Toscana

CASE POPOLARI, BLOCCO DI SEI MESI ALLE VENDITE DA PARTE DELLA REGIONE

Il blocco delle vendite di oltre 17 mila case popolari, che dovevano essere alienate come previsto dal piano di vendita, è solo temporaneo. Lo ha affermato questa mattina in aula l’assessore regionale alla casa Eugenio Baronti, rispondendo in aula a un’interrogazione presentata dai consiglieri di Fi-Pdl Maurizio Dinelli e Paolo Marcheschi. I due avevano interrogato la Giunta per conoscere le motivazioni che determinano il blocco della vendita degli alloggi in questione e quanti e quali provvedimenti intenda adottare la Giunta per evitare che vi siano altre occupazioni abusive delle case popolari. Riguardo alle occupazioni Baronti ha precisato che quelle di alloggi di edilizia popolare sono rarissime, mentre in provincia di Firenze circa 1800 persone occupano edifici pubblici dismessi. Quanto al blocco, Baronti ha spiegato che il Consiglio regionale ha chiesto una rendicontazione sulle vendite effettuate, sui reinvestimenti e sulle modulazioni del piano di cessione, ma che solo due gestori su undici in Toscana hanno fatto pervenire i dati richiesti. “A questo punto ci è sembrata una scelta di buona amministrazione – ha detto Baronti – , dopo quindici anni di vendite, fermare tutto per sei mesi per riuscire ad avere un quadro chiaro della situazione”. L’assessore ha poi aggiunto che l’Italia, che ha disponibile solo il 20% del patrimonio residenziale pubblico per l’affitto, è un’anomalia rispetto all’Europa. “Le nuove esigenze del mercato del lavoro, che prevedono spesso trasferimenti – ha spiegato – ci chiedono di adeguarci al resto dei paesi europei e di offrire un numero più alto di affitti. In cantiere c’è la nuova legge regionale sulla casa, che dovrà affrontare tutte queste criticità”. All’interrogazione era collegata una mozione presentata dal consigliere Marco Cellai (An), un cui si chiedeva alla Giunta di non dare seguito all’ipotesi di blocco della vendita di alloggi popolari, di non dare corso alla sospensione dei procedimenti in atto inerenti la vendita degli immobili Er, di attivarsi ai fini di una rapida conclusione delle operazioni di rendicontazione e collegati. Secondo Marco Carraresi (Udc) la possibilità di vendere agli alloggi popolari agli affittuari per reinvestire i soldi in altri alloggi è un percorso virtuoso, per cui è necessario avere ben chiari i piani di reinvestimento. “In questi anni non c’è stato il coordinamento e la comunicazione necessari tra gestori, Comuni e Regione – ha detto Carraresi -. Per questo possiamo accettare un blocco di pochi mesi, purchè sia funzionale e limitato nel tempo e non sia una scusa per fare melina”. Maurizio Dinelli (Fi-Pdl) si è detto insoddisfatto della risposta dell’assessore Baronti, perchè “evidentemente c’è un problema strutturale nell’impostazione, nel controllo e nella gestione predisposti da questa legge regionale”. Fabrizio Mattei (Pd) ha invece affermato che l’intervento di Baronti è chiarificatore dei motivi del blocco e ha fugato ogni preoccupazione in questo senso. “E’ evidente che c’è bisogno di fare il punto della situazione – ha detto Mattei – e di rilanciare l’edilizia economica e popolare con una nuova legge che tenga conto delle nuove esigenze di mercato”. Anche secondo Monica Sgherri (Rc-Se) c’è la necessità di fare seriamente il punto sull’edilizia economica e popolare: dunque non c’è alcun blocco definitivo delle vendite, ma solo un fermo temporaneo che non lede i diritti individuali. La mozione di Cellai è di conseguenza da respingere, mentre è opportuno un appello al Consiglio regionale affinchè la nuova legge sia approvata rapidamente. (cem)