Vita Chiesa

Papa in Bangladesh: Messa a Dacca, portate ai fedeli il profumo della vostra vita

Parlando a braccio, Francesco ha ringraziato i fedeli che in così tanti sono venuti «a questa grande festa di Dio» giungendo «da lontano, in un viaggio di più di due giorni. Grazie per la vostra generosità! Questo indica l’amore che voi avete per la Chiesa, questo indica l’amore che voi avete per Gesù Cristo».

«Grazie tante per la vostra generosità – ha ripetuto – grazie tante per la vostra fedeltà. Continuate avanti, con lo spirito delle Beatitudini». Poi l’invito a pregare sempre per i sacerdoti: «Il popolo di Dio sostiene i sacerdoti con la preghiera. È la vostra responsabilità sostenere i sacerdoti. Qualcuno di voi potrà domandarmi: ‘Ma, padre, come si fa per sostenere un sacerdote?’. Fidatevi della vostra generosità. Il cuore generoso che voi avete vi dirà come sostenere i sacerdoti. Ma il primo sostegno del sacerdote è la preghiera. Il popolo di Dio, cioè tutti, tutti, sostiene il sacerdote con la preghiera. Non stancatevi mai di pregare per i vostri sacerdoti. Io so che lo farete. Grazie tante!».

I sacerdoti «sono chiamati al servizio del popolo di Dio», ha poi ricordato nell’omelia (testo integrale), in cui si è soffermato sulla specificità del ministero sacerdotale. Rivolgendosi ai nuovi sacerdoti, Francesco ha ricordato che il loro compito è quello di cooperare a «edificare il corpo di Cristo, che è la Chiesa, in popolo di Dio e tempio santo dello Spirito». Nell’esercizio del loro ministero, quindi, i nuovi preti «saranno predicatori del Vangelo, pastori del popolo di Dio, e presiederanno le azioni di culto, specialmente nella celebrazione del sacrificio del Signore».

«Considerate che esercitando il ministero della sacra dottrina sarete partecipi della missione di Cristo, unico maestro». Sono le parole rivolte dal Papa ai 16 nuovi sacerdoti, durante l’omelia della Messa celebrata al Suhrawardy Udyan Park di Dacca. «Dispensate a tutti quella parola di Dio, che voi stessi avete ricevuto con gioia», la consegna di Francesco: «Leggete e meditate assiduamente la parola del Signore per credere ciò che avete letto, insegnare ciò che avete appreso nella fede, vivere ciò che avete insegnato. Sia nutrimento al popolo di Dio la vostra dottrina, gioia e sostegno ai fedeli di Cristo il profumo della vostra vita, perché con la parola e l’esempio edifichiate la casa di Dio, che è la Chiesa». «Voi continuerete l’opera santificatrice di Cristo», ha ricordato il Papa: «Mediante il vostro ministero il sacrificio spirituale dei fedeli viene reso perfetto, perché congiunto al sacrificio di Cristo, che per le vostre mani in nome di tutta la Chiesa viene offerto in modo incruento sull’altare nella celebrazione dei santi misteri».

«Riconoscete ciò che fate, imitate ciò che celebrate, perché partecipando al mistero della morte e risurrezione del Signore, portiate la morte di Cristo nelle vostre membra e camminiate con lui in novità di vita». È l’invito del Papa ai 16 nuovi sacerdoti del Bangladesh, da lui ordinati nella Messa di oggi a Dacca. «Con il battesimo aggregherete nuovi fedeli al popolo di Dio; con il sacramento della penitenza rimetterete i peccati nel nome di Cristo e della Chiesa; con l’Olio santo darete sollievo agli infermi; celebrando i sacri riti e innalzando nelle varie ore del giorno la preghiera di lode e di supplica, vi farete voce del popolo di Dio e dell’umanità intera», ha proseguito Francesco: «Consapevoli di essere stati scelti fra gli uomini e costituiti in loro favore per attendere alle cose di Dio, esercitate in letizia e carità sincera l’opera sacerdotale di Cristo, unicamente intenti a piacere a Dio e non a voi stessi». «Partecipando alla missione di Cristo, capo e pastore, in comunione filiale con il vostro vescovo, impegnatevi a unire i fedeli in un’unica famiglia, per condurli a Dio Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo», l’imperativo centrale: « Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare e salvare ciò che era perduto».

Card. Rozario: «Lei ama questo popolo». «Lei ama il Bangladesh e ce lo ha dimostrato in molti modi». È il saluto del card. Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dacca, al termine della Messa al Suhrawardy Udyan Park, davanti a una folla sterminata di fedeli accorsi per l’appuntamento con Francesco.» Il suo amore ha fatto traboccare di gioia il piccolo gregge che rappresentiamo come cristiani e ha attratto tutta questa gente da ogni angolo del Paese», ha proseguito il cardinale: «Le siamo davvero grati, Santo Padre!». «Il parco dove abbiamo appena celebrato la Santa Messa è carico di storia», ha spiegato l’arcivescovo di Dacca: «Qui, il padre della patria, Bangabandhu Sheikh Mujibur Rahman, ha pronunciato il suo celebre discorso del 7 marzo 1971, con il quale ha dichiarato l’indipendenza del Bangladesh. Qui oggi, per la prima volta, noi cristiani abbiamo celebrato l’Eucaristia, contribuendo a rendere questo luogo ancora più significativo e simbolizzando, in tal modo, il ruolo speciale della Chiesa in questa nazione». «Il primo Papa a raggiungere la nostra terra fu Paolo VI, il 26 novembre 1970, per manifestare il suo amore e la sua compassione alle vittime di un’alluvione disastrosa e senza precedenti, nella quale persero la vita quasi tre milioni di persone», ha ricordato il cardinale rivolgendosi al Papa: «Come il suo venerato predecessore, anche lei ha voluto recarsi in questo Paese per mostrare il suo amore e la sua tenerezza verso i più bisognosi».