Vita Chiesa

Vocazioni: ecco come si muove la Toscana

di Sara MartiniLa Chiesa ha bisogno di sacerdoti consapevoli della propria missione»: così si è espresso il Santo Padre Benedetto XVI nel suo messaggio ai vescovi italiani riuniti ad Assisi per la loro 55ª assemblea plenaria. La preoccupazione per la diminuzione del clero, per il calo generale delle vocazioni, per il progressivo innalzamento dell’età media dei sacerdoti, insieme al crescente fenomeno dell’accoglienza e dell’inserimento di giovani non italiani nei seminari, è stato così uno dei temi affrontati ad Assisi dai nostri Pastori nel corso dell’ultima Assemblea generale della Cei. Per quanto riguarda la Toscana, il Centro Regionale Vocazioni, che unisce le realtà delle diverse diocesi sotto la guida del vescovo di Lucca, Italo Castellani, delegato per le vocazioni dalla Conferenza Episcopale Toscana, da tempo, partendo da un confronto, ha tentato di porsi alcuni interrogativi ed individuare alcune tracce di percorso per i vari Centri Diocesani Vocazioni. Innanzitutto, spiega il direttore del Centro regionale vocazioni don Franco Brogi, «crediamo di non poter sfuggire al confronto e al dialogo serrato con gli educatori alla fede, a cominciare dai genitori, i catechisti, e tutti coloro che comunque hanno deciso di giocarsi con i giovani». Appare sempre più chiaro che la pastorale vocazionale è il caso serio della pastorale odierna, dal momento che «dire vocazione significa dire dimensione costitutiva ed essenziale della stessa pastorale ordinaria», come si legge nel documento Nuove Vocazioni per una nuova Europa. Ma se tutta la pastorale è vocazionale, in un modo particolare lo è quella giovanile. Interlocutori privilegiati, dunque, per la pastorale vocazionale sono tutti coloro che si interessano a quella giovanile e all’educazione dei giovani alla fede. Altro interlocutore da non dimenticare, sottolinea ancora don Brogi, «sono i luoghi dove si formano i giovani a scelte di vita totalmente dedicate alla causa di Cristo e del Vangelo: sono le case di formazione alla vita consacrata e, in un modo del tutto particolare, i nostri Seminari diocesani, ma anche quei luoghi pedagogici della fede costituiti dai gruppi, dai movimenti, dalle associazioni e dalla stessa scuola». È a partire da queste intuizioni, dalla collaborazione sempre più radicata ed autentica, dalla ricerca di una rinnovata attenzione ai luoghi e agli educatori della fede, pieni di vita e di slancio evangelico, capaci di suscitare la presa di coscienza della vocazione e di accompagnare la gioia dell’incontro con Cristo nei nostri giovani, e dalla ricerca di una comune progettualità, che il servizio del CRV si sta orientando, consapevole della necessità di «nuova riflessione sulla vocazione e sulle vocazioni, sulla cultura e sulla pastorale vocazionale e proporre al tempo stesso un “sussulto” idoneo ad aprire stagioni nuove nelle nostre Chiese» (Nuove Vocazioni per una nuova Europa). L’atteggiamento interiore che la pastorale vocazionale, nei suoi incaricati, vuole maturare, sottolinea don Brogi, è quello della speranza, convinta che, come affermava il Professor La Pira, «i giovani sono come le rondini; sentono in anticipo il cambio delle stagioni e volano verso la primavera», consapevole che il suo è un servizio alla «vocazione», alla «perla preziosa» e al «tesoro nascosto» già presenti nel cuore dei giovani, perché dono di Dio e non opera umana. Collaborare, sperare insieme dunque, per operare scelte concrete, con sempre maggiore consapevolezza e vigore, e per accompagnare iniziative con dedizione, passione e cura costante, nelle nostre Diocesi.I Centri Diocesani Vocazioni propongono, con le realtà presenti sul territorio, in particolare i Seminari, e per lo più in collaborazione con i Centri di pastorale giovanile, percorsi di preghiera, formazione spirituale, momenti di fraternità. Questo è il caso, ad esempio, della Diocesi di Fiesole, che, circa una volta al mese, invita i giovani ad incontri di preghiera sulla Parola di Dio, e che propone, sempre intorno alla Parola, alcuni fine settimana.

Per ricordare ancora iniziative concrete, per la diocesi di Firenze un valore importante riveste il cosiddetto «monastero invisibile», si tratta di una preghiera per le vocazioni espressa dai fedeli della diocesi, in particolar modo dai malati, ai quali si uniscono diverse parrocchie che, con cadenza mensile, propongono l’adorazione come momento di preghiera per le vocazioni. Inoltre diverse sono le attività intorno alla realtà del Seminario pensate insieme al Centro diocesano Giovani, come il percorso di preghiera, ogni secondo lunedì del mese, per tutti i giovani, nella cappella del Seminario, e un ritiro mensile, sempre aperto a tutti in Seminario. La comunità del Seminario inoltre vive alcune giornate a contatto di volta in volta con le diverse parrocchie della diocesi.

Da Prato parte invece un cammino vocazionale, itinerante, che si sviluppa in cinque fine settimana, facendo tappa ad Arcetri, Fiesole, Prato, Montepiano, durante i quali viene offerta ai giovani la possibilità di ascoltare, riflettere e confrontarsi sulle diverse scelte di vita cristiana.