Vita Chiesa

Papa Francesco: «Roma ha bisogno di una rinascita morale e spirituale»

Roma, ha detto il Papa, è una città che «ha bisogno di una vera e propria rinascita morale e spirituale» perché «sembra che tutto sia lo stesso, che tutto sia relativo; che il Vangelo è sì una bella storia di cose belle, che è bello leggerlo, ma rimane lì, un’idea. Non tocca il cuore! La nostra città ha bisogno di questa rinascita». E questo impegno è «tanto importante quando parliamo di educazione dei ragazzi e dei giovani, per la quale i primi responsabili siete voi genitori. I nostri ragazzi, ragazzini, che incominciano a sentire queste idee strane, queste colonizzazioni ideologiche che avvelenano l’anima e la famiglia: si deve agire contro questo». Il Pontefice ha raccontato un episodio: «Mi diceva, due settimane fa, una persona, un uomo molto cattolico, bravo, giovane, che i suoi ragazzini andavano in prima e seconda elementare e che la sera, lui e sua moglie tante volte dovevano ‘ri-catechizzare’ i bambini, i ragazzi, per quello che riportavano da alcuni professori della scuola o per quello che dicevano i libri che davano lì. Queste colonizzazioni ideologiche, che fanno tanto male e distruggono una società, un Paese, una famiglia».

«Vocazione, comunione, missione». Su queste parole che esprimono il «mistero» dell’essere genitori si è soffermato ieri sera Papa Francesco, al convegno ecclesiale di Roma. «Diventare papà e mamma è una chiamata di Dio!», «bellissima perché ci fa essere, in modo del tutto speciale ad immagine e somiglianza di Dio. Diventare papà e mamma significa davvero realizzarsi pienamente, perché è diventare simili a Dio». Questa «è la verità dell’amore». Dio, ha proseguito, «chiama a diventare genitori – uomini e donne – che credono nell’amore, che credono nella sua bellezza». Poi ha ricordato: «Una volta un bambino mi ha detto: ‘Che bello, i miei genitori si sono dati un bacio!’. È bello quando il bambino vede che papà e mamma si baciano. Bella testimonianza». Il Pontefice ha fatto riferimento anche alle difficoltà: «Pensiamo a quanto soffrono i bambini quando vedono papà e mamma, tutti i giorni, tutti i giorni, tutti i giorni sgridarsi, insultarsi, persino picchiarsi…». Per un figlio «non c’è insegnamento e testimonianza più grande che vedere i propri genitori che si amano con tenerezza, si rispettano, sono gentili tra di loro, si perdonano a vicenda; questo riempie di gioia e di felicità vera il cuore dei figli. I figli, prima di abitare una casa fatta di mattoni, abitano un’altra casa, ancora più essenziale: abitano l’amore reciproco dei genitori».

Tra uomo e donna fondamentale differenza. Parlando di comunione, il Papa ha sottolineato che «l’essere genitori si fonda nella diversità di essere, come ricorda la Bibbia, maschio e femmina. Questa è la ‘prima’ e più fondamentale differenza, costitutiva dell’essere umano. È una ricchezza. Le differenze sono ricchezze. C’è tanta gente che ha paura delle differenze, ma sono ricchezze». Per Francesco è «una diversità che diventa complementarietà, ma anche reciprocità». E «questa reciprocità e complementarietà nella differenza è tanto importante per i figli. I figli maturano vedendo papà e mamma così; maturano la propria identità nel confronto con l’amore che hanno papà e mamma, nel confronto con questa differenza». Infatti, ha chiarito, «noi uomini impariamo a riconoscere, attraverso le figure femminili che incontriamo nella vita, la straordinaria bellezza di cui è portatrice la donna. E le donne fanno un percorso simile, imparando dalle figure maschili che l’uomo è diverso e ha un suo modo di sentire, capire, vivere». E «questa comunione nella diversità è molto importante anche per l’educazione dei figli, perché le mamme hanno una maggiore sensibilità per alcuni aspetti della loro vita, mentre i papà l’hanno per altro. È bella questa intesa educativa, che mette a servizio della crescita dei figli i talenti diversi dei genitori. È una qualità importante, da coltivare e custodire». 

Non usare i figli come ostaggi. Quando ci sono le prime avvisaglie di tensioni, «un papà e una mamma hanno il dovere per sé e per i loro figli di chiedere aiuto, di farsi sostenere. Chiedete aiuto innanzitutto a Dio», ha suggerito Papa Francesco. E «anche quando ormai la separazione – dobbiamo parlare anche di questo – sembra inevitabile, sappiate che la Chiesa vi porta nel cuore. E che il vostro compito educativo non si interrompe: voi siete e sarete sempre papà e mamma, che non possono vivere insieme per ferite, per problemi. Per favore cercate sempre un’intesa, una collaborazione, un’armonia per il bene e la felicità dei vostri figli». E ha aggiunto: «Per favore non usare i figli come ostaggi! Non usare i figli come ostaggi! Quanto male fanno i genitori che si sono separati, o almeno nel loro cuore sono separati, quando il papà parla male al figlio della mamma e la mamma gli parla male del papà». Questo, ha affermato, «è terribile, perché quel bambino, quel ragazzo, quella ragazza cresce con una tensione che non sa risolvere e impara il brutto cammino dell’ipocrisia, di dire quello che piace a ciascuno per approfittarne. Questo è un male terribile! Mai, mai parlare ai figli male dell’altro! Mai! Perché loro sono le prime vittime di questa lotta e – permettetemi la parola – anche di questo odio tante volte fra i due. I figli sono sacri. Non ferirli!».

«C’è anche la strada del perdono. Perdonarvi e accogliere reciprocamente i vostri limiti vi aiuterà anche a comprendere e accettare le fragilità e le debolezze dei vostri figli», ha fatto notare Papa Francesco. «Esse – ha aggiunto – sono un’occasione per amarli ancora di più e farli crescere. Solo così anche loro potranno non spaventarsi di fronte ai propri limiti, non avvilirsi, ma andare avanti. Un papà e una mamma che si amano sanno come parlare al figlio o alla figlia che è su una strada difficile; anche come parlare senza parole». Il Pontefice ha, poi, evidenziato che «il dono del matrimonio, che è tanto bello, ha anche una missione. Una missione che è molto importante». Rivolgendosi ai genitori, ha chiarito: «Voi siete collaboratori dello Spirito Santo che ci sussurra le parole di Gesù! Siatelo anche per i vostri figli! Siate missionari dei vostri figli. Essi impareranno dalle vostre labbra e dalla vostra vita che seguire il Signore dona entusiasmo, voglia di spendersi per altri, dona speranza sempre, anche di fronte alle difficoltà e al dolore, perché non si è mai soli, ma sempre con il Signore e con i fratelli». E, ha osservato il Santo Padre, «questo è importante soprattutto nell’età della preadolescenza, quando la ricerca di Dio si fa più consapevole e le domande esigono risposte ben fondate».

«I nonni a casa sono una ricchezza». «Voi sapete che a Roma gli anziani sono il 21,5 per cento della popolazione? Un quarto della popolazione romana sono i nonni. In questa città ci sono 617.635 nonni. Quanti anziani!», ha ricordato ieri sera Papa, che ha poi chiesto: «I nonni, nella famiglia, hanno posto di dignità? Adesso sono sicuro di sì, perché con la mancanza di lavoro vanno dai nonni a prendere la pensione… Questo sì, si fa…». Ma «i nonni, che sono la saggezza di un popolo, che sono la memoria di un popolo, che sono la saggezza della famiglia, hanno un posto degno? I nonni che hanno salvato la fede in tanti Paesi dove era proibito praticare la religione e portavano di nascosto i bambini a farli battezzare; e i nonni che insegnavano le preghiere». Oggi «i nonni sono dentro la famiglia…. I nonni sono noiosi, parlano sempre della stessa cosa, mettiamoli in casa di riposo… Quante volte pensiamo così», ha ammesso il Santo Padre, che invece ha esortato: «Non vergognatevi del nonno. Non vergognatevi degli anziani. Loro ci danno saggezza, prudenza; ci aiutano tanto. E quando si ammalano ci chiedono tanti sacrifici, è vero. Alcune volte non c’è un’altra soluzione che portarli in una casa di riposo… Ma che sia l’ultima, l’ultima cosa che si fa. I nonni a casa sono una ricchezza». E ha concluso: «Ricordatevi: amore, amore. Seminate amore».