Vita Chiesa

Abusi su minori, conclusa l’«Anglophone conference»: «Camminare con le vittime»

«Un’esperienza dell’amore incondizionato di Dio è vitale per il pieno recupero e la totale guarigione dei sopravvissuti. Questo amore arriva tramite i sentieri umani, e se coloro che sono vicini all’abusatore – che lo rappresentano in qualche maniera – percorrono un cammino d’amore con la vittima, si hanno maggiori possibilità di guarigione e l’amore apre un’opportunità più ricca». È quanto ha dichiarato padre James Corkery docente di teologia sistematica presso l’università Gregoriana, nella conferenza stampa finale dell’«Anglophone conference on the Safeguarding of Children, Young People and Vulnerable Adults», che si è chiusa oggi a Roma (dal 21 giugno) cui hanno partecipato rappresentanti di diverse conferenze episcopali di lingua inglese e di vari Ordini religiosi e i responsabili per la prevenzione di abusi in Diocesi e Istituzioni cattoliche, provenienti da Canada, Inghilterra e Galles, Irlanda, Kenya, Malawi, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Scozia, Sud Africa, Sri Lanka, Usa e Zimbabwe.

Scopo dell’incontro, promosso congiuntamente dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America (Usccb) e dal Centre for Child Protection (Ccp) dell’Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana, è stato condividere esperienze e «best practices» nel contrasto degli abusi sessuali sui minori.

Per la prima volta, si legge nella nota finale diffusa al termine dei lavori, «il tema degli abusi sessuali sui minori è stato affrontato in una prospettiva teologico-sistematica e spirituale – come emerge dal titolo dell’incontro ‘Protezione dei Minori – Un approccio spirituale e teologico’, interrogandosi sul come la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa ci aiutino a rispondere alla ‘piaga nel corpo di Cristo» per il bene delle persone ferite e per il Popolo di Dio’».

L’obiettivo, spiega la nota, è «comprendere cosa significhi parlare di redenzione a vittime di abuso, di possibile riconciliazione, di responsabilità e missione della Chiesa e della preghiera di fronte ai peccati e crimini commessi». «Molti cattolici hanno lasciato la Chiesa in seguito alla crisi degli abusi sessuali», ha osservato Suor Sara Butler, presente alla conferenza stampa e partecipante ai lavori. «I fedeli cattolici che rimangono, nonostante la disillusione e la rabbia, continuano ad amare la Chiesa come mediatrice della grazia di Dio e della Sua misericordia».

Per il vescovo Edward J. Burns, presidente della Commissione per la protezione dei bambini e dei giovani della Conferenza episcopale degli Usa, «la conferenza ha dato ai partecipanti la possibilità di imparare gli uni dagli altri come rispondere in modo adeguato alle vittime e proteggere i minori in futuro. Confidiamo di mostrare la serietà di questo tema e la nostra risolutezza nel perseguire la guarigione. La vita di coloro che sono stati abusati e delle loro famiglie è stata toccata da grande dolore e grande sofferenza, i leader della Anglophone Conference si incontrano ogni anno per imparare le best practices e si impegnano a dare il meglio per creare un ambiente sicuro all’interno della Chiesa». In questa prospettiva vanno collocate le iniziative che il Ccp porta avanti da tempo: oltre al programma formativo e-learning per la prevenzione degli abusi sessuali, adottato in diverse istituzioni partner in quattro continenti, il Ccp conduce attività di ricerca interdisciplinare, promuove programmi di dottorato e organizza conferenze internazionali sulla prevenzione e la tutela dagli abusi. Dal febbraio 2016 attiverà un corso interdisciplinare per il conseguimento del Diploma in Safeguarding of Minors ( http://childprotection.unigre.it )