Vita Chiesa

Settimana sociale, messaggio del Papa: «Popolo senza anziani e bambini non ha futuro»

«Le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, nei diversi periodi storici, sono state provvidenziali e preziose, e lo sono ancora oggi», afferma il Papa, secondo il quale esse «si propongono come iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capace di affrontare, e se possibile anticipare, gli interrogativi e le sfide talvolta radicali, posti dall’attuale evoluzione della società. Per questo la Chiesa in Italia, 25 anni or sono, ha voluto riprenderle e rilanciarle, come momenti qualificati di ascolto e di ricerca, di confronto e di approfondimento, molto importanti sia per la stessa comunità ecclesiale, per il suo servizio di evangelizzazione e promozione umana, sia per gli studiosi e gli operatori nel campo culturale e sociale». In questa prospettiva, le Settimane Sociali «sono uno strumento privilegiato attraverso il quale la Chiesa in Italia porta il proprio contributo per la ricerca del bene comune del Paese». Un «compito», questo, che per Papa Francesco «è di tutta la comunità nelle sue diverse articolazioni», ma «appartiene in modo specifico ai laici e alla loro responsabilità».

Nel messaggio scritto per la Settimana Sociale che è iniziata questo pomeriggio a Torino, il Papa esprime il suo «apprezzamento» per la scelta del tema: «La famiglia, speranza e futuro per la società italiana». «È proprio così!», scrive. «Ma per la comunità cristiana – aggiunge – la famiglia è ben più che tema: è vita, è tessuto quotidiano, è cammino di generazioni che si trasmettono la fede insieme con l’amore e con i valori morali fondamentali, è solidarietà concreta, fatica, pazienza, e anche progetto, speranza, futuro». Poi l’apertura «ad extra»: «Tutto questo, che la comunità cristiana vive nella luce della fede, della speranza e della carità – dice il Papa – non è mai tenuto per sé, ma diventa ogni giorno lievito nella pasta dell’intera società, per il suo maggior bene comune».

«Un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa». È il forte ammonimento lanciato dal Papa, nel suo messaggio. «Speranza e futuro presuppongono memoria», esordisce Papa Francesco: «La memoria dei nostri anziani è il sostegno per andare avanti nel cammino. Il futuro della società, e in concreto della società italiana, è radicato negli anziani e nei giovani: questi, perché hanno la forza e l’età per portare avanti la storia; quelli, perché sono la memoria viva». È questa, per il Papa, la prospettiva in cui «si colloca» la Settimana Sociale, che «intende offrire una testimonianza e proporre una riflessione, un discernimento, senza pregiudizi, il più possibile aperto, attento alle scienze umane e sociali».

«Vogliamo riaffermare che la famiglia rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta». È l’appello centrale del messaggio del Papa per la Settimana Sociale, in cui Papa Francesco traccia un preciso «identikit» della famiglia come è «intesa» dalla comunità ecclesiale. «Anzitutto come Chiesa – afferma – offriamo una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità». «In questa realtà – prosegue subito dopo – riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana». «Le conseguenze, positive o negative, delle scelte di carattere culturale, anzitutto, e politico riguardanti la famiglia – ammonisce il Papa – toccano i diversi ambiti della vita di una società e di un Paese: dal problema demografico – che è grave per tutto il continente europeo e in modo particolare per l’Italia – alle altre questioni relative al lavoro e all’economia in generale, alla crescita dei figli, fino a quelle che riguardano la stessa visione antropologica che è alla base della nostra civiltà».

«Queste riflessioni – ammonisce il Papa – non interessano solamente i credenti ma tutte le persone di buona volontà, tutti coloro che hanno a cuore il bene comune del Paese, proprio come avviene per i problemi dell’ecologia ambientale, che può molto aiutare a comprendere quelli dell’«ecologia umana», aggiunge il Papa citando il discorso di Benedetto XVI al Bundestag, il 22 settembre del 2011. «La famiglia è scuola privilegiata di generosità, di condivisione, di responsabilità – le parole del Papa – scuola che educa a superare una certa mentalità individualistica che si è fatta strada nelle nostre società». «Sostenere e promuovere le famiglie, valorizzandone il ruolo fondamentale e centrale, è operare per uno sviluppo equo e solidale», incalza il Papa.

«Non possiamo ignorare la sofferenza di tante famiglie». È il grido del Papa, nel messaggio per la Settimana Sociale. Una sofferenza, spiega Papa Francesco, «dovuta alla mancanza di lavoro, al problema della casa, all’impossibilità pratica di attuare liberamente le proprie scelte educative; la sofferenza dovuta anche ai conflitti interni alle famiglie stesse, ai fallimenti dell’esperienza coniugale e familiare, alla violenza che purtroppo si annida e fa danni anche all’interno delle nostre case». «A tutti – l’invito del Papa – dobbiamo e vogliamo essere particolarmente vicini, con rispetto e con vero senso di fraternità e di solidarietà». Il Papa ci tiene a ricordare soprattutto «la testimonianza semplice, ma bella e coraggiosa di tantissime famiglie, che vivono l’esperienza del matrimonio e dell’essere genitori con gioia, illuminati e sostenuti dalla grazia del Signore, senza paura di affrontare anche i momenti della croce che, vissuta in unione con quella del Signore, non impedisce il cammino dell’amore, ma anzi può renderlo più forte e più completo».

«Possa questa Settimana Sociale contribuire in modo efficace a mettere in evidenza il legame che unisce il bene comune alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, al di là di pregiudizi e ideologie», l’auspicio finale del Papa. «Si tratta – spiega – di un debito di speranza che tutti hanno nei confronti del Paese, in modo particolare dei giovani, ai quali occorre offrire speranza per il futuro».