Vita Chiesa

#SiamoQui: Messa del card. Bassetti, giovani «icona del popolo di Dio»

«Un popolo in cammino»: con queste parole il cardinale ha rievocato la grande veglia di sabato al Circo Massimo con il Papa, che si è conclusa con le luci nella notte fatte brillare davanti al successore di Pietro da decine di migliaia giovani. «Quando si cammina si sta insieme, ci si sostiene, si prega insieme, si canta insieme», ha proseguito Bassetti: «È stato uno spaccato di Chiesa meravigliosa, che richiama l’icona del popolo di Dio».

Nessuna difficoltà è insormontabile. «L’esperienza di questi giorni di cammino ha contribuito a farvi capire che nessuna difficoltà e nessuna paura sono insormontabili, purché non le affrontiamo da soli». «È una grande gioia per me presiedere questa celebrazione eucaristica e poter essere ancora con voi, dopo l’incontro che abbiamo vissuto con Papa Francesco e in attesa di incontrarlo di nuovo tra poco», ha esordito il cardinale: «Ieri sera vi è stato vicino, vi ha ascoltati con attenzione e vi ha indicato nell’incontro con Gesù Cristo il segreto per una vita buona», ha proseguito riferendosi alla grande Veglia al Circo Massimo.

«Questa Messa rappresenta non solo il culmine di un cammino, al quale vi siete preparati da tempo, ma è anche il modo più bello con cui ringraziare il Signore per la vita e per quella speciale condizione in cui vi trovate, quella dell’età giovanile», ha fatto notare Bassetti: «Chissà come devono essere state difficili, in alcuni tratti, le strade che avete percorso per arrivare a Roma, quando il peso dello zaino, il caldo e la sete vi hanno fatto sperimentare la fatica e la stanchezza. Qualcuno forse si sarà chiesto: ‘Ce la farò?’ E, più radicalmente: ‘Ne vale davvero la pena?’». «Sono domande profonde, riguardano il cammino della vita, dove stanchezze, demotivazione, disillusioni, sfiducia sono sempre in agguato», ha commentato il presidente della Cei citando l’esperienza del profeta Elia, oggetto delle letture di oggi.

«Voi giovani vi sentite come Elia». «So che in molti vivete la precarietà di una situazione lavorativa che vi impedisce di fare programmi per il futuro; so che in tanti provenite da famiglie dove non è facile vivere insieme». Nell’omelia il card. Gualtiero Bassetti si è riferito ai problemi concreti che si trovano a fronteggiare oggi le nuove generazioni. «Nemmeno voi chiudete gli occhi davanti alle tante emergenze che sta attraversando il nostro Paese, anche se probabilmente vi sentite oppressi e schiacciati da problemi che riguardano già il quartiere in cui vivete e la città dove abitate», ha detto il cardinale, additando loro la figura del profeta Elia, come antidoto a «tutto ciò che fa sentire scoraggiati, impotenti, o inutili». «Anche Elia veniva da un lungo cammino, in fuga da una regina iniqua che lo perseguitava da anni, e per causa della quale tre volte ha rischiato di morire di fame», ha ricordato il presidente della Cei riferendosi ai pellegrinaggi organizzati dalle diocesi per convergere a Roma: «La sua fuga ci fa pensare anche ai tanti giovani che vivono oggi sulla loro pelle la stessa condizione del profeta e che devono rifugiarsi o migrare in altri Paesi a causa di guerre o dittature o carestie». «Alcuni di loro, e questo è un fatto commovente, hanno camminato accanto a voi, e questa credo che per tutti sia stata un’esperienza bellissima», ha aggiunto a braccio.

Chiamati ad accogliere. «Ogni volta che il profeta pensava di morire, sperimenta di fatto l’aiuto del Signore», ha sottolineato il cardinale: «La prima volta erano stati dei corvi a sfamarlo, come a dire che nel creato ci sarebbero le risorse necessarie per tutti: Dio – si legge nel Salmo – ‘provvede il cibo ai piccoli del corvo che gridano a Lui’. Nel racconto biblico, i corvi sono addirittura lo strumento con cui il Signore viene in aiuto del profeta». La seconda volta Elia viene soccorso, invece, «da chi meno se lo aspettava: una donna povera, vedova e straniera». «Questa figura ci ricorda che siamo sempre chiamati al dovere dell’accoglienza, in qualsiasi condizione ci troviamo», il monito del presidente della Cei: «anche chi è rimasto con poca farina o con poco olio, come la vedova che soccorre Elia, può fare qualcosa, perché la Provvidenza agisce sì miracolosamente, ma si serve delle nostre mani, dei nostri piedi e soprattutto del nostro cuore». Infine, quando Elia è ancor più disperato, «il Signore con il suo angelo lo invita a proseguire il cammino». «È proprio a partire da questa ulteriore crisi che la missione di Elia diventerà più importante», ha spiegato Bassetti: «nel momento in cui Elia è più scoraggiato, il Signore gli dà forza e gli chiede di impegnarsi per il proprio popolo, coinvolgendo anche altri in questo servizio».

«Non stancatevi» di cercare Gesù, per «continuare ad essere lievito di speranza per la nostra Chiesa e per la nostra stessa società». Si è conclusa con questo invito l’omelia. Sulla scorta del Vangelo di questa domenica, Bassetti ha invitato le decine di migliaia di giovani, provenienti da tutta Italia, a «fare il passo decisivo, quello che porta a riconoscere in Gesù il pane della vita, il pane vivo, che ci assicura una vita piena, bella, riuscita. Eterna». «Cari giovani, come vi ha detto il Santo Padre ieri sera, non stancatevi di cercare Gesù!», ha esclamato il presidente della Cei: «Lui vi capisce fino in fondo, perché lui solo – sa cosa c’è davvero nel cuore dell’uomo, nel cuore di ciascuno di noi» . «Il vero pellegrinaggio – ha concluso il cardinale – ha Gesù come compagno di viaggio e come meta che non delude. Per questo il vero pellegrinaggio non può mai deluderci. Cari giovani, nutritevi della sua Parola e del Pane eucaristico. Lasciatevi interpellare e incontrare da lui. La vostra giovinezza, statene certi, allora non sfiorirà mai. E continuerete ad essere lievito di speranza per la nostra Chiesa e per la nostra stessa società».