Mondo
Burkina Faso: don Sere (segretario generale Caritas) in visita in Italia
"Vi ringrazio per la vostra sollecitudine" e che "Dio conceda che la pace possa presto tornare"

“Prima di tutto vorrei ringraziare Caritas Italiana per la collaborazione fraterna che esiste tra le nostre due organizzazioni da diversi decenni”. A dirlo è don Constantin Sere, Segretario generale della Caritas del Burkina Faso – l’Ocades, sigla che sta per “organizzazione cattolica per lo sviluppo e la solidarietà” – in visita in questi giorni in Italia e ospite di Caritas Italiana per fare insieme il punto sui progetti comuni. Dal 2019 il Burkina Faso si trova in una situazione sempre più critica per la presenza di gruppi terroristici che insidiano le comunità di frontiera e hanno creato un clima di incertezza tale da provocare milioni di sfollati interni.
“Da allora ogni anno abbiamo dovuto lanciare un appello d’emergenza per venire in aiuto delle persone vulnerabili, soprattutto di coloro che sono fuggiti dai loro villaggi. E ogni anno Caritas Italiana ha fatto la sua parte”, dice don Sere in una intervista a Paolo Valente pubblicata sul sito di Caritas Italiana. Oggi in Burkina Faso – dice don Sere – c’è una situazione di “insicurezza, legata al terrorismo, il che significa che uomini armati vanno nei villaggi e uccidono le persone, o impongono loro di spostarsi”. In questo contesto – spiega il sacerdote – la Chiesa continua a “promuovere la convivenza e la coesione sociale tra le diverse religioni presenti in Burkina Faso”: la Conferenza episcopale del Burkina e Niger, e “anche a livello decentrato nelle parrocchie, continua questo dialogo fraterno con i musulmani, questo dialogo fraterno con i seguaci della religione tradizionale, e questo dialogo fraterno anche con i nostri fratelli e sorelle nella fede, che sono i cristiani di altre chiese. Possiamo dire che è questo sforzo congiunto dei vari leader religiosi del Burkina Faso che ha fatto sì che finora ci sia stata una vera coesistenza pacifica tra le religioni”.
La Chiesa si sta organizzando per “aiutare le persone che sono diventate vulnerabili a causa di questa situazione”. Lo sta facendo attraverso le parrocchie, che sono i primi luoghi di accoglienza . Inoltre si prende cura delle persone più vulnerabili, attraverso organizzazioni – come la Caritas che “vengono in loro aiuto. Almeno per il 60 per cento si tratta di sfollati interni”. La Chiesa, inoltre – ha detto il segretario generale di Caritas Burkina – sta cercando di “andare oltre” il Burkina e di “promuovere la pace e la coesione sociale tra le diverse comunità della nostra subregione” aggiungendo che “progetti necessari e ambiziosi” in questo momento “sono minacciati anche dai tagli agli aiuti internazionali (Usaid) decisi dall’amministrazione americana”. “Vi ringrazio ancora per la vostra sollecitudine”, conclude: . “che Dio conceda che la pace possa presto tornare in Burkina Faso”.