Vita Chiesa

Papa Francesco di ritorno da Fatima: «Medjugorje? La Madonna non fa la postina»

Il messaggio di Fatima. «Fatima è un messaggio di pace portato all’umanità da tre grandi comunicatori che avevano meno di 13 anni. La canonizzazione dei pastorelli è stata una cosa che all’inizio non era pianificata, perché il processo sul miracolo procedeva lentamente, poi sono arrivate le perizie e per me è stata una grande felicità». Così Papa Francesco rispondendo alla domanda di un giornalista sul volo di ritorno da Fatima, al termine del pellegrinaggio in occasione del centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria.

«Il mondo – ha aggiunto il Papa – può sperare la pace. E con tutti io parlerò di pace. Prima di imbarcarmi sul volo da Roma ho ricevuto degli scienziati di varie religioni che partecipavano a un convegno all’osservatorio vaticano. Un ateo, senza dirmi da che Paese veniva, mi ha salutato così: ‘Io sono ateo! Le chiedo un favore: dica ai cristiani che amino di più i musulmani’. Questo è un messaggio di pace!».

«Trump? Non giudico mai senza ascoltare una persona». «Io mai do un giudizio su una persona senza ascoltarla. Non devo farlo. Ascolterò, dirò quello che penso e lui quello che pensa, ma mai ho voluto dare un giudizio senza ascoltare prima la persona». Così Papa Francesco rispondendo alla domanda di un giornalista, in merito al prossimo incontro con Trump (24 maggio, in Vaticano). «Sempre – ha aggiunto il Papa – ci sono porte che non restano chiuse, e allora è importante cercare le porte che siano almeno un po’ aperte, entrare in queste porte e parlare per andare avanti, passo dopo passo. La pace è artigianale, si fa ogni giorno, così anche l’amicizia tra le persone, la stima è artigianale, si fa tutti i giorni, il rispetto dell’altro, ascoltare e camminare insieme». Alla domanda se il Papa spera che, dopo l’incontro, Trump ammorbidisca le sue politiche, questa la risposta di Francesco: «Questo è un calcolo politico che non mi permetto di fare, sul piano religioso non faccio proselitismo».

«Lefevriani: non è un problema di vincitori e vinti». «Scarterei ogni forma di trionfalismo. Alcuni giorni fa nella ‘feria quarta’ della Dottrina della fede hanno studiato un documento che ancora non mi è arrivato. I rapporti attuali in ogni caso sono fraterni: l’hanno scorso ho dato dispensa per la confessione e per i matrimoni». Così Papa Francesco circa un possibile «accordo» con la Fraternità San Pio X (Lefebvriani). «Con mons. Fellay – ha aggiunto il Papa – ho un buon rapporto. A me non piace affrettare le cose, ma camminare, camminare e camminare e poi si vedrà. Non è un problema di vincitori o sconfitti, ma di fratelli che devono camminare insieme cercando la formula per fare passi avanti».

Ong-scafisti. «Ho letto che c’è questo problema, ma ancora non conosco i dettagli e, per questo, non posso dire. So che c’è un problema e che le indagini vanno avanti. Auguro che proseguano e che tutta la verità venga fuori». Così Papa Francesco in merito alle polemiche attuali italiane circa i rapporti Ong-scafisti.

Medjugorje: preferisco la Madonna madre. «Tutte le apparizioni o le presunte apparizioni appartengono alla sfera privata, non sono parte del magistero pubblico ordinario». «Benedetto XVI – ha ricordato il Papa, rispondendo ad un’altra domanda – ha istituito una commissione presieduta dal cardinale Ruini. Io ho ricevuto il risultato: la commissione era composta di bravi teologi, vescovi e cardinali. La relazione della Commissione è molto, molto buona. C’erano alcuni dubbi nella Congregazione per la dottrina della fede e il dicastero ha giudicato opportuno inviare a ognuno dei membri della ‘Feria IV’ – la riunione mensile della Congregazione – tutta la documentazione, anche i pareri contrari alla relazione Ruini. Io ho ricevuto la notificazione un sabato, in tarda serata. Non mi è sembrato giusto: era come mettere ‘all’asta’ la relazione Ruini, che è molto ben fatta. Domenica mattina il prefetto della dottrina della fede ha ricevuto una lettera nella quale gli chiedo che invece di inviare alla ‘Feria IV’ quelle opinioni contrarie, le inviino a me personalmente. Questi pareri sono stati studiati: tutti sottolineano la densità della relazione Ruini». Francesco ha sottolineato che «si devono distinguere tre cose: le prime apparizioni, quando i veggenti erano ragazzi e la relazione dice che si deve continuare a investigare quelle. Sulle presunte apparizioni attuali, la relazione presenta i suoi dubbi. Io personalmente sono più cattivo, preferisco la Madonna Madre che non la Madonna capo di ufficio telegrafico che ogni giorno invia un messaggio. E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore: questo lo dico come opinione personale. C’è chi pensa che la Madonna dica: venite, quel tal giorno alla tal ora darò un messaggio a quel veggente. Poi, terzo punto, c’è il fatto spirituale e pastorale, il nocciolo della relazione: gente che si converte, che incontra Dio, che cambia vita. E questo non grazie a una bacchetta magica. Questo fatto non si può negare. Adesso per vedere tutto quanto, ho nominato un vescovo bravo (monsignor Hoser, ndr) che ha esperienza per occuparsi della parte pastorale. Alla fine si dirà qualche parola».

Dimissioni Collins: aveva ragione, ma eravamo sulla strada. «Marie Collins mi ha spiegato bene la cosa, ho parlato con lei, è una brava donna. E continuerà a lavorare nella formazione con sacerdoti su questo punto». Così Papa Francesco circa le dimissioni di Marie Collins da membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori. Marie Collins, ha aggiunto il Papa, «ha rivolto questa accusa e un po’ di ragione ce l’ha perché ci sono tanti casi in ritardo. In ritardo perché si ammucchiavano lì. In questo tempo si è dovuto fare la legislazione, oggi in quasi tutte le diocesi c’è un protocollo da seguire, i dossier vengono fatti bene: questo è un passo. C’è poca gente, c’è bisogno di più personale capace di seguire questo, il segretario di Stato e il cardinale Mueller stanno cercando più personale. Si è cambiato il direttore dell’ufficio disciplinare della Congregazione per la dottrina della fede, che era bravissimo ma un po’ stanco ed è tornato in patria per fare lo stesso lavoro lì. Il nuovo è un irlandese, monsignor Kennedy, molto bravo ed efficiente, e questo aiuterà abbastanza».

Poi, ha proseguito il Papa, «c’è un problema: a volte i vescovi inviano i casi, se il protocollo va bene, passa subito alla riunione della ‘Feria IV’ (la riunione mensile della Congregazione, ndr), altrimenti deve tornare indietro e, per questo, si pensa ad aiuti continentali, uno o due per continente: dei pre-Tribunali o Tribunali continentali. Quando la ‘Feria IV’ riduceva un sacerdote allo stato clericale, se lui faceva ricorso, il caso veniva studiato dalla stessa ‘Feria IV’. Ho creato un altro tribunale e ho messo a capo di questo una persona indiscutibile, l’arcivescovo di Malta, mons. Scicluna, tra i più forti contro gli abusi. Se viene approvata la prima sentenza, è finito il caso, il sacerdote ha solo la possibilità di appellarsi al Papa per chiedere la grazia: io mai ho firmato una grazia. Marie Collins aveva ragione ma noi eravamo sulla strada, ci sono duemila casi ammucchiati in attesa».

(testo integrale)