito con “parole e segni che ne esplicitino il senso rispettivamente cristiano e teologico”.

“Questo – ha precisato Betori – sollecita anche ad una particolare attenzione alla diversa situazione di fede degli sposi” in modo da “favorire e, a volte, avviare, proprio a partire dal Matrimonio, un cammino verso una fede matura e consapevole”. “Tale attenzione – ha spiegato il vescovo – giustifica le diverse modalità di celebrazione previste dai vari capitoli del Rito, come pure la ricchezza del Lezionario, esplicitata nella sua presentazione”. Il nuovo testo si presenta anche come uno strumento di preparazione al matrimonio per “dare solidità umana e spirituale alle giovani coppie di sposi, esposte al rischio della superficialità, della fragilità e purtroppo sempre più spesso del fallimento”. Sir