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SETTIMANA SOCIALE, ZAMAGNI: COLMARE IL DIVARIO TRA DEMOCRAZIA POLITICA E DEMOCRAZIA ECONOMICA

“Non avremo una democrazia sostanziale finché non avremmo sciolto i nodi della democrazia economica”: Stefano Zamagni, economista dell’Università di Bologna e membro del Comitato scientifico della Settimana Sociale, si dice preoccupato di “una situazione come quella italiana”, che appare come “una società in cui tendono ad aumentare le disuguaglianze” e in cui i cittadini “non dispongono di una reale capacità di scelta”.

Citando Giovanni Paolo II, Zamagni sottolinea come “le discriminazioni fondate sull’efficienza non siano meno insidiose e disumane di quelle basate sulla razza, il sesso o la religione”. Tra i settori “nei quali occorrerebbe operare per colmare il divario tra democrazia politica ed economica”, il docente indica anzitutto “l’eccessiva concentrazione di poteri e la presenza di troppe posizioni di rendita”.

In secondo luogo l’economista prospetta l’opportunità “di realizzare un mercato plurale, in cui possano operare in condizioni di parità imprese di diverso tipo. Cioè, oltre a quelle capitalistiche, anche quelle cooperativistiche, sociali e civili”, mentre nel Parlamento italiano “giace, congelata, da due anni e due mesi una legge sulle imprese sociali”.

Infine occorrerebbe “intraprendere la strada di un ‘mercato di qualità sociale’, il cui obiettivo è quello di rendere compatibile la disponibilità universalistica dei servizi sociali con la libertà di scelta”. Una via mediana, equilibrata, quindi, tra liberalismo e statalismo, “la cui idea di fondo è che con i fondi pubblici a disposizione per il welfare, derivanti dalla tassazione, non si finanzino i soggetti di offerta – che creano a loro volta sprechi – ma i soggetti di domanda, cioè i portatori dei bisogni”, i cittadini, le famiglie, le comunità locali.Sir

Speciale 44ª Settimana sociale