Papa: Dio ci ama nelle nostre fragilità, prendiamoci cura degli altri
“Dio si è fatto carne ed è venuto tra noi”, ha scelto di condividere in tutto la nostra umanità e invita ciascuno ad aprire il cuore a Lui per confidargli, senza timore, "gioie e dolori, desideri e paure, speranze e tristezze, persone e situazioni". Così papa Francesco all'Angelus dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico

Riprendendo le parole del prologo del Vangelo di Giovanni, il Pontefice ha sottolineato come “la parola serve per comunicare: non si parla da soli, si parla a qualcuno. Sempre si parla a qualcuno. Il Figlio unigenito del Padre vuole dirci la bellezza di essere figli di Dio; è ‘la luce vera’ e vuole allontanarci dalle tenebre del male; è ‘la vita’, che conosce le nostre vite e vuole dirci che da sempre le ama. Ci ama tutti. Ecco lo stupendo messaggio di oggi: Gesù è la Parola eterna di Dio, che da sempre pensa a noi e desidera comunicare con noi”, ha aggiunto Francesco. Poi dopo la recita dell’Angelus Francesco ha invitato tutti a prendersi più cura del prossimo. Il suo pensiero ai malati e a chi, a causa del lockdown, vive difficoltà economiche, oppressione e sfruttamento. Da cristiani “rifuggiamo dalla mentalità fatalistica o magica”, per impegnarci nella cura degli altri. “Sappiamo che le cose andranno meglio nella misura in cui, con l’aiuto di Dio, lavoreremo insieme per il bene comune, mettendo al centro i più deboli e svantaggiati. Non sappiamo che cosa ci riserverà il 2021, ma ciò che ognuno di noi e tutti insieme possiamo fare è di impegnarci un po’ di più a prenderci cura gli uni degli altri e del Creato, la nostra casa comune – ha concluso il Papa - esiste il rischio della tentazione di prendersi cura soltanto dei propri interessi, continuare a fare la guerra, concentrarsi solo sul profilo economico, vivere edonisticamente, cioè cercando solamente di soddisfare il proprio piacere”.
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