Toscana

ALLARME DI UNCEM: GIUDICI DI PACE A RISCHIO NEI PICCOLI CENTRI

E’ un grido d’allarme a più voci quello lanciato questa stamattina, da Abbadia San Salvatore, contro la chiusura degli uffici del giudice di pace di questa località e di altre sedi decentrate in Toscana e, più in generale, in tutta Italia. Nella sede del giudice di pace, infatti, si sono incontrati il giudice Francesco Maria Fanelli, il sindaco di Abbadia, Lorenzo Avanzati e il presidente di Uncem Toscana, Oreste Giurlani, che nei giorni scorsi sul tema ha anche inviato una lettera al ministro dell’interno Annamaria Cancellieri. “E’ a rischio un servizio importante per tutta la popolazione, uno dei tanti servizi utili che come comuni montani rischiamo di perdere – ha detto il sindaco Avanzati – L’accorpamento con un altro ufficio, si tratti di Montepulciano o addirittura Siena, creerebbe enormi disagi per la cittadinanza senza portare effettivi risparmi, dal momento che la sede è di proprietà del Comune e il personale rimarrebbe comunque in servizio, con lo svantaggio di essere trasferito in una struttura lontana”. Tesi confermata anche dal giudice stesso che ha sottolineato di non parlare a titolo personale – “sono reggente e in scadenza di mandato” – e di ritenere “doveroso che l’ufficio resti in funzione, anche se i suoi numeri sono piccoli, per le specificità del luogo: per la situazione climatica e per la distanza da Siena o Montepulciano. Spero proprio che la politica possa metterci una pezza”. A far sentire la voce degli avvocati Beatrice Pammolli, consigliere delle camere penali, che ha sottolineato l’importanza del servizio per la comunità locale – “la nostra posizione è a tutela degli utenti non della categoria” – e ha ribadito come quella di Abbadia sia una delle strutture migliori nel suo genere. A Oreste Giurlani, infine, il compito di tirare le fila del ragionamento e riportare il tema ad un carattere più generale: “Da Abbadia lanciamo un allarme che vale per tutti gli uffici del giudice di pace che rischiano la chiusura, e che in Italia sembra siano addirittura 300. Questa battaglia vale soprattutto, anche se non solo, per le comunità montane che già si vedono tagliati servizi di ogni genere, scuole, trasporti, uffici postali. Speriamo in un prossimo incontro con il ministro di poter spiegare queste ragioni e di veder accolte le nostre richieste. C’è un articolo nella Costituzione, il 44, che parla di politiche specifiche per la montagna. A volte sembra proprio che tutti se ne siano dimenticati”.