Vita Chiesa

Accolitato e lettorato, per la prima volta in Toscana ci sono anche le donne

Nei giorni scorsi sono stati conferiti in Toscana accolitato e lettorato ad alcuni laici, tra cui tre donne: era la prima volta in Toscana dopo il motu proprio di papa Francesco Spiritus Domini che ha aperto questa possibilità. A Prato il vescovo Giovanni Nerbini ha conferito il ministero di lettore Domenico Cifaldi, Teresa Cantileno e Sandra Minucci. Francesca Bianchi ha ricevuto il ministero dell’accolitato dal vescovo Giovanni Roncari nella chiesa parrocchiale di Buriano, piccolo centro collinare nel comune di Castiglione della Pescaia.

Un passaggio fondamentale per una migliore comprensione del ruolo dei laici, e in particolare delle donne, e più in generale per dare «un volto rinnovato della Chiesa». A patto che cresca la comprensione per questi servizi alla vita della comunità ecclesiale. Così Padre Valerio Mauro, docente di Teologia sacramentaria alla Facoltà teologica dell’Italia centrale, spiega il significato dei «ministeri istituiti» di accolito e lettore. Cosa rappresenta questa novità per la vita delle comunità cristiane? «All’interno delle varie riforme liturgiche seguite alla chiusura del Concilio, con la Ministeria quaedam Paolo VI aveva abolito i cosiddetti “ordini minori”, considerati allora come tappe da percorrere in vista dell’ordinazione presbiterale. Al tempo stesso istituiva lettorato e accolitato come ministeri laicali, riservandoli ai maschi secondo l’uso tradizionale. Tuttavia, questa decisione si presentava come una discrepanza teologica, perché proprio in quanto ministeri laicali, e non più legati al sacramento dell’ordine, lettorato e accolitato hanno come fondamento la radicale uguaglianza che esiste all’interno del popolo di Dio e l’esercizio dell’unico sacerdozio battesimale, partecipazione al sacerdozio di Cristo, unico sommo sacerdote. Il motu proprio di papa Francesco rappresenta, quindi, una chiara affermazione teologica della fondamentale uguaglianza che deriva dal battesimo all’interno del popolo di Dio. In forza dell’unico sacerdozio battesimale donne e uomini sono chiamati assumersi comuni responsabilità e ricoprire uguali rappresentatività ecclesiali. Mi sembra di poter affermare come l’estensione del conferimento dei due ministeri anche alle donne ponga il fondamento per un volto rinnovato della Chiesa, il santo popolo di Dio chiamato a essere testimonianza viva di Cristo nella comunione di una pluriformità di carismi e ministeri».«La diffusione dei ministeri istituiti aggiunge padre Valerio Mauro – avrà certamente un effetto positivo nella vita ecclesiale, man mano che con la loro diffusione crescerà anche la comprensione del loro ruolo. Nella loro rappresentanza simbolica i lettori hanno come riferimento la proclamazione della Parola, gli accoliti il servizio alla mensa eucaristica. Di conseguenza, proprio in forza del loro ministero, i lettori dovrebbero prestarsi in vario modo perché la Parola di Dio risuoni feconda nella vita della comunità; gli accoliti sono tenuti a mettersi a disposizione perché il “sacramento della carità” estenda la sua azione nel prendersi cura di chi si trova nel bisogno».

Il testo completo dell’intervista nelle pagine di Toscana Oggi (sia nella versione cartacea che digitale)