Vita Chiesa

CCEE: INDAGINE EUROPEA SU RAPPORTO CHIESA/STATO, UN RUOLO DI TUTTO RILIEVO

(Parigi) – “In linea di massima” e “sia pure in varie forme e con diverse fortune”, le Conferenze episcopali svolgono in Europa “un ruolo di tutto rilievo” nei rapporti con gli Stati. Questa, in estrema sintesi, la conclusione che si deduce da un’indagine europea sul rapporto “Chiesa e Stato” commissionata a 20 anni dalla caduta del muro di Berlino dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e presentata in anteprima questa mattina ai giornalisti a margine dell’assemblea plenaria del Ccee che si aprirà questo pomeriggio a Parigi, alla presenza dei presidenti delle 33 Conferenze episcopali d’Europa. L’indagine fa il punto sulle diverse modalità di riconoscimento giuridico che la Chiesa gode nei diversi Paesi europei e conclude che “anche là dove la Chiesa è riconosciuta, non sempre lo status che le viene attribuito è adeguato alla sua effettiva natura e a tutte le esigenze che ne derivano”. L’indagine ha poi analizzato i diversi sistemi di finanziamento attivati dalle Chiese in Europa: si va dalla “tassa ecclesiastica” attivata in alcuni Paesi (come in Germania e nella maggior parte dei cantoni svizzeri), al versamento da parte dello Stato di somme più o meno consistenti (come in Croazia e in Slovacchia). Con l’Italia, anche Spagna, Ungheria e Lituania adottano il sistema che riconosce ai contribuenti la facoltà di destinare alla Chiesa una dell’imposta sul reddito dovuta allo Stato. L’indagine ha anche analizzato il grado di apprezzamento che si registra nei diversi Paesi europei relativi agli interventi della Chiesa su materie “socialmente rilevanti”. Le risposte sono variegate. Dal complesso – si legge nell’indagine – si può dedurre che in alcuni Paesi questi interventi “vengono apprezzati o comunque tenuti in considerazione, come in Germania, Francia, Lituania, ma anche in Albania e Grecia. In altri Stati, invece, non ottengono alcuna attenzione, (Bosnia e Slovenia), oppure, e soprattutto quando contrastino con la mentalità dominante, suscitano decisa ostilità, come rilevano i vescovi austriaci e cechi, e talvolta sono persino ridicolizzati nei mass media, come lamentano i vescovi svizzeri”. Gli episcopati dell’Inghilterra, della Moldavia, della Polonia, del Portogallo rilevano una distinzione: “mentre le dichiarazioni in tema di sessualità, famiglia, bioetica, quando non vengono del tutto ignorate, suscitano reazioni negative, quelle riguardanti problemi sociali come i diritti umani, la solidarietà, lo sviluppo, sono apprezzate e valorizzate. Accade persino che, quanti sono del tutto contrari alle prime considerandole un’indebita ingerenza, vorrebbero un maggior impegno della Chiesa nelle seconde. Questa è, per diretta conoscenza, la situazione italiana”.Sir