Vita Chiesa

ALBANIA: LETTERA DEI VESCOVI PER I 100 ANNI DELL’INDIPENDENZA DEL PAESE

«L’Albania deve andare verso l’Europa dove naturalmente appartiene correggendo così errori o situazioni del passato». È quanto scrivono i vescovi della Conferenza episcopale albanese (Cea) nella lettera pastorale in occasione dei 100 anni dell’indipendenza del Paese. Il documento, dal titolo «Fides et Patria», è stato approvato durante la XXVIII assemblea plenaria della Cea, svoltasi dal 2 al 4 maggio a Tirana. Oggi l’Ufficio stampa della Conferenza episcopale ha diffuso una sintesi del testo. «La lettera – spiega don Gjergj Meta, portavoce della Cea – si rivolge a tutti i fedeli cattolici ma anche a tutte le persone di buona volontà. All’inizio del documento viene sottolineato il ruolo dei cattolici nel processo d’indipendenza, culminato il 28 novembre 1912, dopo 500 anni di occupazione ottomana. Tra gli eventi importanti di questi cento anni vengono ricordati il martirio della Chiesa cattolica durante il comunismo, la visita di Giovanni Paolo II nel 1993 e la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta, figlia del nostro popolo». Nella lettera vengono analizzati tre aspetti della vita del Paese spiegando il senso dell’«amore per la Patria». In primo luogo si ribadisce che «amore per la Patria vuol dire amore per la famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Non ci può essere, quindi, un impegno per la Patria senza un impegno per la famiglia». Nel documento viene poi rimarcato che «amore per la Patria vuol dire amore gli uni per gli altri e per la vita. Il processo di riconciliazione e di dialogo dev’essere portato avanti nella vita del Paese. Il dialogo interreligioso, la ricerca di un linguaggio comune per una convivenza migliore, anche in vista del processo d’integrazione europea» sono altri temi importanti per lo sviluppo del Paese. «La difesa della vita, in tutti gli stadi della sua esistenza – si legge nel testo – costituisce la migliore premessa nell’impegno contro alcuni fenomeni quali aborto, eutanasia, vendetta, suicidio e uso di droghe». In terzo luogo, i vescovi ricordano che «la coscienza e il rispetto della legge per un’Albania più democratica costituiscono le premesse necessarie per la lotta alla corruzione la quale impedisce la crescita della società, causando povertà e degrado». Tra le altre cose, i vescovi indicano «l’integrazione dell’Albania nella famiglia europea come una sfida per il futuro». Da ultimo si rivolgono ai giovani invitandoli a «essere responsabili della Patria», a «non abbandonarla» e a «lavorare per il suo sviluppo», «ispirandosi alle migliori virtù ereditate dai loro padri ma anche alla loro fede». (Sir)