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Ccee: vescovi preparano un messaggio all’Europa. Oggi incontro con presidente palestinese Abbas

(dall’inviato Sir a Gerusalemme) - È fitto anche il programma della quinta giornata dell’assemblea plenaria dei vescovi europei (Ccee) che si tiene quest’anno in Terra Santa. I lavori prevedono un ulteriore momento di confronto sulla situazione dei cristiani in Terra Santa - ve ne sono stati diversi nei giorni scorsi - da parte dell’assemblea degli Ordinari cattolici della Terra Santa (Acohl); è quindi attesa l’approvazione di un messaggio che l’episcopato europeo rivolgerà alle Chiese in Europa e che sarà diffuso domani.

In mattinata una delegazione di vescovi si recherà a Ramallah per incontrare il Presidente della Palestina, Mahmoud Abbas (domani invece avverrà il rendez-vous dei componenti del Ccee con il Presidente d’Israele, Reuven Rivlin). Nel pomeriggio il trasferimento da Gerusalemme a Betlemme, dove i presidenti delle Conferenze episcopali visiteranno in gruppo alcune opere caritative gestite da diverse comunità religiose e organismi ecclesiali. La giornata si concluderà con un incontro con i consacrati e la celebrazione dell’Eucarestia nella chiesa di Santa Caterina, presieduta dal patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, e trasmessa in streaming dal Christian Media Center.

Nella sessione di ieri i vescovi si sono confrontati sulla situazione di alcune realtà ecclesiali nazionali, presieduti dal cardinale Willem Jacobus Eijk, presidente della Conferenza episcopale dei Paesi Bassi. «Famiglia e migrazioni sono stati ancora i temi predominanti della sessione», riferisce l’ufficio stampa Ccee, «ma sono anche apparse sfide legate ai temi di bioetica (suicidio assistito, diagnosi pre-impianto) di cui i presuli europei denunciano una deriva legislativa e un dibattito mediatico a volte troppo acceso che spesso riduce l’annuncio evangelico della Chiesa a una mera posizione morale».

Si è inoltre discusso della pace «in quelle regioni di conflitti che causano l’ondata migratoria che attualmente l’Europa deve fronteggiare. Solo un impegno degli Stati – anche di quelli europei – per una pace duratura in quelle zone di conflitto potrà ridurre il flusso di migranti», hanno affermato diversi prelati. Nella nota del Ccee si legge ancora: «Nonostante l’immensa attività della chiesa a favore dei rifugiati iracheni in Giordania, la loro situazione resta preoccupante specialmente perché non si intravede all’orizzonte una soluzione al loro problema».