Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: LA VITA NON DIPENDE DAGLI AVERI; SODDISFAZIONE PER ENTRATA IN VIGORE TRATTATO CONTRO MUNIZIONI A GRAPPOLO

 “La vita dell’uomo non dipende dai suoi averi”, chi è saggio accumuli “ciò che non si corrompe” col tempo: è l’esortazione lanciata da Benedetto XVI, ieri, all’Angelus a Castel Gandolfo, commentando il Vangelo della domenica. “La vita quotidiana ci insegna che tutto passa in questo mondo”: il Papa è partito da questa considerazione concreta per svolgere la sua riflessione, guardando ai santi di cui fa memoria la Chiesa in questi giorni e alla loro radicale scelta di seguire Gesù senza compromessi: sant’Ignazio di Loyola, che “si convertì leggendo la vita di Gesù e dei Santi durante una lunga degenza causata da una ferita subita in battaglia”. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che “ebbe la consapevolezza che Dio vuole tutti santi, ciascuno secondo il proprio stato”. E poi ancora sant’Eusebio, “primo vescovo del Piemonte, strenuo difensore della divinità di Cristo” e infine san Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, che ha guidato con il suo esempio l’Anno Sacerdotale appena concluso, e alla cui intercessione nuovamente ha affidato tutti i Pastori della Chiesa: “Impegno comune di questi Santi – ha detto il Papa – è stato quello di salvare le anime e di servire la Chiesa con i rispettivi carismi, contribuendo a rinnovarla e ad arricchirla. Questi uomini hanno acquistato ‘un cuore saggio’ (Sal 89,12), accumulando ciò che non si corrompe e scartando quanto è irrimediabilmente mutevole nel tempo: il potere, la ricchezza e gli effimeri piaceri. Scegliendo Dio hanno posseduto ogni cosa necessaria, pregustando fin dalla vita terrena l’eternità (cfr Qo, 1-5)”.Commentando il Vangelo della domenica, in cui Gesù mette in guardia dalla brama dei beni terreni con la parabola del ricco stolto, che avendo accumulato grandi ricchezze s’illude persino di poter allontanare la morte, ha affermato: “L’uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall’esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza. L’uomo che confida nel Signore, invece, non teme le avversità della vita, neppure la realtà ineludibile della morte: è l’uomo che ha acquistato ‘un cuore saggio’, come i Santi”.Ha quindi ricordato alcune ricorrenze significative: il Perdono di Assisi, il 2 agosto, la Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore, il 5 agosto, che celebra la Madre di Dio acclamata con questo titolo nel concilio di Efeso del 431, e venerdì prossimo, nell’anniversario della morte di Paolo VI, la festa della Trasfigurazione del Signore. “La data del 6 agosto – ha rilevato – considerata il culmine della luce estiva, fu scelta per significare che lo splendore del Volto di Cristo illumina il mondo intero”.Il Papa, infine, ha espresso il suo “vivo compiacimento” per l’entrata in vigore, ieri, della Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo “che provocano danni inaccettabili ai civili”: “Il mio primo pensiero – ha detto – va alle numerose vittime che hanno sofferto e continuano a soffrire gravi danni fisici e morali, fino alla perdita della vita, a causa di questi insidiosi ordigni, la cui presenza sul terreno spesso ostacola a lungo la ripresa delle attività quotidiane di intere comunità. Con l’entrata in vigore della nuova Convenzione, alla cui adesione esorto tutti gli Stati, la Comunità internazionale ha dimostrato saggezza, lungimiranza e capacità nel perseguire un risultato significativo nel campo del disarmo e del diritto umanitario internazionale. Il mio auspicio e incoraggiamento è che si continui con sempre maggior vigore su questa strada, per la difesa della dignità e della vita umana, per la promozione dello sviluppo umano integrale, per lo stabilimento di un ordine internazionale pacifico e per la realizzazione del bene comune di tutte le persone e di tutti i popoli”. (fonte: Radio Vaticana)