Vita Chiesa

CARITAS IN VERITATE: CARD. MARTINO, NON È UN’ENCICLICA FATTA PER LA CRISI

Nella terza enciclica del Papa “c’è una riflessione sulla crisi”, ma la Caritas in veritate “non è un’enciclica fatta per la crisi”. A precisarlo, rispondendo alle domande dei giornalisti, è stato il card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, presentando oggi alla stampa il nuovo documento magisteriale di Benedetto XVI (testo enciclica). Interrogato sulla gestazione dell’enciclica, pronta nel 2007 ma poi, per espresso volere del Santo Padre, rinviata per essere integrata con opportune riflessioni sulla crisi economica e finanziaria in atto, il card. Martino ha spiegato: “Quando la crisi è avvenuta, c’è stato qualche ripensamento e qualche correzione o aggiustamento”. La stampa, ha aggiunto mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e finora segretario del citato dicastero pontificio, “ha seguito con grande interesse le varie fasi di stesura dell’enciclica, qualche volta con descrizioni un po’ fantasiose. In rapporto alle altre encicliche sociali, questa è stata accompagnata da dichiarazioni e articoli, e comunque è stata sempre sotto la lente di ingrandimento dei media”. La “fermata”, ha confermato mons. Crepaldi, “è stata voluta dal Santo Padre per rileggere il testo, con un occhio di riguardo agli eventi connessi alla crisi economico-finanziaria”, ma il testo ha “mantenuto la sua linearità anche nelle sue fasi di elaborazione”. La Caritas in veritate “non chiede un supergoverno”, una sorta di “governo mondiale”, ma “sollecita una riforma dell’Onu” come “autorità politica mondiale”, ha precisato ai giornalisti il card. Renato Raffaele Martino. Per Benedetto XVI, “le attuali organizzazioni dovrebbero avere questa autorità politica mondiale”. Ecco perché la Santa Sede, da tempo, “sollecita una riforma delle Nazioni Unite, ma non dice come va fatta”. “L’Onu – ha spiegato il porporato – contiene oggi delegati di 191 Paesi, mentre quando fu costituito ne conteneva nemmeno la metà. Gli organismi internazionali dovrebbero poter avere un’ autorità politica efficiente per rispondere alle esigenze del mondo”; un invito, questo, già rivolto da Giovanni XXIII nella Pacem in terris. “E’ impensabile chiedere alla Santa Sede una proposta organica e tecnica di riforma dell’Onu”, ha dichiarato mons. mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e finora segretario del citato dicastero pontificio., soffermandosi sulla “continuità” del magistero dei papi, “nell’invocare un’autorità politica mondiale”. Rispetto alla Pacem in terris, ha proseguito, “cambia lo scenario, c’è l’inadeguatezza riconosciuta dalle stesse Nazioni Unite, quindi nasce l’esigenza di adeguare meglio le istituzioni internazionali all’emergere dei problemi e della loro complessità”.Sir