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«C’è il Papa». La visita a sorpresa ai Passionisti dell’Argentario

di Antonella Monti

Oggi, 24 marzo 2006, il cielo è plumbeo sull’Argentario e una pioggerellina sottile costringe al tergicristallo gli automobilisti. Inerpicarsi sul Monte fino al bianco Convento dei Passionisti è meno bello con la pioggia e le curve si susseguono indolenti e grige senza lasciare spazio alla meraviglia del panorama sottostante che spazia dai forti di Porto Ercole alla laguna di Orbetello fino a Talamone e ai Monti dell’Uccellina. Il piazzale del Convento è deserto e grigio come tutto il resto e il silenzio regna sovrano ovunque. Mentre mi avvicino al campanello per annunciarmi al rettore padre Fiorenzo, penso a quel giorno di dicembre di sei anni fa e al Santo Padre arrivato di sorpresa proprio qui, nel silenzio di questi luoghi di preghiera tanto cari al suo cuore, dove nessuno lo attendeva. «Era il 12 dicembre del 2000 – ricorda padre Fiorenzo – e contrariamente al solito nel convento c’era gente o meglio, proprio quel giorno vi era stata organizzata un’assemblea provinciale dei passionisti della Toscana e del Lazio e stavamo dibattendo sui vari temi all’ordine del giorno. Eravamo una trentina di passionisti. Dopo un paio di ore di lavoro ci concedemmo un break e alcuni, me compreso, scesero nel refettorio mentre un altro paio uscirono fuori. nel piazzale a prendersi una boccata d’aria. Erano circa le 17,30 e davanti al convento c’era già un monovolume dai vetri ambrati e altre due auto targate Corpo Diplomatico e non Città del Vaticano e i due passionisti non ci fecero caso ma fu chiesto loro di chiamare il Superiore perché in chiesa c’era il Papa. Arrivarono da me di corsa e io incredulo me lo feci ripetere tre volte perché pensavo ad uno scherzo: poi mi allarmai e corsi fuori con altri passionisti e quelli rimasti dentro non hanno potuto neppure accedere alla chiesa perché tutte le uscite e le entrate erano state bloccate dalla sicurezza. Feci appena in tempo a telefonare ad alcune signore che lavoravano al convento certo di far loro piacere e entrai emozionantissimo in chiesa dove il Papa era entrato trovandola aperta (in attesa della funzione delle 18,30). Appena varcata la soglia mi resi conto che la notizia era vera e davvero il Santo Padre era lì, inginocchiato al primo banco e guardava l’immagine della Madonna sull’altare sorreggendosi il volto con un braccio. Noi, ci siamo inginocchiati dietro di lui e dopo un po’, il segretario Stanislao Dziwisz (che proprio oggi, 24 marzo 2006, è stato nominato cardinale) ha intonato un’antifona in latino e noi abbiamo cantato con lui alla Madonna. Terminato il canto, si è rivolto a noi dicendo che il Papa era a disposizione per salutare i presenti. Con grande emozione lo abbiamo raggiunto davanti all’altare e lui, con grande pazienza si è prestato alle foto. A me come Superiore è toccata la destra del Pontefice e fu lo stesso segretario a indirizzarmi. Mentre in chiesa succedeva tutto ciò, nel piazzale erano in attesa le donne che avevo avvertito e quando Sua Santità è uscito lo hanno avvicinato e una, Enrica, lo ha abbracciato e il Pontefice non si è sottratto con la grande umanità che ha sempre contraddistinto la sua vita. Nel breve tragitto dalla chiesa all’automobile ha scambiato alcune frasi con il nostro Padre Generale dicendo che al Monte Argentario c’era stato da cardinale e vi aveva fatto il suo giubileo personale. Pensava anche di trovare presso il Convento il corpo di San Paolo della Croce a cui era molto devoto. Chiesi a mia volta a Giovanni Paolo II se desiderava una bevanda calda ma lui sorridendo rifiutò così lo accompagnai all’auto e con il cuore in tumulto gli chiesi di tornare e lui con quella voce già fioca che evidenziava la sua stanchezza mi rispose: “Non è detto… mi scriva”. E io l’ho fatto, ringraziandolo per la gioia che aveva portato al nostro Convento. E incredibilmente arrivò la sua risposta dalla segreteria di Stato attraverso monsignor Sandri. Ricordo con commozione quelle parole di una grande delicatezza e nella lettera ci ringraziò per la casa di formazione dei giovani che benediceva». La visita a sorpresa durò una quarantina di minuti. «Il giorno dopo non vi dico la confusione – racconta ancora padre Fiorenzo –. Tutti volevano sapere, mass media e fedeli locali, così mi giunse anche la notizia che sempre quel 12 dicembre, prima di arrivare da noi, il Papa era stato visto passeggiare, sempre accompagnato dal segretario don Stanislao e da un altro sacerdote e seguito dalle quattro guardie del corpo, per un’altra stradina del Monte e mi dissero anche che si era recato a visitare un suo amico, un anziano industriale polacco che abitava all’Argentario. Non ho mai potuto accertare se questi fatti erano realtà o fantasia; mi fu anche riferito che la gente notò quello che sembrava il Papa passeggiare curvo per l’Argentario ma non ci fece caso più di tanto perché pensava si trattasse dell’ennesimo film considerando che qui imbattersi in cast cinematografici è quasi all’ordine del giorno. Penso che al nostro Convento, la confusione di quei giorni successivi alla visita del Santo Padre non si sia mai vista. Venne la Rai e Mediaset e poi giornalisti di tantissime testate e pensi fecero anche raccontare più volte l’aneddoto di quei due novizi che, proprio quel giorno, si trovavano in chiesa per allestire il presepe: erano in una navata laterale alla porta d’ingresso e l’uno era di fronte all’altro e nascosti alla vista di chi entrava dalla porta aperta. Quando entrò il Papa e si diresse lentamente verso l’altare, quello che non era di spalle all’entrata sgranò gli occhi per lo stupore e disse con un filo di voce:“È passato il Papa”. E l’altro, senza voltarsi e senza pensarci neppure un attimo si mise a ridere e lo mandò a quel paese».