Vita Chiesa

Veglia Cei Sinodo: le testimonianze delle coppie di sposi

Antonio e Roberta, matrimonio “compimento del nostro amore”. “Vediamo nella famiglia il compimento del vostro amore e per questo, con voi, questa sera vogliamo pregare per il prossimo Sinodo sulla famiglia”. Si è conclusa con queste parole la prima delle tre testimonianze di coppia offerte in piazza san Pietro aspettando il Papa, che presiederà la preghiera per il Sinodo promossa dalla Cei alla vigilia dell’apertura di domani. A parlare sono Antonio Soreca e Roberta Quaranta, 31 e 25 anni, della diocesi di Benevento. “Siamo insieme da 4 anni, e da un po’ di tempo stiamo ponendo le basi per il nostro futuro insieme. Si tratta di piccoli passi, di un progettare prudente ma che dà ossigeno alla nostra vita di coppia perché ci orienta verso il compimento del nostro fidanzamento che per noi è il matrimonio sacramentale. Come ci ha insegnato Papa Francesco, io Antonio vorrei aiutare Roberta a diventare più donna e Roberta vorrebbe aiutare me a diventare più uomo”. “Siamo per un amore che vive di piccole conferme quotidiane per porre le basi di un ‘sì’ che per noi non può che essere unico e indissolubile”, gli ha fatto eco Roberta: “Il confronto con amici che hanno già fatto questa scelta o che si preparano a compierla prima di noi, ci fa crescere”.

Margherita e Marco, con affido è arrivata “figlia del cuore”. “Una mattina al lavoro arriva a Margherita una telefonata, è un amico, volontario in ospedale. Ci dice che una bimba di sette mesi cerca una famiglia affidataria, e chiede se conosciamo qualcuno a cui proporre questa avventura. E così la piccola arriva da noi, ed ora è qui figlia del cuore. E la nostra famiglia non si ricorda nemmeno com’era quando lei non c’era”. Marco Invernizzi – sposato con Margherita da 17 anni, e con lei collaboratore dell’Ufficio di pastorale familiare della diocesi di Novara – racconta così, alla Veglia Cei per il Sinodo, l’esperienza dell’affido, tanto desiderata e arrivata solo di recente, dopo quattro figli. “La vita accolta – ha testimoniato Margherita – ha ridato vita a noi, che avevamo tutto e rischiavamo di addormentarci. Non sappiamo più se noi abbiamo accolto lei, o se lei ha accolto noi, le nostre lotte educative, la nostra fatica nel costruirci famiglia, il nostro bisogno di saperci affidare. Per questo oggi non possiamo che dire grazie perché, come ci ricorda il Papa, la mano del Signore ha ampliato l’orizzonte della nostra esistenza, e ha generato per noi un mondo nuovo. E ora questo mondo nuovo desideriamo abitarlo con gioia”.

Nicola e Antonella, “ritrovarsi” dopo sei anni di separazione. “In Dio tutto è possibile, e il ‘per sempre’ in Lui è recuperabile”. Nicola e Antonella Lops, dell’associazione “Retrouvaille”, l’hanno pronunciata insieme questa frase, a conclusione del loro intervento in piazza San Pietro. Sposati da 15 anni, due figli – Paolo di 14 anni e Sara di 11 – hanno riscoperto il loro matrimonio, partito col vento in poppa del fidanzamento, dopo sei anni di separazione. “Non era proprio il matrimonio che mi immaginavo”, ha raccontato Nicola: “Quello che mi mancava lo iniziai a cercare fuori dal contesto familiare, iniziai a tradirla prima in maniera occasionale, dopo stabilendo una relazione extra coniugale fissa con un’altra donna”. Dopo quasi otto anni di matrimonio, arriva la separazione. E proprio nei “lunghissimi anni della separazione”, Nicola ha “riscoperto” Antonella, che gli stava vicino “gratuitamente”: “Nonostante tutto il male che le avevo fatto, era sempre stata lì ad aspettarmi”. “Quando Nicola mi ha chiesto di riprovare a ridare una speranza alla nostra relazione mi sentivo molto titubante e incerta”, ha confessato Antonella: “Avevo tanta paura di soffrire di nuovo”. “Lo scorso Natale è stato per me il più bello della mia vita, finalmente siamo tornati a vivere insieme dopo tanti anni di separazione e lontananza”, ha raccontato Nicola.