Caritas

Caritas italiana, “a Gaza cessino subito le violenze”

Nella ricorrenza del 7 ottobre appello del Consiglio nazionale: “politica che sostituisce la violenza al diritto, a pagarne le conseguenze persone innocenti, tra cui troppi bambini”

“Per due anni abbiamo seguito con viva preoccupazione e con senso di impotenza gli sviluppi della situazione. A pagare le conseguenze di una politica non più degna di questo nome, perché sostituisce la violenza al diritto, sono stati e sono soprattutto persone innocenti, tra queste molti, troppi bambini”. Lo afferma oggi Caritas italiana, unendosi all’appello dei vescovi italiani nel chiedere “con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi”, che “si rispetti il diritto umanitario internazionale, ponendo fine all’esilio forzato della popolazione palestinese”, che si lavori nella “prospettiva di ‘due popoli, due Stati’”, sollecitando “il governo italiano e le istituzioni europee a fare tutto il possibile perché terminino le ostilità in corso”.

Il Consiglio nazionale di Caritas italiana – riunito oggi a Roma nella ricorrenza del 7 ottobre, ossia “dei tragici eventi che hanno contribuito a condurre, in Terra Santa, a una situazione disastrosa, le cui vie d’uscita appaiono ancora troppo flebili” – si sofferma in una nota sulla situazione nella Striscia di Gaza dove la popolazione è “aggredita dall’offensiva dell’esercito israeliano e pressata da Hamas” (Nota: Sia pace in Terra Santa, SPTS, 24.9.2025).
Caritas italiana mette in evidenza, “non solo in Terra Santa, la debolezza di istituzioni internazionali e multilaterali come le Nazioni Unite”  ma anche “segni di speranza nelle iniziative che chiedono e costruiscono la pace, che interrogano i governi in merito al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”, come i progetti realizzati con Caritas Gerusalemme. In sintonia con Papa Leone XIV, la Cei e Caritas internationalis auspicano un ruolo attivo dell’Unione europea come “maestra di pace” e delle Nazioni Unite “come luogo di prevenzione e soluzione pacifica dei conflitti”.

Caritas italiana ribadisce inoltre “la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, dell’accesso umanitario illimitato per porre fine alla fame e fornire assistenza, del dispiegamento di una forza di pace delle Nazioni Unite per proteggere i civili, della protezione di tutti i civili, in particolare bambini, donne e anziani, del riconoscimento delle responsabilità dinanzi ai tribunali nazionali e internazionali”. Si impegna inoltre a riaffermare “la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro come metodo e stile di fraternità, coinvolgendo tutti, a partire dai responsabili dei popoli e delle nazioni, perché favoriscano soluzioni capaci di garantire sicurezza e dignità per tutti”, “a prevenire nel nostro Paese ogni forma di antisemitismo e di islamofobia, a rigettare gli egoismi nazionali che allontanano in modo irreparabile dalla prospettiva del bene comune e della “casa comune”, a “sostenere chiunque si impegni in processi di riconciliazione, a fare di ogni parrocchia e comunità una casa di pace e di nonviolenza”.