Pisa
Pisa: dal 25 agosto congresso dei teologi italiani
L’incontro si svolgerà dal 25 al 28 agosto all'Auditorium Giuseppe Toniolo. A sessant’anni dal Concilio Vaticano II: bilancio tra riforme attuate e nodi ancora aperti, ecco perché il dibattito riguarda tutti

Dal 25 al 28 agosto Pisa accoglie il XXIX Congresso dell’Associazione Teologica Italiana (ATI). L’incontro si svolgerà all’Auditorium Giuseppe Toniolo, accanto al Duomo e alla celebre torre campanaria, e affronterà i temi indicati dal titolo: «”Luce delle genti”. Cristo, la Chiesa, l’evangelizzazione a 60 anni dal Vaticano II». L’intento principale del congresso è esplorare l’attualità del Concilio Vaticano II (1962-1965) e il suo impatto sulla Chiesa e sulla teologia contemporanea. Al centro, una domanda che non riguarda solo i credenti: resta qualcosa oggi del Concilio Vaticano II? E se sì, in che modo la sua eredità può continuare a incidere su cultura, linguaggio pubblico e convivenza civile?
Sessant’anni fa il Concilio Vaticano II propose un cambio di prospettiva. Diversamente dagli altri 20 concili ecumenici della storia, quest’ultimo non puntò a definire nuovi dogmi o a pronunciare condanne: voleva riannodare il dialogo con il mondo contemporaneo e riconoscerne i “semi di verità”. Per questo riguardò tutti: affrontò temi attuali come la libertà religiosa, la libertà di coscienza, il pluralismo, fino al linguaggio con cui la Chiesa si rivolgeva alla società, a partire dalla liturgia. Oggi il contesto è molto cambiato. Mentre i funerali di un Papa restano tra gli eventi mediatici globali (potremmo forse dire mondani) più seguiti al mondo, la Chiesa registra la costante diminuzione di matrimoni religiosi, battesimi e partecipazione alle liturgie. Fare un bilancio pubblico del Vaticano II significa quindi chiedersi dove sta andando la Chiesa e quale linguaggio le permetta di parlare alla società di oggi senza smarrire l’essenzialità del proprio messaggio evangelico.
Perché un Congresso che fa il punto sul Vaticano II riguarda tutti, anche i non credenti?
Riflettere sul Vaticano II non è una solo una questione interna alla Chiesa: riguarda il modo in cui viviamo insieme. Le sue ricadute si osservano nei riti di passaggio (matrimoni, funerali), nelle reti di cura e di volontariato che sostengono comunità e fragilità, in una parte importante del nostro patrimonio culturale (arte, musica, architettura) e tocca temi di etica pubblica (pace, lavoro, migrazioni, ambiente). Per questo interrogarsi oggi sul Vaticano II significa lavorare a una lingua comune e a regole di convivenza più inclusive e intelligibili per tutti, credenti e non.
Il Vaticano II: un evento che ha cambiato la modernità
Nella storia del cristianesimo i concili ecumenici sono ventuno: il Vaticano II (1962–1965) fu di dimensioni senza precedenti. A Roma si riunirono quasi 3.000 vescovi in quattro sessioni; 2.212 furono gli interventi pronunciati in aula, 4.361 i contributi scritti, 527 le votazioni e oltre 1 milione le schede conservate. Accanto ai membri con diritto di voto, si raccolsero quasi 500 esperti, delegazioni ecumeniche e rappresentanti del laicato; più di 1.300 giornalisti accreditati seguirono i lavori. Un’“officina” mondiale davvero ben organizzata con interventi contingentati a 5 minuti per garantire ordine e sintesi.
Perché “riaprire il cantiere” oggi
C’è chi parla di attuazione parziale del Vaticano II e chi evoca addirittura un tradimento dello spirito conciliare. Riaprire il confronto significa unire realismo e coraggio: la società contemporanea cambia molto rapidamente e la teologia può offrire pensiero critico e dialogo, mostrando una Chiesa non come “blocco di dogmi”, ma come comunità che pensa e si misura con le domande del proprio tempo.
Voci e contenuti
Il Congresso si aprirà lunedì 25 agosto (orario 16.00-19.00) con la tematica “Scrutare i segni dei tempi…” (GS 4): la Chiesa nel mondo. Dopo i saluti iniziali del presidente dell’ATI, il vescovo di Vittorio Veneto Riccardo Battocchio, a seguire il teologo Severino Dianich, già presidente dell’ATI, uno degli ultimi testimoni diretti del Concilio, Vincenzo Rosito, professore di filosofia politica e sociale al Pontificio Istituo Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, rifletterà sulle domande che la Chiesa riceve e può porre al mondo, a sessant’anni dalla conclusione del Concilio. A seguire, Stella Morra, docente di Teologia Fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, esplorerà “Cosa lo Spirito dice alle Chiese?”. La giornata di martedì 26 agosto (orario 9.00-12.30 e poi 15.30-19.00) sarà incentrata su “…alla luce del Vangelo” (GS 4): Cristo e la Chiesa.
In mattinata, Armando Nugnes, professore di teologia a Roma e a Napoli, proporrà una lettura trasversale del rapporto tra Cristo, Chiesa ed evangelizzazione, con un focus sulla cristologia nel e dal Vaticano II. Michael Seewald, dell’Università di Münster, uno dei più attivi e noti teologi tedeschi dell’ultima generazione, approfondirà il tema della “Forma Christi – forma Ecclesiae – reformatio Ecclesiae”, alla ricerca del modo in cui la prospettiva cristologica può essere fattore propulsivo della riforma ecclesiale. Nel pomeriggio, Rafael Luciani , teologo laico venezuelano docente a Caracas e al Boston College, discuterà “La Chiesa del Concilio e le sue ermeneutiche: una prospettiva critica a partire dal processo sinodale”. Concluderà la giornata Clarence Devadass, Direttore del Centro Cattolico di Ricerca di Kuala Lumpur in Malesia, Segretario Esecutivo dell’Ufficio per le Questioni Teologiche della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (FABC), che parlerà de “La Chiesa del Concilio tra testi e contesti”, riflettendo a partire dall’esperienza asiatica. La giornata di mercoledì 27 agosto (9.00-12.30) porterà, come titolo di riferimento, “Con mirabile varietà” (LG 32): la complessità della Chiesa.
Serena Noceti, docente di teologia a Firenze, già vice-presidente dell’ATI, impegnata nella formazione di laici, presbiteri e vescovi in America Latina e in Europa, affronterà i “Nodi irrisolti nelle strutturazioni ecclesiali”, mentre il canonista Matteo Visioli, docente di Diritto Canonico alla Pontificia Università Gregoriana, si concentrerà su “Ministeri e potestates in una Chiesa sinodale”. Il pomeriggio sarà dedicato a sessioni parallele e a una visita al complesso della Primaziale, guidata da don Severino Dianich. Infine, giovedì 28 agosto (9.00-12.30), la sessione conclusiva, intitolata “Per la piena realizzazione del disegno di Dio” (LG 17): prospettive per Chiesa, evangelizzazione, culture, vedrà l’intervento di Andrew G. Recepcion, originario delle Filippine e docente di missiologia alla Pontificia Università Gregoriana, sui “Modelli emergenti di Chiesa e di evangelizzazione”. Concluderà il congresso Mario Antonelli, rettore del Pontificio Seminario Lombardo e professore di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense, che tratterà del “Futuro della fede e annuncio nella complessità dei contesti”.