Vita Chiesa

Papa in Marocco: Gisotti, alla Messa conclusiva previsti 10mila fedeli

Con il viaggio in Marocco, saranno 28 i viaggi apostolici internazionali e 42 i Paesi visitati dal Papa. Lo ha sottolineato Alessandro Gisotti, direttore «ad interim» della Sala Stampa della Santa Sede, nel briefing di oggi sul terzo viaggio di Francesco in Africa, che precede di pochi mesi il quarto, appena annunciato, dal 4 al 10 settembre in Mozambico, Madagascar e Maurizio. «Bergoglio – ha reso noto Gisotti – non è mai stato in Marocco, ed è il secondo Papa a visitare il Paese. Il primo, in un viaggio articolato in diversi Paesi, fu Giovanni Paolo II nel 1985: rimase storico il discorso che rivolse a migliaia e migliaia di giovani nello stadio di Casablanca. Un anno prima dell’incontro di Assisi, l’ottica era quella di un rafforzamento sempre più significativo del dialogo interreligioso».

Nel tradizionale discorso al Corpo diplomatico dell’inizio di quest’anno, ha fatto notare il direttore della sala stampa vaticana, «Papa Francesco ha legato il viaggio negli Emirati Arabi Uniti a quello del Marocco, che costituiscono quasi un primo e un secondo tempo della stesso viaggio, nell’800° anniversario dell’incontro tra Francesco e il Sultano, e nel caso del Marocco, degli 800 anni della presenza francescana nel Paese». Le motivazioni del viaggio imminente, dunque, «sono molto simili a quelle del viaggio negli Emirati Arabi Uniti: il dialogo interreligioso, il tema dei migranti e il grande desiderio del Santo Padre di dare sostegno alle piccole comunità cattoliche che vivono in Marocco».

Non è un caso, inoltre, per Gisotti, che il Papa si rechi in un Paese musulmano dopo la dichiarazione congiunta firmata ad Abu Dhabi sulla fratellanza umana, «tema che non potrà non essere presente in questo viaggio intenso, breve come durata ma molto significativo». Il viaggio in Marocco, ha fatto notare il portavoce vaticano, può «essere letto alla luce di questo documento, a cui il Papa tiene molto, tanto che lo consegna a tutti i Capi di Stato che riceve. Può essere la prima occasione per vedere come si può sviluppare in concreto il dialogo tra cristiani e musulmani». Il Marocco è un Paese di 34 milioni di abitanti, il 99% dei quali di fede musulmana sunnita. I cattolici sono 25mila fedeli: un piccolo gregge radunato in 2 arcidiocesi, con 35 parrocchie e circa 50 sacerdoti. «Una minoranza piccola ma molto attiva», l’ha definita Gisotti, «soprattutto sul versante dell’educazione, dell’assistenza ai più deboli e della carità».

Una volta arrivato a Rabat, prima tappa del suo viaggio in Marocco, dove il Papa atterrerà alle 14, il primo momento ufficiale sarà la breve cerimonia di accoglienza, durante la quale il re Mohammed VI darà il benvenuto al Santo Padre nella maniera tradizionale marocchina, offrendogli dei datteri e del latte di mandorla. Gisotti ha spiegato che è stato il re che ha voluto che a Papa Francesco si tributasse la stessa accoglienza che Assan II riservò a Giovanni Paolo II nel 1985. «Sarà un momento anche di accoglienza popolare, attraverso un percorso di alcuni chilometri che il Papa e il re faranno affiancati in due macchine separate: il Papa sulla papamobile e il re sulla sua limousine», ha anticipato il portavoce vaticano: «È tutto il popolo che accoglie il Santo Padre e saluta il re», ha commentato a proposito dei due cortei paralleli che arriveranno fino alla spianata della Moschea di Hassan, luogo della cerimonia di benvenuto.

«Il Papa ha voluto che fosse molto sottolineato l’aspetto dell’incontro con il popolo marocchino», ha spiegato Gisotti: a tal fine verranno approntati diversi maxischermi, sia nella spianata sia nelle zone limitrofe. Un’area, quella dove il Papa terrà il suo primo discorso in Marocco, che può ospitare 25mila persone, «ma se ne aspettano 50mila», la previsione. Dopo il discorso, il Papa e il re raggiungeranno il Mausoleo di Mohammed V, per la visita alla tomba e la firma del Libro d’Onore, poi nel Palazzo Reale l’incontro con il re e con la famiglia. Dopo l’accoglienza istituzionale e di popolo, nel pomeriggio il re e il Papa si recheranno all’Istituto Mohammed VI degli imam: «Un evento molto significativo, è la prima volta che un Papa viene accolto in un istituto di formazione di imam, di predicatori, fondato di recente e ritenuto di grande importanza non solo per il Marocco ma per tutto il Maghreb. Un evento a cui tiene molto il re, molto impegnato contro le derive fondamentaliste».

Durante la visita all’Istituto, il Papa e il re non parleranno, ma ascolteranno le testimonianze di uno studente africano e uno studente europeo, oltre a quella del ministro affari interreligiosi. Poi verranno eseguite alcune opere musicali legate alle tre fedi monoteiste. Alla fine del pomeriggio, l’incontro con i migranti nella Caritas diocesana di Rabat. «Un incontro a cui tiene molto il Papa», ha sottolineato Gisotti, ricordando la volontà di Francesco di recarsi a Marrakech già nel dicembre scorso, per partecipare al Global compact sulle migrazioni: «Ci voleva andare già in quell’occasione, ci è andato invece il cardinale Parolin perché, per motivi di protocollo, non si può andare solo ad una conferenza senza aver prima visitato il Paese». «Il tema dei migranti sarà presente anche in questo viaggio», ha detto il direttore della sala stampa vaticana, ricordando che l’arcivescovo di Tangeri «è molto impegnato su questo tema». In Marocco, la stragrande maggioranza dei migranti provengono dall’Africa subsahariana: «Molti vanno in Marocco perché trovano chiuse le altre rotte di passaggio per le migrazioni», ha commentato Gisotti. Sono circa 80mila i migranti che vivono in Marocco, di cui circa 4mila assistiti dalla Caritas marocchina. La prima giornata del viaggio in Marocco – che segue uno schema che ricorda quello degli Emirati Arabi Uniti: la prima giornata dedicata al dialogo interreligioso, la seconda alla Chiesa locale – si concluderà con il ritorno in nunziatura, la cena in privato e il riposo.

La seconda giornata del viaggio del Papa in Marocco, il 31 marzo, comincerà al mattino con la visita privata al Centro rurale per i servizi sociali di Témara, nella periferia della città. «Era un centro di formazione rurale tenuto dai Gesuiti», ha spiegato Alessandro Gisotti, e ora è gestito dalle Figlie della Carità San Vincenzo de’ Paoli, «che sono molto impegnate con i bambini, soprattutto malati con gravi patologie, come le grandi ustioni». Nel centro, tenuto da quattro religiose spagnole, c’è un dispensario e un centro di alfabetizzazione e formazione femminile.

Il programma del viaggio papale prosegue con l’incontro nella cattedrale di Rabat con i sacerdoti, i religiosi, i consacrati e il Consiglio ecumenico delle Chiese. È prevista la testimonianza di un sacerdote «fidei donum» e quella di una suora, poi il discorso del Papa – che sarà tenuto in italiano, come gli altri due discorsi, mentre l’omelia della Messa a conclusione del viaggio sarà in spagnolo, con traduzione in arabo e francese – e l’Angelus. «La Messa nel complesso sportivo Principe Moulay Abdellahal sarà quella con più partecipazione della storia del Marocco», ha annunciato Gisotti: «Ci si aspetta tra i 7 e i 10mila fedeli». Alla cerimonia di congedo non sarà presente il re, ma un suo delegato.

Oltre all’abituale seguito papale, ha reso noto Gisotti, saranno al seguito del Papa il card. Fernando Filoni, come perfetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, e mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, in qualità di segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, mentre per la brevità del viaggio non sarà presente un dipendente vaticano. In merito all’assenza, per la prima volta in un viaggio papale, del direttore de «L’Osservatore Romano», Gisotti ha dichiarato: «Non fa precedente, sarà presente nei prossimi viaggi». «L’assenza di Andrea Monda – ha chiarito il portavoce – non è assolutamente legata alle recenti vicende del mensile dell’Osservatore Romano». Durante gli spostamenti nelle due giornate, il Papa si muoverà in macchina chiusa, tranne il corteo dell’accoglienza iniziale.

Videomessaggio del Papa. «Sulle orme del mio santo predecessore Giovanni Paolo II vengo come pellegrino di pace e di fratellanza, in un mondo che ne ha tanto bisogno». Lo afferma il Papa nel videomessaggio inviato al popolo del Marocco in vista del vaggio apostolico che compirà dal 30 al 31 marzo.

«Come cristiani e musulmani crediamo in Dio Creatore e Misericordioso, che ha creato gli uomini e li ha posti nel mondo perché vivano da fratelli, rispettandosi nelle diversità e aiutandosi nelle necessità; Egli ha affidato loro la terra, nostra casa comune, per custodirla con responsabilità e conservarla per le future generazioni», prosegue Francesco: «Sarà una gioia per me condividere con voi direttamente queste convinzioni nell’incontro che avremo a Rabat». Inoltre «questo viaggio mi offrirà la preziosa occasione di visitare la Comunità cristiana presente in Marocco e di incoraggiare il suo cammino. Come pure incontrerò i migranti, che rappresentano un appello a costruire insieme un mondo più giusto e solidale».