Vita Chiesa

BENEDETTO XVI A LOURDES, MESSA NEL 150° APPARIZIONI: IL MESSAGGIO DI MARIA E’ MESSAGGIO DI SPERANZA

“Il messaggio di Maria è un messaggio di speranza per tutti gli uomini e per tutte le donne del nostro tempo, di qualunque Paese siano”. Lo ha ribadito Benedetto XVI nell’omelia della Messa che stamani ha presieduto nella “Prairie” di Lourdes, davanti a 100 mila fedeli. Il Papa ha legato il senso delle apparizioni a Bernadette con la liturgia del giorno, la festa dell’Esaltazione della Croce, che ci ricorda “questo grande mistero: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché gli uomini siano salvati (cfr Gv 3,16). Il Figlio di Dio s’è reso vulnerabile, prendendo la condizione di servo, obbedendo fino alla morte e alla morte di croce (cfr Fil 2,8). Ề per la sua Croce che siamo salvati. (…) Lo strumento di supplizio che, il Venerdì Santo, aveva manifestato il giudizio di Dio sul mondo, è divenuto sorgente di vita, di perdono, di misericordia, segno di riconciliazione e di pace. (…). E la Chiesa ci invita (…) a rendere grazie a Dio, perché da un albero che aveva portato la morte è scaturita nuovamente la vita”. “Ề significativo” – ha rilevato il Pontefice – “che, al momento della prima apparizione a Bernadette, Maria introduca il suo incontro col segno della Croce. Più che un semplice segno, è un’iniziazione ai misteri della fede che Bernadette riceve da Maria. Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede, perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati. La potenza dell’amore è più forte del male che ci minaccia. Ề questo mistero dell’universalità dell’amore di Dio per gli uomini che Maria è venuta a rivelare qui, a Lourdes”. “La Chiesa – ha proseguito – ha ricevuto la missione di mostrare a tutti questo viso di un Dio che ama, manifestato in Gesù Cristo. (…) Volgiamo i nostri sguardi verso il Cristo. È Lui che ci renderà liberi per amare come Egli ci ama e per costruire un mondo riconciliato. Perché, su questa Croce, Gesù ha preso su di sé il peso di tutte le sofferenze e le ingiustizie della nostra umanità. Egli ha portato le umiliazioni e le discriminazioni, le torture subite in tante regioni del mondo da innumerevoli nostri fratelli e nostre sorelle per amore di Cristo”. “Gesù, nato da Maria, è Figlio di Dio, unico salvatore di tutti gli uomini, che vive ed agisce nella sua Chiesa e nel mondo. La Chiesa – ha detto ancora il Papa – è inviata dappertutto nel mondo per proclamare quest’unico messaggio ed invitare gli uomini ad accoglierlo mediante un’autentica conversione del cuore. Questa missione, che è stata affidata da Gesù ai suoi discepoli, riceve qui, in occasione di questo Giubileo, un soffio nuovo”. “Seguendo il percorso giubilare sulle orme di Bernadette, l’essenziale del messaggio di Lourdes ci è ricordato. Bernadette è la maggiore di una famiglia molto povera, che non possiede né sapere né potere, è debole di salute. Maria la sceglie per trasmettere il suo messaggio di conversione, di preghiera e di penitenza, in piena sintonia con la parola di Gesù: ‘Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli’ (Mt 11,25). (…) É dunque una vera catechesi che ci è proposta sotto lo sguardo di Maria”. “Proseguendo nella sua catechesi – ha detto il Papa – la ‘bella Signora’ rivela il suo nome a Bernadette: ‘Io sono l’Immacolata Concezione’. Maria le rivela così la grazia straordinaria che ha ricevuto da Dio, quella di essere stata concepita senza peccato (…). Maria è questa donna della nostra terra che s’è rimessa interamente a Dio e ha ricevuto da Lui il privilegio di dare la vita umana al suo eterno Figlio”. “Essa è la bellezza trasfigurata, l’immagine dell’umanità nuova. Presentandosi così in una dipendenza totale da Dio, Maria esprime in realtà un atteggiamento di piena libertà, fondata sul pieno riconoscimento della sua vera dignità”. E “questo privilegio riguarda anche noi, perché ci svela la nostra dignità di uomini e di donne, segnati certo dal peccato, ma salvati nella speranza, una speranza che ci consente di affrontare la nostra vita quotidiana”. “La vocazione primaria del santuario di Lourdes – ha proseguito Benedetto XVI nella sua omelia – è di essere un luogo di incontro con Dio nella preghiera, e un luogo di servizio ai fratelli, soprattutto per l’accoglienza dei malati, dei poveri e di tutte le persone che soffrono. In questo luogo Maria viene a noi come la madre, sempre disponibile ai bisogni dei suoi figli. Attraverso la luce che emana dal suo volto, è la misericordia di Dio che traspare. (…) Maria viene a ricordarci che la preghiera (…) deve avere un posto centrale nella nostra vita cristiana. La preghiera è indispensabile per accogliere la forza di Cristo”. “La presenza dei giovani a Lourdes” – ha sottolineato ancora il Pontefice – “è anche una realtà importante. (…) Quando Maria ricevette la visita dell’Angelo, era una giovane ragazza di Nazaret che conduceva la vita semplice e coraggiosa delle donne del suo villaggio. E se lo sguardo di Dio si posò in modo particolare su di lei, fidandosi di lei, Maria vuole dirvi ancora che nessuno di voi è indifferente per Dio. (…) Non lasciatevi scoraggiare davanti alle difficoltà! Maria fu turbata all’annuncio dell’angelo (…) sentiva quanto era debole di fronte alla onnipotenza di Dio. Tuttavia disse ‘sì’ senza esitare. Grazie al suo ‘sì’ la salvezza è entrata nel mondo, cambiando così la storia dell’umanità”. “Amo invocare Maria – ha concluso il Papa – come ‘Stella della speranza’ (Enc. Spe salvi, n.50) (…) che ci rischiara e ci orienta nel nostro cammino. Mediante il suo ‘sì’, mediante il dono generoso di se stessa, ha aperto a Dio le porte del nostro mondo e della nostra storia. E ci invita a vivere come lei in una speranza invincibile, rifiutando di ascoltare coloro che pretendono che noi siamo prigionieri del fato”.