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ACLI: AL VIA QUESTO POMERIGGIO A ROMA IL 24° CONGRESSO NAZIONALE

981.655 iscritti in Italia, più 16.149 all’estero. 7486 strutture territoriali, tra cui circa 3100 circoli, 106 sedi provinciali e 21 regionali. Con questi numeri contenuti nella relazione introduttiva del presidente nazionale Andrea Olivero, prende il via questo pomeriggio a Roma il 24° Congresso nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, “Rigenerare comunità per ricostruire il Paese. Acli artefici di democrazia partecipativa e buona economia” (Sheraton Golf Parco de’ Medici – fino al 6 maggio). A seguire gli interventi del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, e del segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata. Tra gli altri ospiti il presidente della Caritas italiana mons. Giuseppe MerisiAngelo Casile Franco Miano. Durante i lavori i 670 delegati provenienti da tutta Italia saranno chiamati ad eleggere il presidente nazionale e a rinnovare gli organi associativi. Info e programma su www.acli.it.Intanto ieri è stato anticipato il sondaggio effettuato tra gli italiani da Ipr Marketing, in collaborazione con Iref (Istituto di ricerca delle Acli), “Come e quando usciremo dalla crisi economica?”, secondo il quale l’Italia uscirà dalla crisi entro i prossimi 3 anni, “ma in condizioni peggiori di prima”. In base al sondaggio Acli, preoccupazione (27,45), insicurezza (17,3%) e pessimismo (12,4%) sono i sentimenti dominanti quando si pensa al futuro. Per uscire dalla crisi gli italiani chiedono maggiore equità (24,9%) e moralità (22,8%), ma anche competenza (18,5%) e innovazione (12,7%). Sul fronte degli interventi da effettuare, le priorità sono famiglie e conti dello Stato (75%). Per cambiare il nostro Paese, secondo la maggioranza degli intervistati (50,9%) la strada da seguire è quella riformista, con interventi graduali e condivisi (35,7%) ma anche impopolari (14,6%), ma quasi un terzo del campione (32,%) vede la “rivoluzione” come unico mezzo per trasformare l’Italia (32%). I segnali più evidenti di uscita dalla crisi saranno “l’aumento dei posti di lavoro” (26,3%) e la conseguente ripresa dei consumi (19,8%). Per il presidente Olivero, “il Paese ha bisogno di ripartire ricostruendo il rapporto di fiducia con i cittadini e rianimando il sentimento di speranza, offrendo un modello e un progetto credibile di sviluppo. Il risanamento dei conti non basta”. La strada da percorrere “è quella delle riforme, per cambiare in meglio questo Paese, senza lasciare altro pericoloso spazio ad astensionismo e antipolitica”. (Sir)