Pisa

AUTUNNO CALDO ALLA PIAGGIO?

di Alessio Giovarruscio

Dopo il fallimento del referendum estivo proposto dai sindacati confederali sul contratto integrativo, l’autunno in Piaggio potrebbe rivelarsi particolarmente «caldo». Complice un mercato internazionale reso difficile dalla crisi e dall’aumento dei costi energetici.

Già a luglio lo stesso amministratore delegato Roberto Colanninno, dati alla mano, aveva preannunciato ai sindacati «di non poter escludere» per il prossimo futuro novità «negative» per i lavoratori dello stabilimento di Pontedera.

L’eccesso di produzione rispetto alla richieste di un mercato delle due ruote in fortissimo calo, era stato fronteggiato nei mesi estivi con la settimana corta, lavorando cinque giorni su sette. Poi, ad agosto, il rompete le righe per le ferie. A settembre, il rientro a pieno organico, ma a sentire i sindacati, la minaccia di nuovi provvedimenti di cassa integazione è dietro l’angolo.

La cruda realtà è che i dati delle immatricolazioni delle due ruote sono drammatici: calate del 20,4% nei primi sette mesi del 2012, ad agosto sono scese del 16,7%. Eppure, nonostante questo quadro congiunturale negativo, Piaggio migliora le proprie posizioni, confermandosi leader con una quota di mercato del 31,6% (+3,8% rispetto al 2011). In particolare, l’azienda guidata da Roberto Colanninno ha registrato un buon andamento nel comparto scooter, con il raggiungimento del 40,2% della quota di mercato (+3,9% rispetto al 2011), anche grazie alla nuova commessa di Poste Italiane per i motorini liberty. Stabile al 6,1%, sempre nel periodo gennaio- agosto, la quota italiana del gruppo nel settore moto, che fa registrare una crescita di 0,3 punti percentuali nei primi otto mesi dell’anno nel segmento della moto over 700cc (contro la quota al 7,7% nel periodo gennaio-agosto 2012). «Tale risultato – sottolinea una nota Piaggio – è legato alle performances positive dei nuovi modelli lanciati da Moto Guzzi e Aprilia nel campo delle moto di grossa cilindrata». Insomma, il gruppo di Pontedera sembra reggere meglio di altri la crisi, pur chiudendo inevitabilmente il semestre con ricavi in calo del 7,93%, un risultato operativo sceso a 71,7 milioni di euro, ed un utile stabile a 33,8 milioni di euro.

Claudio Garzotto, da pochi mesi segretario generale della Fim Cisl: «la richiesta ‘globale’ di scooter è calata del 50%. Per questo dico che, anche dando un occhiata ad altre aziende metalmeccaniche, Piaggio sta galleggiando meglio e non mi pare che, a fronte di un fatturato dimezzato, si siano dimezzate le ore lavorate. Così per ottobre, ci saranno due o tre giorni di stop per la festività del santo patrono e tre giorni di cassa integrazione. Niente di più. A pagare il prezzo della crisi sono casomai i dipendenti con contratto part time e a termine» cui probabilmente non verrà rinnovato il rapporto di lavoro.

A preoccupare di più il segretario Claudio Garzotto sono il futuro dell’azienda e il rinnovo del contratto integrativo, dopo che il referendum indetto dai sindacati per avere l’ok alla piattaforma da presentare all’azienda è stato disertato da oltre il 50% del personale: «Per noi – dice il sindacalista – sapere quello che vuole fare l’azienda nei prossimi tre anni è fondamentale. Così come fondamentale è arrivare ad un accordo sul contratto integrativo. Colaninno ha espressamente invitato i sindacati a non presentare alcuna piattaforma. Purtroppo noi stiamo commettendo l’errore di regalare tempo prezioso al numero uno di Piaggio. Che evidentemente ha tutto l’interesse a non firmare alcun accordo. Resto dell’idea che il peggior contratto è quello di non firmare nessun contratto».

La proposta che Claudio Garzotto lancia alla Fiom Cgil e alla Uilm Uil è semplice: «con la piattaforma di luglio, siamo riusciti a mettere sullo stesso tavolo le tre sigle sindacali confederali. Quello è il documento da cui ripartire, per ripetere il referendum oppure ridiscutere con le Rsu le condizioni di quell’accordo per noi ancora valido. E se qualcuno non è più d’accordo lo deve dire a quel tavolo e assumersi tutta la responsabilità».

Torna sulla bocciatura del referendum anche Marcello Casati, segretario della Uilm Uil : «Nel luglio scorso, per volontà di una minoranza, il referendum sul rinnovo dell’integrativo non ha raggiunto il quorum, in particolare per le defezioni degli impiegati che vanno a votare solo se Piaggio dà indicazioni precise. Nell’ accordo si parlava di aumenti salariali per gli addetti alla produzione, ma anche di migliori condizioni di lavoro e di sicurezza. Ora il futuro si fa molto più complicato, sia per la posizione contraria dell’azienda, sia per quello che non viene espressamente detto ma che sta rendendo molto difficile e pesante il clima in azienda. Il nostro timore è quello di un disimpegno da parte di Colaninno».

Tornando alle prospettive di una immediata cassa integrazione, Marcello Casati riconosce che «molto probabilmente, a partire dalla prima decade di dicembre fino alla fine di gennaio, la produzione subirà uno stop. Mentre ancora più drammatica è, se possibile, la situazione dell’indotto Piaggio, con 1500 lavoratori in cassa integrazione o con contratti di solidarietà».

Infine, acque agitate alla Rsu Fiom Piaggio, polemica nei confronti della segreteria provinciale, rea di non aver convocato l’assemblea prima del referendum e ora di nuovo pronta a richiedere una nuova assemblea degli iscritti: «La scelta di molti lavoratori di non partecipare al referendum di fine luglio ha un significato chiaro: sono stufi e non hanno più fiducia in dirigenti sindacali che continuano a proporre piattaforme nei tempi e nei modi sbagliati. Non raggiungendo il quorum, i lavoratori hanno negato il consenso a una trattativa fatta solo di concessioni. Chi si è reso responsabile di questo fallimento non dà ascolto a questo segnale e ci riprova: Fim e Uilm hanno già fatto dichiarazioni in questo senso. Ora la Rsu deve rispondere ai 500 lavoratori che hanno richiesto un’assemblea di stabilimento per esprimersi sulla piattaforma, esaminando e modificando tutte le proposte, inclusa la bozza Fiom. La piattaforma che ne uscirà deve, secondo noi, tener duro su aumenti salariali, trasformazione a full time dei lavoratori a part-time verticale e stabilizzazione dei lavoratori a termine, diminuzione dei ritmi di lavoro e della flessibilità, sicurezza».

Tangibile la preoccupazione nelle parole di don Rocco Angelo Cuter, parroco del villaggio Piaggio: «I lavoratori stanno vivendo un momento molto difficile, siamo quotidianamente a contatto con situazioni sociali sempre più complicate. È chiaro che se si spostano le lavorazioni all’estero, il rischio è quello che Pontedera resti tagliata fuori dai processi di sviluppo. La gente è preoccupata e in queste condizioni è difficile coltivare anche la speranza. La Piaggio è sempre stata un punto di riferimento per il nostro territorio, ma sinceramente le attuali prospettive di lavoro si restringono ogni giorno di più».