Toscana

Ambiente, in Toscana è peggiorata la qualità dell’acqua

di Ennio Cicali

Acqua potabile a rischio in Toscana, lo dice la relazione 2009 sullo stato dell’ambiente curata dall’Arpat (l’agenzia regionale per la protezione ambientale). Poche righe dedicate a una delle maggiori criticità ambientali della regione: «oltre l’88% dei punti di prelievo risulta di qualità più scadente A3, e non si hanno più punti di prelievo nella classe A1, la migliore».. Di conseguenza è necessario un processo di potabilizzazione importante con un «trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione» per rendere tali acque idonee all’immissione in rete.  I dati aggiornati al 2008, registrano lo stesso andamento per Firenze, con circa l’85% dei punti di prelievo; oltre il 70% e il 60%, rispettivamente per Pistoia e Prato. Situazione peggiore in provincia di Siena che ha il 100% di punti di prelievo in classe A3. Segnali di inversione di tendenza per la provincia di Arezzo che nel 2008 ha aumentato i punti di prelievo in classe A2, quella «normale», a discapito di quelli in A3.

I rifiuti rappresentano una delle criticità più gravi per l’ambiente. Nel 2008 la percentuale di raccolta differenziata ha fatto registrare un incremento di quasi il 3% rispetto all’anno precedente, raggiungendo valori superiori al 36 per cento. Nel 2008 ogni abitante ha prodotto 452 kg. di rifiuti ordinari e 233 kg. per la raccolta differenziata. La quantità maggiore è rappresentata dalla carta (36%) seguita dal materiale organico (20%). La gestione dei rifiuti indifferenziati in Toscana è rimasta pressoché invariata nel 2007, ultimo dato disponibile: lo smaltimento in discarica è del 38%; è aumentato del 2% circa l’avvio a selezione (dal 55 al 57%), con pari decremento dell’incenerimento (dal 7 al 5%). È migliorata nettamente la qualità dell’aria con previsioni positive a medio termine, senza rischi di superamento dei valori limite per biossido di zolfo, monossido di carbonio e benzene. I dati regionali indicano una netta diminuzione nell’emissione dei principali inquinanti nel decennio 1995 – 2005, con qualche eccezione per le PM10 (polveri sottili o particolato, concentrati principalmente nei centri urbani ad alto traffico veicolare). Nella provincia di Prato, l’emissione dell’ammoniaca registra un incremento maggiore del 20 per cento. Ci sono poi altre fonti di inquinamento: acustico ed elettromagnetico nelle sue varie forme. Il traffico è la tra le più rilevanti sorgenti dell’inquinamento acustico in ambito urbano. La situazione più grave a Firenze dove il 31% della popolazione è esposto a livelli medio alti nel periodo diurno e ben il 43% nella notte.

Un capitolo importante è dedicato alle grandi infrastrutture che da oltre 10 anni interessano il territorio regionale e la provincia di Firenze, con la cantierizzazione di grandi opere infrastrutturali di rilevanza nazionale e i conseguenti impatti ad essa associati. La realizzazione di gallerie, l’interferenza con i corsi d’acqua, la produzione di polveri e le emissioni legate al transito dei mezzi, il rumore, la produzione di terre di scavo e rifiuti sono le principali cause d’impatto, che hanno interferito in maniera anche consistente sull’ambiente. L’Arpat ha svolto una continua azione di controllo per il rispetto della normativa ambientale e un ruolo di supporto agli organismi preposti alla verifica del rispetto delle prescrizioni impartite in sede di verifica di impatto ambientale.

Problemi che si riproporranno con i lavori per il sottoattraversamento di Firenze. Sarà un Mugello 2? E’ la domanda più ricorrente ricordando i guasti provocati dai lavori dell’Alta Velocità. «La situazione è diversa – spiega Stefano Rossi, responsabile grandi infrastrutture di mobilità dell’Arpat – qua siamo in territorio cittadino, la profondità degli scavi è minore, anche le tecniche di costruzione sono sicuramente meno invasive. Il problema dell’inquinamento acustico e da polveri, tuttavia, rimarrebbe consistente».

Contro l’inquinamento tornano i «lenzuoli bianchi» di Legambiente per testimoniare la ribellione dei cittadini contro lo smog ed il degrado che soffrono le nostre città. Gli ambientalisti chiedono misure concrete ed urgenti contro l’inquinamento da traffico, e le lenzuola di Mal’aria offrono un potente megafono a quanti vogliono affermare il diritto a respirare aria più pulita.

A Firenze, nel corso di una conferenza stampa di Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, del direttore Fausto Ferruzza e Luigi Pingitore, responsabile mobilità, sono stati affrontati tutti i temi relativi alla campagna Mal’aria. Volontari hanno distribuito mascherine agli automobilisti intrappolati nel traffico tra via Pistoiese e via Baracca. «Occorre che i Comuni assumano in tempi brevi provvedimenti per contrastare l’inquinamento da traffico – chiede Piero Baronti – In tempi poco più lunghi bisogna arrivare alla rivoluzione della mobilità sostenibile, la cura per Firenze e la sua area metropolitana che vuol dire tramvia, metrotramvia, treno metropolitano, treni ad alta velocità, binari ferroviari a disposizione dei treni pendolari».

Nuova legge regionale per la qualità dell’ariaApprovata all’unanimità dalla commissione Ambiente e territorio, la proposta di legge n. 390 per migliorare la qualità dell’aria. Coerente con le norme europee e nazionali, delinea indirizzi per la gestione a livello regionale ed individua l’assetto delle competenze degli enti territoriali, tenendo conto del Protocollo di Kyoto. Tra gli obiettivi prioritari: ridurre i rischi sanitari della popolazione toscana determinati dalle esposizioni agli inquinanti atmosferici; definire una programmazione regionale di settore che attui una strategia integrata sulla tutela della qualità dell’aria ambiente e sulla riduzione delle emissioni dei gas. Prevista anche il coordinamento con gli enti locali, i quali dovranno convergere nell’obiettivo ambientale di riduzione dell’inquinamento atmosferico. In caso di inadempienza da parte dei sindaci e delle amministrazioni locali preposte, la Regione deve poter intervenire sostituendosi ad essi negli interventi necessari. E’ questo il parere della commissione Sanità, presieduta da Fabio Roggiolani (Verdi) alla proposta di legge «Norme per la tutela della qualità dell’aria». Per questo la commissione ha deciso a maggioranza (con l’astensione tecnica del centrodestra) di approntare un emendamento che prevede una maggiore collaborazione con il servizio sanitario per la valutazione dei rischi per la salute e si introduce la possibilità, da dettagliare nel regolamento, di far valere un potere sostitutivo della Regione in caso di inadempienza.