Vita Chiesa

Sinodo sulla famiglia, ci saranno anche i laici tra gli uditori

Ad annunciarlo oggi è stato monsignor Lorenzo Baldisseri, nuovo segretario generale del Sinodo dei vescovi, durante la conferenza stampa di presentazione del documento preparatorio. Soffermandosi sul «rinnovamento» del metodo del Sinodo, il segretario ha spiegato che l’intenzione del Papa, che ha presieduto la riunione del Consiglio del Sinodo svoltasi il 7 e l’8 ottobre scorso, è di «rendere l’istituzione sinodale un vero ed efficace strumento di comunione attraverso il quale si esprima e si realizzi la collegialità auspicata dal Concilio». Papa Francesco vuole anche «potenziare l’attività della segreteria generale del Sinodo dei vescovi perché essa possa adempire adeguatamente la sua missione di promuovere la collegialità episcopale, ‘cum Petro e sub Petro’, nel governo della Chiesa universale», non solo come «cambiamenti strutturali» ma anche con «l’adeguamento funzionale».

«Non ci sono regole nuove: stiamo interpretando le regole che abbiamo in forma dinamica», ha detto monsignor Lorenzo Baldisseri, rispondendo alle numerose domande dei giornalisti sui cambiamenti in vista per il prossimo Sinodo sulla famiglia. Tra la prima e la seconda tappa del Sinodo, ha spiegato il segretario, «il discorso continua, non si ferma, perché il Papa ci invita ad essere in cammino». Nessun nuovo regolamento, dunque, «per il momento», ma ciò non toglie che «nel camminare siamo pronti a modificarlo». Il Sinodo dei vescovi, nelle intenzioni del Papa, deve essere «un organo propulsivo, con un cuore che batte: non soltanto esecutivo, ma permanente, forse un po’ più ampliato, in modo che possa studiare anche altre questioni, non solo quelle stabilite in maniera specifica, per aiutare in maniera collegiale il Papa nel governo della Chiesa».

Tra queste, proprio la collegialità e l’esercizio del ministero petrino. Visto che «il tempo è breve», ha annunciato mons. Baldisseri, dalla sintesi delle risposte al questionario contenuto nel documento preparatorio verrà fuori, a maggio, l’Instrumentum Laboris, in modo che «i padri potranno ampliarlo o arricchirlo con loro contributi in tempo utile», prima del documento che concluderà la prima tappa del Sinodo.