Vita Chiesa

SANTA SEDE: MONS. RAVASI, ARCIVESCOVO E PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA

La sala stampa della Santa Sede ha comunicato questa mattina che Benedetto XVI ha accolto la rinunzia presentata dal cardinale Paul Poupard, per raggiunti limiti d’età, all’incarico di presidente del Pontificio Consiglio della cultura ed ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico mons. Gianfranco Ravasi, finora prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, ed in pari tempo lo ha nominato presidente delle Pontificie Commissioni per i beni culturali della Chiesa e di archeologia sacra, assegnandogli la sede titolare di Villamagna di Proconsolare, con dignità di arcivescovo.

Evangelizzare attraverso la cultura, lanciando un ponte di dialogo con i non credenti. Questo il “programma di lavoro” di mons. Gianfranco Ravasi. Nato il 18 ottobre 1942 a Merate, in provincia di Lecco e diocesi di Milano, monsignor Ravasi è sacerdote dal 1966 e, dal 1989, prefetto della Biblioteca Ambrosiana e canonico maggiore aggregato di Sant’Ambrogio. Il prossimo 29 settembre sarà ordinato vescovo da Benedetto XVI nella basilica di San Pietro; alla cerimonia parteciperà anche l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi. Con la nomina di Ravasi, cambia la “geografia” degli uffici vaticani di settore: al Dicastero della cultura si connettono, infatti, anche i dicasteri dei beni culturali e dell’archeologia sacra, prima indipendenti e ciascuno con un proprio responsabile. “L’intenzione – spiega Ravasi – è costruire una rete di tutte le strutture vaticane che abbiamo un rapporto con il mondo della cultura, per riuscire sempre meglio a stabilire quel dialogo con il mondo, auspicato già dal Concilio Vaticano II. Proprio con questo scopo, inoltre, Papa Giovanni Paolo II istituì il Pontificio consiglio della cultura nel 1982”.

Tra gli ambiti di lavoro principali del nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, ci sarà il rapporto con i non credenti e il cosiddetto “mondo della negazione”. A tal proposito, al nuovo Dicastero sarà accorpato anche il Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti. “In questo senso – sottolinea mons. Gianfranco Ravasi in una dichiarazione al SIR – si può dire che sia veramente un Dicastero di frontiera, che mi darà modo di esercitare quel compito missionario al quale il cardinale Tettamanzi ci richiama da tempo. In fondo, il percorso culturale è una strada sulla quale si trovano molti elementi comuni anche per chi non crede. Penso, per esempio, ai grandi temi del rispetto per la vita, della libertà della persona, dell’anelito alla bellezza e della ricerca della verità. C’è, insomma, un terreno comune sul quale cominciare a muoversi e costruire un dialogo. Senza cadere nello scontro con il mondo laico ma anche senza rifugiarsi in un comodo sincretismo. A mio avviso, a partire proprio dal terreno comune della cultura, è possibile, per noi cristiani, avviare un confronto conservando, però, la nostra anima, sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in noi”.

“Non sarà facile staccarsi da Milano, città con la quale mi identifico e che avrei scelto per la mia ordinazione episcopale, se il Papa non avesse deciso altrimenti”. Dopo oltre quarant’anni di servizio alla Chiesa ambrosiana, tra poche settimane monsignor Gianfranco Ravasi dovrà salutare la metropoli lombarda per prendere possesso del nuovo incarico di presidente del Pontificio Consiglio della cultura. “Sicuramente – spiega Ravasi – sentirò molto la mancanza di Milano e i diciotto anni trascorsi all’Ambrosiana m aiuteranno nel nuovo incarico. Credo, infatti, che l’esperienza del «fare» vissuta in questi anni si possa ben integrare con l’esperienza forse più progettuale e teorica che mi aspetta Roma; si tratta, in definitiva, di un intreccio necessario per una vera cultura moderna”. “Durante il mio mandato di prefetto – prosegue Ravasi – ho portato la Biblioteca ad aprirsi, ad uscire all’esterno, ad avviare contatti internazionali che mi saranno molto utile anche a Roma. Proprio l’internazionalità è forse la caratteristica principale dei Dicasteri della cultura vaticani, dove gli uffici sono divisi in sezioni linguistiche e le pubblicazioni sono realizzate in più lingue. Sono quindi uffici polimorfi, molto variegati e complessi, attenti ai grandi continenti emergenti come l’Africa e l’Asia”.

Insieme a quella di mons. Ravasi a nuovo presidente del Pontificio Consiglio della Cultura (e presidente delle pontificie Commissioni per i Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra), sono tre oggi le nomine comunicate dalla Santa Sede che riguardano prelati italiani. Accettando, infatti, la rinuncia al governo pastorale presentata da mons. Angelo Fagiani, il Papa ha nominato nuovo arcivescovo di Camerino-San Severino Marche mons. Francesco Giovanni Brugnaro, finora Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione Mondiale del Turismo. In seguito, inoltre, alla rinuncia presentata da mons. Franco Croci, per raggiunti limiti d’età, Benedetto XVI ha nominato nuovo segretario della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede mons. Vincenzo Di Mauro, finora delegato della sezione ordinaria dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica). Mons. Brugnaro è nato il 16 marzo del 1943 a San Donà di Piave, diocesi di Treviso e provincia di Venezia. Mons. Di Maro è nato a Monza (Milano), il 1° dicembre del 1951.