Toscana

Annullato dal Tar il Piano regionale per l’aeroporto di Peretola

Il Tar, Tribunale amministrativo della Toscana ha esaminati i ricorsi sul Piano regionale, la Variante al Pit (Piano di indirizzo territoriale) per la nuova pista dell’aeroporto di Peretola, approvato dal Consiglio regionale il 16 luglio 2014, dando ragione a due dei ricorrenti e torto al terzo.

Opposti i motivi dei ricorrenti. I primi due ricorsi accolti, dei Comitati e di Unipol, proprietaria dei terreni di Castello, chiedevano l’annullamento della Variante al Pit che prevedeva la nuova pista di 2mila metri, perché lesiva di interessi pubblici e privati.

Il terzo respinto, quello di Enac, l’Ente per l’aviazione civile, non riteneva di competenza della Regione porre il limite di 2mila metri per la nuova pista invece dei 2400 metri stabiliti dallo stesso Enac.

La conseguenza è che la Variante al Pit, per la parte che riguarda la nuova pista, viene annullata. In sostanza si cancella il lavoro fatto dalla vecchia Giunta regionale con l’assessore all’urbanistica Anna Marson e Enrico Rossi, attuale e allora presidente della Regione, che promette ricorso al Consiglio di Stato tribunale di ultima istanza sulla questione.

Ma le cose sono andate avanti. Nel 2015 Enac e Toscana Aeroporti, gestore dell’aeroporto di Firenze, hanno presentato al Ministro dell’ambiente il piano di sviluppo dell’aeroporto comprendente la nuova pista di 2400 metri, per il parere sulla valutazione di impatto ambientale che, dopo vari rinvii, si attende per la fine di settembre.

Due procedure che arrancano su binari separati anche se riguardanti la stessa opera. L’una fermata dal Tar e l’altra in divenire come se nulla fosse. Un gran pasticcio per capire il quale occorre ricordare l’impostazione data dalla Regione Toscana alla Variante al Pit riguardante il Parco della Piana e il nuovo aeroporto.

In sostanza la Regione Toscana con la Variante rivendicava a se un ruolo nella pianificazione territoriale delle opere di interesse nazionale, come il nuovo aeroporto, che ha un senso nella sostanza, dato che su un territorio tutto interagisce, ma è in conflitto con le prerogative statali. Tanto che il progetto della nuova pista viene presentato da Toscana Aeroporti non alla Regione ma al Ministero.

Il compromesso trovato dalla Regione consisteva nell’indicare delle aree all’interno del Parco da riservare all’aeroporto sulla cui progettazione la Regione si limitava a dare delle prescrizioni che, prevalendo un indirizzo strettamente ambientalista, erano così  restrittive da rendere l’opera di difficile realizzazione.

Questo compromesso serviva anche ad evitare l’interazione diretta con le aree di Castello di proprietà di Unipol investite dai vincoli della nuova pista, in modo che gli eventuali risarcimenti per i diritti edificatori violati non ricadessero sulla Regione, ma su Toscana Aeroporti.

Il compromesso ha funzionato solo in parte tant’è vero che il progetto della nuova pista non rispetta il vincolo dei 2mila metri imposto dalla Regione.

Questo compromesso viene messo in questione dal Tar della Toscana che ritiene la Variante al Pit un vero progetto della nuova pista. Su questa base chiede conto alla Regione della valutazione ambientale complessiva del progetto (la Vas) che non era stata completamente svolta, demandando le valutazioni ambientali allo Studio di impatto ambientale che Toscana Aeroporti avrebbe presentato, come ha fatto, al Ministero.

Ma data l’interazione fra i vari aspetti, ambientale, paesaggistico e del rapporto della nuova pista col Parco della Piana e con l’insediamento di Castello, secondo il Tar la valutazione complessiva andava fatta preventivamente. Da qui l’accoglimento del ricorso dei Comitati e di Unipol, con il conseguente annullamento della Variante per gli aspetti riguardanti la nuova pista.

Ovviamente i Comitati esultano insieme al sindaco di Sesto Lorenzo Falchi. Anche se guardando bene la sentenza ci si accorge che il Tar da torto ai Comitati su alcuni dei loro cavalli di battaglia come il rumore provocato della nuova pista, i potenziali rischi e la monodirezionalità della pista.

Ma il pregio principale dell’annullamento della variante al Pit, sarà quello di mettere finalmente in chiaro quale deve essere il corretto svolgimento istituzionale nella localizzazione di un’opera di interesse nazionale secondo la legge vigente.

Anche senza la Variante, una volta giunto il parere del Ministero sulla Valutazione di impatto ambientale, si potrà procedere con la Conferenza dei servizi nella quale Stato e Regione si confronteranno sull’opera, come prevede la normativa statale e la nuova legge urbanistica regionale.

I Comitati si sono già fatti avanti col Ministero diffidandolo dal continuare la procedura di valutazione stante la sentenza del Tar della Toscana. Il Ministero andrà avanti e ci sarà da attendersi ricorsi anche sul suo operato.