Vita Chiesa

ANNO DELLA FEDE: BARTOLOMEO I, «TESTIMONIARE INSIEME IL MESSAGGIO DI SALVEZZA»

«La nostra presenza qui significa e segna il nostro impegno di testimoniare insieme il messaggio di salvezza e guarigione per i nostri fratelli più piccoli: i poveri, gli oppressi, gli emarginati nel mondo creato da Dio. Diamo inizio a preghiere per la pace e la salute dei nostri fratelli e sorelle cristiani che vivono in Medio Oriente. Nell’attuale crogiolo di violenza, separazione e divisione che va intensificandosi tra popoli e nazioni, che l’amore e il desiderio di armonia che dichiariamo qui, e la comprensione che cerchiamo con il dialogo e il reciproco rispetto, siano di modello per il nostro mondo». Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, è così intervenuto, questa mattina in piazza San Pietro, al termine della celebrazione eucaristica per l’apertura dell’Anno della fede. Rivolto a Benedetto XVI, Bartolomeo I ha ricordato la «preghiera per l’unità» fatta da Gesù nel Getsemani – «custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa» – osservando che «attraverso i secoli siamo veramente stati custoditi con la potenza e l’amore di Cristo, e nel momento adatto della storia lo Spirito Santo è disceso su di noi e abbiamo iniziato il lungo percorso verso l’unità visibile desiderata da Cristo».

Il Patriarca ha fatto memoria del Concilio Vaticano II, «pietra miliare trasformante», e dei cinquant’anni fino a oggi. «Abbiamo notato che per la Chiesa ortodossa questo è stato un periodo di scambi e di attese», ha affermato ricordando «la convocazione delle prime Conferenze pan-ortodosse a Rodi» e le «Conferenze pre-conciliari in preparazione del grande Concilio delle Chiese ortodosse», il «dialogo dell’amore» e «la Commissione internazionale congiunta per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa». «Nel corso degli ultimi cinque decenni – ha aggiunto riferendosi alla Commissione congiunta – le conquiste raggiunte da quest’assemblea sono state varie, come è stato dimostrato da una serie d’importanti e influenti costituzioni, dichiarazioni e decreti. Abbiamo contemplato il rinnovamento dello spirito e ‘il ritorno alle origini’ attraverso lo studio liturgico, la ricerca biblica e la dottrina patristica. Abbiamo apprezzato lo sforzo graduale di liberarsi dalla rigida limitazione accademica all’apertura del dialogo ecumenico, che ha condotto alle reciproche abrogazioni delle scomuniche dell’anno 1054, lo scambio di auguri, la restituzione delle reliquie, l’inizio di dialoghi importanti e le visite reciproche nelle nostre rispettive sedi». (Sir)