Cultura & Società

Arte sacra: “Madonna del Parto”, il nuovo capitolo di una storia infinita

L’affresco della Madonna del Parto, di Piero della Francesca, dovrà tornare nella sua sede originaria, la cappellina del cimitero di Monterchi (Arezzo), lasciando la ex scuola elementare di via della Reglia e il piccolo museo comunale dove è custodita dal 1992, anno del cinquecentenario della morte dell’artista. I giudici amministrativi hanno respinto l’ultimo ricorso del Comune e ribadito la sentenza del Tar: la collocazione dell’affresco deve essere nella cappellina di Santa Maria di Momentana, appena fuori il centro abitato di Monterchi, anche se la chiesetta originaria non esiste più dalla fine del ‘700. Il provvedimento mette a serio rischio anche l’accordo sulla proprietà raggiunto nel 2010 fra Comune e diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro per ricollocare l’affresco nell’ex monastero delle benedettine, di fronte alla sede attuale. Una soluzione che era stata avallata dalla Soprintendenza, ma non dal ministero della Cultura che aveva inoltrato un primo ricorso al Tar, che gli aveva dato torto. In un secondo ricorso del Mibact invece, il Tar aveva dato ragione al Ministero, così il Comune si era appellato al Consiglio di Stato, che alla fine di marzo del 2022 si è pronunciato.

La cappellina di Santa Maria di Momentana si trova a un chilometro dall’attuale collocazione ma, così come per molti cimiteri di paese, è isolata e fuori dall’abitato. Qui Piero realizzò l’opera intorno alla metà del XV secolo, secondo la tradizione, in onore della madre originaria di Monterchi, seguendo ben precise regole di luce e prospettive. Tuttavia l’edificio, da dove era stata spostata più volte per proteggerla da terremoti, guerre e devastazioni, fu demolito nel 1785 dalla comunità per costruirvi il cimitero. Una nuova cappellina venne ricostruita soltanto nel 1956, ma non conserva nulla dell’originale e non garantisce condizioni sufficienti per la conservazione e la lettura dell’opera, tantomeno per la fruibilità turistica. Anzi, fu proprio da qui che venne spostata nel 1992, ormai messa a dura prova dall’umidità del luogo, per essere sottoposta a un lungo e delicato restauro. Oggi l’affresco distaccato è custodito all’interno di una teca che ne garantisce umidità e temperatura costante, permettendone una perfetta conservazione. Così, un suo eventuale ricollocamento dovrebbe prevedere anche una parziale demolizione della cappellina del cimitero, proprio a causa degli ingombri della costosa teca che custodisce l’affresco. Infine, anche un’eventuale (e onerosa) riqualificazione dovrebbe tenere di conto di un vincolo cimiteriale. Per il sindaco di Monterchi Alfredo Romanelli si tratta di «un atto che non tiene conto di situazioni oggettive e che denota anche una scarsa conoscenza della situazione» visto che «a Momentana le condizioni per il ritorno del capolavoro non ci sono più».

La diocesi, coinvolta anch’essa nell’annosa vicenda, ha sempre sostenuto che l’affresco della Madonna del Parto è stato realizzato principalmente per la preghiera. Piero, essendo stato un grande teologo e rappresentando Maria incinta che mostra la pancia, ha infatti voluto parlare del mistero dell’incarnazione e, quando parliamo di quest’opera, dobbiamo tenere presente questa sua funzione principale. Pertanto, nella consapevolezza delle limitazioni dell’attuale collocazione, la diocesi ha fatto notare che, anche facendo tornare l’affresco al cimitero, si rischia che l’afflusso di turisti possa disturbare chi va a pregare per i defunti. Allo stesso tempo se ne renderebbe più difficile la fruizione per tutti coloro che sono devoti alla Madonna e vogliono sostare in preghiera davanti alla sua immagine. Da qui la disponibilità a mettere a disposizione il monastero prospiciente all’attuale collocazione, che ne potrebbe permettere un’ulteriore valorizzazione, senza dimenticare che operazioni del genere devono avvenire accogliendo il desiderio della popolazione.

Anche la Regione Toscana ha un suo ruolo, alla luce di finanziamenti all’Amministrazione locale, non ultimi i circa 60mila euro erogati a favore del Comune di recente. Così, a fine settembre, anche il presidente Eugenio Giani aveva scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi, facendogli presente come in una mozione approvata in maggio si impegnasse la giunta regionale nel sollecitare l’attenzione sull’opportunità della permanenza della Madonna del Parto nei locali della ex scuola elementare, dove negli anni è stato costruito un vero e proprio museo.

Tutte le attenzioni sono rivolte però al Ministero della Cultura. Dopo i lunghi anni di Dario Franceschini alla guida del dicastero, l’insediamento del nuovo governo potrebbe aprire una nuova fase. È proprio per questo che il Primo Cittadino di Monterchi ha scritto al neo ministro Gennaro Sangiuliano invitandolo a recarsi a Monterchi e visitare l’opera. In attesa di risposta, alla fine di novembre, c’è stato un sopralluogo alla Madonna del Parto da parte degli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure e della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle province di Siena, Grosseto e Arezzo, i quali hanno dichiarato «ottimale» lo stato di conservazione dell’affresco.