Vita Chiesa

Assunzione: mons. Caputo, Guardando a Maria siamo invitati a vivere con speranza

Maria è la creatura che ha raggiunto la pienezza della salvezza, fino alla trasfigurazione del corpo. È la donna vestita di sole e coronata di dodici stelle. È la madre che ci aspetta e ci aiuta a camminare verso il regno di Dio

santuario di Pompei

Mons.Tommaso Caputo

“La Chiesa chiama la Vergine eletta come il sole (Ct 6,9), perché privilegiata sopra tutte le creature. E come il sole al tramonto lascia nell’aria una gran luce di oro, così Maria al tramonto del suo pellegrinaggio terreno ci ha lasciato la luce dei suoi esempi in tutte le virtù teologali e cardinali. […]

Il miglior modo per glorificare Maria in terra è imitarne le virtù”

(Longo Bartolo, I Venti Sabati, Ed. Santuario di Pompei, 2014, pp. 299-300). Commentava così il mistero dell’Assunzione di Maria il beato Bartolo Longo, fondatore del santuario, delle opere di carità e della stessa nuova città di Pompei, esprimendo il suo profondo legame con la Vergine, modello sublime di imitazione e di discepolato.

Agli inizi del Novecento, Longo, che sarà canonizzato da Papa Leone XIV il prossimo 19 ottobre, promosse una campagna mondiale a favore del dogma dell’Assunzione di Maria, alla quale aderirono moltissimi vescovi e personalità religiose dell’epoca.

La definizione del dogma giunse 24 anni dopo la sua morte, con la costituzione dogmatica “Munificentissimus Deus” (1° novembre 1950), nella quale Papa Pio XII affermava che: “L’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta in corpo e anima alla gloria celeste”. A ricordo della proclamazione del dogma e dell’impegno di Bartolo Longo, il 15 agosto 1960 venne eretta, con decreto dell’allora arcivescovo, Aurelio Signora, la parrocchia “Santa Maria Assunta in cielo” nella contrada Parrelle di Pompei. Mentre nell’abside dell’altare maggiore del santuario di Pompei, un affresco di Fermo Taragni raffigura proprio l’Assunzione di Maria al cielo, la cui solennità viene qui vissuta con particolare intensità.

L’Assunzione di Maria rappresenta per noi credenti il destino al quale siamo tutti chiamati: poter godere per l’eternità della visione beatifica di Dio.

Come affermava Papa Benedetto XVI, nell’Angelus del 15 agosto 2008: “Maria assunta in cielo ci indica la meta ultima del nostro pellegrinaggio terreno. Ci ricorda che tutto il nostro essere, spirito, anima e corpo, è destinato alla pienezza della vita; che chi vive e muore nell’amore di Dio e del prossimo sarà trasfigurato ad immagine del corpo glorioso di Cristo risorto; che il Signore abbassa i superbi e innalza gli umili”.

L’Assunzione non è un evento isolato, ma un elemento centrale della fede cristiana, strettamente legato al Giubileo della Speranza, indetto dal nostro compianto Papa Francesco e proseguito, con amore e autorevolezza, da Papa Leone XIV.

In questo Giubileo, guardando a Maria, siamo invitati a vivere con speranza, a camminare con fiducia e a credere che, anche per noi, la vita non finirà con la morte, ma ci aprirà a un’eternità di gioia e di comunione con Dio.

Maria è la creatura che ha raggiunto la pienezza della salvezza, fino alla trasfigurazione del corpo. È la donna vestita di sole e coronata di dodici stelle. È la madre che ci aspetta e ci aiuta a camminare verso il regno di Dio. È immagine della Chiesa: luminosa garanzia che il suo destino di salvezza è assicurato perché come in lei, così in tutti noi, lo Spirito del Risorto attuerà pienamente la sua missione; ella è già quello che noi saremo.

Il Giubileo della Speranza ci invita a una conversione del cuore, a un cambiamento di vita che ci renda più vicini a Dio e al nostro prossimo. Maria, la serva del Signore, è il modello perfetto di questa conversione. La sua vita è un sì continuo a Dio, una risposta generosa e umile che ha cambiato la storia.

Guardando a Maria nel cammino giubilare, siamo incoraggiati a dire il nostro sì a Dio, a lasciare che la sua grazia operi in noi perché diventiamo docili strumenti della sua speranza per il mondo e sperimentiamo il nostro come un tempo di gioia e di gratitudine per i doni ricevuti da Dio. Maria assunta in cielo è la ragione della nostra gioia più profonda perché Lei continua a intercedere per noi e a prendersi cura di noi. La sua presenza in cielo è una promessa di gioia e di consolazione, la certezza che non siamo soli nel nostro cammino.

* Arcivescovo prelato di Pompei e delegato pontificio per il santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario