Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: la preghiera cristiana è «dialogo tra persone che si amano»

La preghiera cristiana è «dialogo tra persone che si amano, un dialogo basato sulla fiducia, sostenuto dall’ascolto e aperto all’impegno solidale. È un dialogo del Figlio col Padre, un dialogo tra figli e Padre». Lo ha detto ieri il Papa all’Angelus. Il «Padre nostro» è «forse il dono più prezioso lasciatoci dal divino Maestro nella sua missione terrena»: «Quando Gesù ci insegna il Padre Nostro ci fa entrare nella paternità di Dio e ci indica il modo per entrare in dialogo orante e diretto con Lui, attraverso la via della confidenza filiale. E un dialogo tra il papà e suo figlio, del figlio con il papà». Per Francesco, «la preghiera che ci ha insegnato il Signore è la sintesi di ogni preghiera, e noi la rivolgiamo al Padre sempre in comunione con i fratelli. A volte succede che nella preghiera ci sono delle distrazioni ma tante volte sentiamo come la voglia di fermarci sulla prima parola: ‘Padre’ e sentire quella paternità nel cuore».

«A me viene in mente quello che fanno i bambini verso i tre anni, tre anni e mezzo: incominciano a domandare cose che non capiscono. Nella mia terra si chiama ‘l’età dei perché’, credo che anche qui sia lo stesso. I bambini incominciano a guardare il papà e dicono: ‘Papà, perché? Papà, perché?’. Chiedono spiegazioni. Stiamo attenti – ha spiegato il Santo Padre -: quando il papà incomincia a spiegare il perché, loro arrivano con un’altra domanda senza ascoltare tutta la spiegazione. Cosa succede? Succede che i bambini si sentono insicuri su tante cose che incominciano a capire a metà. Vogliono soltanto attirare su di loro lo sguardo del papà e per questo: ‘Perché, perché, perché?’. Noi, nel Padre Nostro, se ci fermiamo sulla prima parola, faremo lo stesso di quando eravamo bambini, attirare su di noi lo sguardo del padre. Dire: ‘Padre, Padre’, e anche dire: ‘Perché?’ e Lui ci guarderà».

«La comunità internazionale agisca con prontezza e decisione, per evitare il ripetersi di simili tragedie e garantire la sicurezza e la dignità di tutti». Così il Papa ieri, dopo l’Angelus in piazza San Pietro, ha ricordato la morte di circa 150 persone nel naufragio di due barconi avvenuto il 25 luglio di fronte la costa libica. Francesco ha invitato i presenti «a pregare insieme a me per le vittime e per le loro famiglie» e «anche domandare col cuore: ‘Padre, perché?’». È seguito un minuto di silenzio.