Vita Chiesa
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Sinodo: «rito» del matrimonio «non è automaticamente sacramento»

«La celebrazione del rito matrimoniale non è automaticamente la celebrazione del sacramento matrimoniale». È una delle precisazioni venute dai padri intervenuti nell'Ottava Congregazione generale di ieri pomeriggio. Negli interventi, si legge nella sintesi diffusa oggi, è stata ribadita «l'importanza di una adeguata preparazione al matrimonio, poiché la sua celebrazione sembra ridursi sempre più alla dimensione sociale e giuridica, invece che religiosa e spirituale».

Il percorso preparatorio, invece, «spesso viene percepito dai nubendi come un'imposizione, un compito da assolvere senza convincimento e risulta essere troppo breve». Poiché, invece, «il matrimonio è una vocazione per la vita, la sua preparazione dovrebbe essere lunga e approfondita, come avviene per la vita religiosa», tanto più che nei futuri sposi c'è «una frequente mancanza di consapevolezza del valore sacramentale del vincolo matrimoniale». Tra gli altri temi emersi nelle ultime Congregazioni, ha riferito padre Lombardi, anche la presenza dei bambini «come aspetto fondamentale della famiglia»: di qui l'importanza dell'educazione e della «responsabilità dei genitori e delle famiglie nell'educazione, anche in rapporto ai sistemi diversi di carattere educativo in cui ci si trova ad operare nei diversi Paesi del mondo».

L'esigenza di uno «snellimento» delle procedure per i processi di verifica della nullità matrimoniale è stata al centro anche degli interventi nelle ultime Congregazioni generali. Ricordando la Commissione speciale di studio per la riforma del processo matrimoniale canonico, istituita dal Papa, i padri intervenuti - si legge nella sintesi - hanno auspicato «il raggiungimento di una procedura più semplice, purché unica per tutta la Chiesa». Sulla doppia sentenza conforme conseguente all'obbligatorietà dell'appello ci si è chiesti, inoltre, «se sia possibile ipotizzare di lasciare al discernimento del vescovo la determinazione di ricorrere o meno in appello». Nello stesso tempo, «si è auspicata una maggiore presenza di giudici laici opportunamente preparati, in particolare anche donne, nei tribunali ecclesiastici». L'importanza di una «giurisprudenza comune» in materia, ha spiegato padre Lombardi nel briefing, è necessaria «per non seguire vie arbitrarie o troppo diverse da una parte e dall'altra».

Poi il portavoce vaticano ha ricordato che «la decisone di san Pio X di ammettere i bambini all'Eucaristia fu considerata estremamente rivoluzionaria al suo tempo». «Ci sono esempi di coraggio anche da parte di un Papa», ha commentato in merito alla volontà dei padri sinodali di «riflettere e introdurre novità riguardo alla prassi dell'accesso all'Eucaristia».

Fonte: Sir
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