Vita Chiesa

CARD. BERTONE: AI VESCOVI, LA CHIESA NON È UN BLOCCO MONOLITICO

“Sono veramente tante le sfide che dobbiamo affrontare. Per questo, accanto a un’adeguata formazione personale dottrinale e pastorale, si avverte sempre più l’esigenza di una spiritualità profonda”, ma “si sente inoltre la necessità di far crescere la cultura e la spiritualità dell’unità all’interno della Chiesa e di una comunione sempre più solidale tra vescovi”. Lo ha detto questa mattina in Vaticano il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, nell’omelia pronunciata per il convegno dei vescovi ordinati negli ultimi mesi, che il 22 settembre incontreranno Benedetto XVI. Per il segretario di Stato “la Parola di Dio ci invita” proprio a “costruire e alimentare la comunione nella Chiesa”. Commentando un brano della lettera ai Corinzi, il card. Bertone ha evidenziato come Paolo sottolinei che “la varietà dei ministeri e la pluralità dei carismi contribuiscono all’unità della Chiesa. La Chiesa è pertanto non un blocco monolitico, ma un’unità viva capace di armonizzare ed orientare al bene comune ogni funzione, carisma e ministero”. Anche “la bontà del Signore” è stata al centro della riflessione del porporato che, riferendosi alla resurrezione del figlio della vedova di Naim narrato da Luca, ha ammonito: “La Chiesa, ed in primo luogo i Pastori, hanno il compito di suscitare ed educare alla fede, ed allo stesso tempo, hanno la missione di proclamare e testimoniare instancabilmente la gratuità della salvezza”. Di qui l’esortazione ad essere “araldi della salvezza di Cristo, dono che è per tutti”, e testimoni “di una fede intrepida e coraggiosa, capace di aderire a Cristo sino al sacrificio della vita, se necessario” come i santi commemorati oggi, il papa Cornelio e il vescovo Cipriano, “esempi luminosi di fedeltà a Cristo e di amore per la sua Chiesa”. Un pensiero, infine, al card. François-Xavier Van Thuân, del quale oggi ricorre l’anniversario della morte. Del “Servo di Dio, che dopo lunghi anni di prigionia in Vietnam, ha continuato a servire la Chiesa qui, nella Curia Romana”, il segretario di Stato ha rievocato la “bontà umile e gioiosa”, la “preghiera intensa”, e soprattutto l’amore per Cristo “che riusciva a comunicare con semplicità a tutti, specialmente ai giovani”.Sir