Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: DIO PADRE E PASTORE; UN AUGURIO PER LE OLIMPIADI E IL DOLORE PER LA STRAGE DI DENVER

«Dio è il Pastore dell’umanità». Lo ha ricordato, stamattina, Benedetto XVI, prima della recita dell’Angelus al balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. “La Parola di Dio di questa domenica – ha sottolineato il Papa – ci ripropone un tema fondamentale e sempre affascinante della Bibbia: ci ricorda che Dio è il Pastore dell’umanità. Questo significa che Dio vuole per noi la vita, vuole guidarci a buoni pascoli, dove possiamo nutrirci e riposare; non vuole che ci perdiamo e che moriamo, ma che giungiamo alla meta del nostro cammino, che è proprio la pienezza della vita”. In realtà, ha osservato il Pontefice, “è quello che desidera ogni padre e ogni madre per i propri figli: il bene, la felicità, la realizzazione.  Tra le “pecore perdute” che Gesù ha portato in salvo c’è “anche una donna di nome Maria, originaria del villaggio di Magdala, sul Lago di Galilea, e detta per questo Maddalena. Oggi ricorre la sua memoria liturgica nel calendario della Chiesa. Dice l’evangelista Luca che da lei Gesù fece uscire sette demoni, cioè la salvò da un totale asservimento al maligno”. Ma in che cosa consiste questa guarigione profonda che Dio opera mediante Gesù? “Consiste – ha chiarito Benedetto XVI – in una pace vera, completa, frutto della riconciliazione della persona in se stessa e in tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri, con il mondo. In effetti, il maligno cerca sempre di rovinare l’opera di Dio, seminando divisione nel cuore umano, tra corpo e anima, tra l’uomo e Dio, nei rapporti interpersonali, sociali, internazionali, e anche tra l’uomo e il creato”. Se “il maligno semina guerra; Dio crea pace”. Anzi, come afferma san Paolo, Cristo “è la nostra pace”.

“Per compiere questa opera di riconciliazione radicale – ha poi precisato – Gesù, il Pastore Buono, ha dovuto diventare Agnello, ‘l’Agnello di Dio … che toglie il peccato del mondo’”. Solo così ha potuto realizzare la stupenda promessa del Salmo: “Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne / tutti i giorni della mia vita, / abiterò ancora nella casa del Signore / per lunghi giorni”. Queste parole, ha commentato il Papa, “ci fanno vibrare il cuore, perché esprimono il nostro desiderio più profondo, dicono ciò per cui siamo fatti: la vita, la vita eterna! Sono le parole di chi, come Maria Maddalena, ha sperimentato Dio nella propria vita e conosce la sua pace. Parole più che mai vere sulla bocca della Vergine Maria, che già vive per sempre nei pascoli del Cielo, dove l’ha condotta l’Agnello Pastore”.

“Tra qualche giorno avrà inizio, a Londra, la XXX edizione dei Giochi olimpici”, ha ricordato il Pontefice dopo l’Angelus. “Le Olimpiadi – ha affermato – sono il più grande evento sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e come tale riveste anche un forte valore simbolico. Per questo la Chiesa Cattolica guarda ad esse con particolare simpatia e attenzione”. Di qui l’invito a pregare “affinché, secondo la volontà di Dio, i Giochi di Londra siano una vera esperienza di fraternità tra i popoli della Terra”. Anche nei saluti in varie lingue, in inglese, ha parlato delle Olimpiadi: “Mando il mio saluto agli organizzatori, agli atleti e agli spettatori e prego che, nello spirito della tregua olimpica, la buona volontà generata da questo evento sportivo internazionale possa dare i suoi frutti, promuovere la pace e la riconciliazione in tutti il mondo”. Su tutti i partecipanti ai Giochi olimpici di Londra il Santo Padre ha invocato “le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente”.

Ma soprattutto, in inglese Benedetto XVI ha ricordato la strage di Aurora, negli Stati Uniti d’America: “Sono stato profondamente colpito dalla violenza insensata che ha avuto luogo ad Aurora, sobborgo di Denver, e sono stato rattristato per la perdita di vite umane nel recente disastro di un traghetto nei pressi di Zanzibar. Condivido il dolore delle famiglie e degli amici delle vittime e dei feriti, soprattutto i bambini. Assicurando a tutti voi la mia vicinanza nella preghiera, imparto la mia benedizione, pegno di consolazione e forza nel Signore Risorto”.

Le suore polacche. Infine, in polacco il Papa in particolare ha salutato le Suore della Risurrezione che si trovano a Roma per un periodo di rinnovamento spirituale, come pure le Suore Orsoline Grigie venute dalla Polonia sulle orme delle loro sante fondatrici: Angela Merici e Orsola Ledóchowska. “Care sorelle – ha sostenuto -, vi auguro che il vostro soggiorno a Roma vi confermi nel vostro carisma e ravvivi il vostro entusiasmo per la vita consacrata”.