Vita Chiesa

Papa Francesco, Regina Coeli: «La vita va sempre tutelata e dal concepimento al suo naturale tramonto». Appello per Repubblica Centrafricana

«L’amore di Cristo non è un sentimento superficiale, no, è un atteggiamento fondamentale del cuore, che si manifesta nel vivere come lui vuole», ha esordito Francesco. «L’amore si realizza nella vita di ogni giorno, negli atteggiamenti, nelle azioni; altrimenti è soltanto qualcosa di illusorio», ha ammonito: «Sono parole, parole, parole: quello non è l’amore. L’amore è concreto, ogni giorno. Gesù ci chiede di osservare i suoi comandamenti, che si riassumono in questo: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». «Più volte Gesù ha indicato chi è l’altro da amare, non a parole ma con i fatti», ha fatto notare il Papa: «È colui che incontro sulla mia strada e che, con il suo volto e la sua storia, mi interpella; è colui che, con la sua stessa presenza, mi spinge a uscire dai miei interessi e dalle mie sicurezze; è colui che attende la mia disponibilità ad ascoltare e a fare un pezzo di strada insieme. Disponibilità verso ogni fratello e sorella, chiunque sia e in qualunque situazione si trovi, incominciando da chi mi è vicino in famiglia, nella comunità, al lavoro, a scuola… In questo modo, se io rimango unito a Gesù, il suo amore può raggiungere l’altro e attirarlo a sé, alla sua amicizia. E questo amore per gli altri non può essere riservato a momenti eccezionali, ma deve diventare la costante della nostra esistenza». «Ecco perché siamo chiamati a custodire gli anziani come un tesoro prezioso e con amore, anche se creano problemi economici e disagi, ma dobbiamo custodirli», l’esempio scelto da Francesco: «Ecco perché ai malati, anche se nell’ultimo stadio, dobbiamo dare tutta l’assistenza possibile. Ecco perché i nascituri vanno sempre accolti».

«Invito a pregare per la popolazione della Repubblica Centrafricana, Paese che ho avuto la gioia di visitare e che porto nel cuore, e dove nei giorni scorsi sono avvenute gravi violenze con numerosi morti e feriti, tra cui un sacerdote». È l’appello rivolto dal Papa al termine del Regina Coeli di ieri. «Il Signore, per intercessione della Vergine Maria, aiuti tutti a dire no alla violenza e alla vendetta, per costruire insieme la pace», ha proseguito Francesco, che tra i 40mila presenti in piazza ha salutato in particolare le nuove Guardie Svizzere, «nel giorno della festa di questo storico e benemerito Corpo» e i rappresentanti dell’Associazione Meter, incoraggiati «a continuare nell’impegno in favore dei bambini vittime della violenza». «Ho sentito anche alcuni canti dei Neocatecumenali», ha detto ancora Francesco: «Grazie! Grazie per il vostro lavoro di evangelizzazione. Siete dappertutto, grazie!». Un saputo speciale, infine, anche a «tutti i detenuti della casa circondariale di Latina che sono in questo momento uniti a noi spiritualmente».