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Aiuti umanitari: problemi e progetti per i migranti in Libia e Tunisia

Di ritorno dalla Gmg di Lisbona papa Francesco ha espresso la sua preoccupazione per la situazione nei Paesi africani che affacciano sul Mar Mediterraneo.

La situazione dei migranti sub-sahariani che vivono o passano per la Libia è drammatica: chi è irregolare non ha accesso alle cure sanitarie di base, i bambini non possono frequentare la scuola e se vengono intercettati dalle forze dell’ordine rischiano di finire nei famigerati centri di detenzione dove vengono notoriamente violati i diritti umani. Delle condizioni dei centri attualmente si sa poco e nulla.

Da oltre un anno non vengono rilasciati più visti d’ingresso agli operatori internazionali, per motivi burocratici. Non va meglio in Tunisia, dove dal mese di febbraio gli africani sub-sahariani sono stati costretti a chiudersi in casa per paura di aggressioni a causa di una campagna di odio fomentata da alcune dichiarazioni del presidente Kais Saïed. Ora i toni si sono un po’ smorzati, ci sono piccole azioni di solidarietà dalla società civile, ma di fatto chi è in condizione di irregolarità continua a lavorare in nero, a cottimo, rischiando moltissimo.

Molti sono stati rimpatriati in Costa d’Avorio o Senegal. La situazione più terribile riguarda migliaia di persone abbandonate nel deserto al confine tra Tunisia e Libia. Nessuno li vuole. Scioccante è stata la foto di una mamma e della figlia ritrovate morte, probabilmente di fame e sete, nella stessa posizione in cui dormivano. “Si parla di 1.000 o forse 2.000 persone a ridosso del confine – riferisce al Sir da Tunisi Flavia Pugliese, referente di Terre des hommes per i progetti in Libia -. Ma non ci permettono di andare a verificare la situazione umanitaria per capire se è possibile intervenire. Il governo tunisino ha consentito l’accesso solo all’Organizzazione internazionale per le migrazioni, all’Unhcr e alla Croce rossa tunisina ma possono solo e distribuire acqua e cibo”.

“L’opinione comune – prosegue – è che il governo non intenda farsene carico, per cui queste persone vengono sballottate tra Libia e Tunisia. La settimana scorsa c’è stata anche l’ondata di caldo più forte della storia tunisina, sicuramente saranno in condizioni terribili. Ma nelle ultime settimane in Tunisia c’è un rifiuto verso tutto quello che è irregolare”.