Vita Chiesa

Papa Francesco: a Questura di Roma, «la buona salute della famiglia è decisiva per il futuro del mondo e della Chiesa»

Presenti in Aula Paolo VI anche i familiari delle vittime del terrorismo e dei caduti nell’adempimento del loro dovere.

«La buona salute della famiglia è decisiva per il futuro del mondo e della Chiesa, considerando le molteplici sfide e difficoltà che oggi si presentano nella vita di ogni giorno», ha affermato Francesco, secondo il quale «quando si incontra una realtà amara, quando si fa sentire il dolore, quando irrompe l’esperienza del male o della violenza, è nella famiglia, nella sua comunione di vita e di amore che tutto può essere compreso e superato». «La fede, l’amore, il fare il bene soltanto si imparano in dialetto, il dialetto della famiglia, in un’altra lingua non si conoscono», ha aggiunto a braccio. «La famiglia stessa, come ogni realtà umana, è segnata dalla sofferenza» ha ricordato il Papa citando le «tante pagine della Bibbia» che lo attestano: «La violenza fratricida di Caino su Abele, i litigi tra i figli e tra le spose di Abramo, Isacco e Giacobbe, le tragedie che colpiscono Davide, la sofferenza di Tobia, il dolore di Giobbe». Anche la vita della Santa Famiglia ha conosciuto «contraddizioni dolorose», ha fatto notare il Papa, «come la fuga di Maria e Giuseppe che sono stati esuli in Egitto col piccolo Gesù. Maria meditava tutte queste esperienze nel suo cuore; e Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, a sua volta vede, ascolta, soffre e gioisce, sperimentando nel proprio cuore le vicissitudini delle persone che incontra: la suocera di Pietro che è a letto ammalata, Marta e Maria che piangono la morte del fratello Lazzaro, la vedova di Naim che ha perso l’unico figlio, il centurione provato dalla grave malattia di chi gli è caro». «Gesù è sempre capace di misurarsi con le persone che lo implorano per la salute o che piangono inconsolabili», ha detto Francesco .

La Chiesa deve stare vicino alle famiglie, specie a quelle in crisi. «Sull’esempio di Gesù, anche la Chiesa, nel suo cammino quotidiano, conosce le ansie e le tensioni delle famiglie, i conflitti generazionali, le violenze domestiche, le difficoltà economiche, la precarietà del lavoro», ha assicurato il Papa. «Stare vicina alle famiglie, come compagna di viaggio, soprattutto per quelle che attraversano qualche crisi o vivono qualche dolore, e anche per indicare la meta finale, dove la morte e il dolore scompariranno per sempre», il compito affidato alla Chiesa. «Sulla strada della vita Gesù non ci abbandona mai», ha garantito Francesco: «Egli segue e accompagna con misericordia tutti gli esseri umani; in modo particolare le famiglie, che santifica nell’amore. La sua presenza si manifesta attraverso la tenerezza, le carezze, l’abbraccio di una mamma, di un padre, di un figlio. La famiglia è il luogo della tenerezza. Per questo nelle Scritture Dio si mostra padre ma anche madre che accudisce e si china nel gesto di allattare e di dare da mangiare». «Per favore, non perdere la tenerezza», l’appello a braccio: «Quest’epoca manca di tenerezza, e la famiglia può aiutarci a ritrovarla».

«La Chiesa, come madre premurosa, ci insegna a rimanere saldi in Dio, quel Dio che ci ama e ci sostiene», l’invito: «A partire da questa esperienza interiore fondamentale è possibile arrivare a sostenere tutte le contrarietà e le vicissitudini della vita, le aggressioni del mondo, le infedeltà e i difetti nostri e degli altri. È solo partendo da tale solida esperienza interiore che possiamo essere santi nella perseveranza del bene, che con la grazia di Dio vince ogni male». «Anche la fede si tramanda in famiglia», ha sottolineato il Papa: «Qui si impara a pregare: la preghiera umile, semplice e al tempo stesso aperta alla speranza, accompagnata dalla gioia, quella vera, che viene da un’armonia profonda tra le persone, dalla bellezza di essere insieme e sostenerci a vicenda nel cammino della vita, pur consapevoli di tutti i nostri limiti». «L’epoca in cui viviamo è percorsa da profondi mutamenti», ha detto Francesco rivolgendosi ai poliziotti: «Lo sperimentate continuamente nel vostro lavoro, sia nelle indagini sia sulle strade, specialmente in una città come Roma. E l’esperienza familiare vi aiuta anche in questo, perché vi dà equilibrio umano, saggezza, valori di riferimento. Una buona famiglia trasmette anche i valori civili, educa a sentirsi parte del corpo sociale, a comportarsi da cittadini leali e onesti. Una nazione non può reggersi se le famiglie non adempiono questo compito. La prima educazione civica si riceve anche in dialetto, nella famiglia».