Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AL CORPO DIPLOMATICO: DIFENDERE LA LIBERTÀ RELIGIOSA

“La dimensione religiosa è una caratteristica innegabile e incoercibile dell’essere e dell’agire dell’uomo, la misura della realizzazione del suo destino e della costruzione della comunità a cui appartiene. Pertanto, quando l’individuo stesso o coloro che lo circondano trascurano o negano questo aspetto fondamentale, si creano squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale”: lo ha detto oggi in Vaticano il Papa Benedetto XVI, nel discorso per il tradizionale incontro di inizio anno con gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede (testo integrale). Il Papa ha ricordato come vi siano oggi “numerose situazioni nelle quali, purtroppo, il diritto alla libertà religiosa è leso o negato”, citando anzitutto il Medio Oriente, dove le comunità cristiane sono – ha detto – “così provate a causa della loro adesione a Cristo e alla Chiesa”. Ha fatto quindi riferimento all’Iraq, dove i numerosi attentati contro i cristiani stanno spingendo tali fedeli “a lasciare la terra dove i loro padri hanno vissuto lungo i secoli”. Ha poi richiamato il recente attentato ad Alessandria, in Egitto, affermando che “questa successione di attacchi è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. Riferendosi ancora agli attentati e persecuzioni verso i credenti in Medio Oriente, Benedetto XVI ha quindi affermato: “Apprezzo l’attenzione per i diritti dei più deboli e la lungimiranza politica di cui hanno dato prova alcuni Paesi d’Europa negli ultimi giorni, domandando una risposta concertata dell’Unione Europea affinché i cristiani siano difesi nel Medio Oriente”, citando poi espressamente gli Stati della Penisola Arabica, dove – ha detto – “vivono numerosi lavoratori immigrati cristiani”, per i quali ha espresso l’auspicio “che la Chiesa cattolica possa disporre di adeguate strutture pastorali”. Nella parte centrale del discorso ai diplomatici, il Papa ha quindi richiamato il Pakistan e la legge contro la blasfemia, incoraggiando “di nuovo le autorità di quel Paese a compiere gli sforzi necessari per abrogarla, tanto più che è evidente che essa serve da pretesto per provocare ingiustizie e violenze contro le minoranze religiose”. Parlando dell’Asia, con situazioni a volte molto difficili per la libertà religiosa, ha tra l’altro affermato: “In questo momento, il mio pensiero si volge di nuovo verso la comunità cattolica della Cina continentale e i suoi Pastori, che vivono un momento di difficoltà e di prova”. Un pensiero è andato anche a Cuba, che ha “celebrato nel 2010 settantacinque anni di relazioni diplomatiche ininterrotte con la Santa Sede”. Circa la situazione nei Paesi dell’Occidente, Benedetto XVI ha rilevato che “la religione subisce una crescente emarginazione” e si tende a considerarla (“ogni religione”, ha precisato), “come un fattore senza importanza, estraneo alla società moderna o addirittura destabilizzante, e si cerca con diversi mezzi di impedirne ogni influenza nella vita sociale”. Ha citato – tra l’altro – le leggi contro l’obiezione di coscienza degli operatori sanitari, rallegrandosi “per l’adozione da parte del Consiglio d’Europa (..) di una Risoluzione che protegge il diritto del personale medico all’obiezione di coscienza di fronte a certi atti che ledono gravemente il diritto alla vita, come l’aborto”. Sempre in tema di “emarginazione della religione”, il Papa ha richiamato la tendenza “a bandire dalla vita pubblica feste e simboli religiosi, in nome del rispetto nei confronti di quanti appartengono ad altre religioni o di coloro che non credono”. “Agendo così – ha aggiunto – non soltanto si limita il diritto dei credenti all’espressione pubblica della loro fede, ma si tagliano anche radici culturali che alimentano l’identità profonda e la coesione sociale di numerose nazioni. L’anno scorso, alcuni Paesi europei si sono associati al ricorso del Governo italiano nella ben nota causa concernente l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici”. Tra i temi attinenti alla libertà religiosa, Benedetto XVI ha quindi citato anche il rispetto delle opere sociali, caritative ed educative cattoliche, sottolineando come ci siano “progetti di legge che rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, come si constata ad esempio in certi Paesi dell’America Latina”. Analoga discorso per “la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione”. Il Papa ha quindi parlato del “contrasto pericoloso che alcuni vogliono instaurare tra il diritto alla libertà religiosa e gli altri diritti dell’uomo”, accennando anche a “pretesi nuovi diritti, attivamente promossi da certi settori della società e inseriti nelle legislazioni nazionali o nelle direttive internazionali, ma che non sono, in realtà, che l’espressione di desideri egoistici e non trovano il loro fondamento nell’autentica natura umana”. Da ultimo, Benedetto XVI ha fatto riferimento a nuovi concordati o accordi con alcuni Paesi che favoriscono “il dialogo nel quadro di una collaborazione nel rispetto delle reciproche competenze (ha citato il caso della Bosnia-Erzegovina sull’assistenza religiosa alle forze armate).Sir