Toscana

All’Università di Scutari si studia grazie alla Madonnina del Grappa

Proprio mentre si prepara a celebrare i cinquant’anni dalla morte del suo fondatore, don Giulio Facibeni, l’Opera Madonnina del Grappa festeggia anche un importante traguardo raggiunto dalla propria missione in Albania. Il corso di laurea di primo livello per fisioterapiste, nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Firenze e l’Università di Scutari, rappresenta un segno di continuità nella vita dell’Opera secondo le intenzioni dello stesso don Facibeni, che la definiva «umile messaggera della bontà della provvidenza di Dio», e che la considerava «strumento missionario di evangelizzazione a servizio dei poveri, attraverso la Carità». Il racconto di questa bella iniziativa nella testimonianza di Giulio Masotti, che ha seguito il progetto per conto dell’Università di Firenze.

di Giulio MasottiDelegato per i rapporti  con l’Università di Scutari  della Facoltà di Medicina  e Chirurgia Università di Firenze

Ha avuto inizio ufficialmente all’Università di Scutari, ormai da alcuni mesi, il corso di laurea in Fisioterapia, con l’immatricolazione di 26  studenti albanesi. Sei di questi, appartenenti a famiglie disagiate e residenti in zone impervie, sono ospitati come convittori nella sede della Missione.

L’istituzione del Corso di Laurea era l’obiettivo del progetto di cooperazione internazionale «Formazione di fisioterapisti albanesi nella regione di Scutari», promosso dall’Opera Madonnina del Grappa, sostenuto con apposito finanziamento dalla Regione Toscana (assessorato per il diritto alla salute e politiche di solidarietà) e reso operativo, mediante apposita Convenzione, dall’Università degli Studi di Firenze.

A questo proposito occorre segnalare come il Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Gian Franco Gensini, si sia adoperato a lungo e con determinazione affinchè il progetto divenisse esecutivo. A questa impresa, espressione di solidarietà e allo stesso tempo di promozione culturale e scientifica, hanno partecipato anche docenti provenienti dall’Università «La Sapienza» di Roma e dall’Azienda Sanitaria di Forlì. Va infine dato atto della disponibilità, della capacità operativa e della volontà decisionale delle autorità politiche, universitarie e ospedaliere di Scutari che hanno consentito di superare rapidamente i numerosi problemi burocratici e amministrativi che inevitabilmente si presentano in una iniziativa del genere. Basti pensare che la prima riunione a Scutari fra la delegazione italiana e le autorità locali è avvenuta nella seconda metà di luglio 2007 e che già in ottobre è stato possibile iniziare a pieno ritmo i corsi di insegnamento.

A questo proposito vogliamo citare un significativo episodio occorso durante la riunione per la programmazione didattica. La delegazione italiana aveva intenzione di proporre per l’insegnamento di Sociologia ed Etica una suora cattolica di nazionalità albanese, laureata in Italia e molto preparata. Tuttavia vi era un diffuso imbarazzo a proporre al Rettore e alle altre autorità accademiche albanesi, a grande maggioranza musulmana, una religiosa  cattolica per un incarico in una disciplina così delicata. La proposta è stata invece accettata senza alcuna discussione, a dimostrazione della lungimiranza e dell’apertura mentale dei docenti albanesi.

L’istituzione a Scutari del Corso di Laurea in Fisioterapia riveste un significato ben più profondo di un semplice obiettivo culturale e formativo, anche se di elevato livello. Basti pensare infatti che la percentuale di disabili in Albania è circa il doppio che in Italia, assommando ad un totale di circa 300.000 persone, diffuse in tutte le fasce di età, ma specialmente in quella infantile. Questo ampio settore di popolazione sofferente e spesso esclusa dalle opportunità sociali e lavorative non trovava, finora, alcuna risposta nell’organizzazione sanitaria pubblica in quanto la Laurea in Fisioterapia non esisteva e la riabilitazione è assente o quantomeno approssimativa.

A distanza di più di sei mesi dall’inizio dei corsi l’entusiasmo, la tensione culturale, la solidarietà da parte dei formatori e, dall’altra parte, la fiducia e la speranza degli allievi non si sono attenuate. Nelle strutture formativo-didattiche della Missione di Scutari si respira un’atmosfera di fraternità e di operosità che coinvolge studenti, docenti, coordinatori didattici, volontari, personale della Madonnina. Questa atmosfera si apprezza in particolare nel Convitto, sia durante le attività didattiche e lo studio in biblioteca, sia nel refettorio e nei momenti di svago. Non si vedono sottolineare, artificiosamente, gerarchie precostituite, non vengono negate opportunità ad alcuno ma ci si adopera collegialmente, ciascuno nel suo settore, per far raggiungere a tutti gli studenti gli obiettivi formativi prefissati, incoraggiando la grande volontà di riscatto presente in ciascuno di loro. In questo ambiente si vede, insomma, riaffacciarsi la speranza e realizzarsi il concetto, spesso solo teorico, di ecumenismo.