Vita Chiesa
Charles de Foucauld, il fratello degli ultimi

Dio viene a cercarlo nella solitudine del deserto, nella piena nudità, è un incontro solitario, senza l’aiuto di una tradizione religiosa, solo, nella landa della disperazione e della noia. È nella nudità del deserto che matura la sua vocazione: come i suoi fratelli nello spirito, Francesco d’Assisi e Teresa di Lisieux, frère Charles cerca e comunica Dio non tanto con le opere quanto attraverso i gesti, il dominio di sé e l’amore universale.
Charles scopre la Chiesa da Cristo, non Cristo dal contesto della Chiesa, per questo tutto in lui è eternamente antico e eternamente nuovo: in lui non c’è alcuna curiosità né gusto del nuovo; semplicemente, vivendoli, ridona ai valori evangelici un vigore, un sapore, uno stile.
La sua trasparenza è nel suo modo di trasmettere il Vangelo, non con le parole ma con la vita. L’ambiente musulmano in cui Charles vive non poteva accettare altra presenza del cristianesimo se non quella silenziosa. Charles si sforza di apprendere il linguaggio dei Tuareg, di diventare uno di loro. Non predica loro il Vangelo, sapendo che prima va dissodato il terreno. Prima di organizzare, prima di predicare, prima di tutto, dice, occorre mettere una fraternità tra la gente.
In questo tempo di post-modernità che non è altro che la modernità delusa di se stessa, in questo tempo di crisi della società, della politica e del cristianesimo la figura di Charles diventa sfida, futuro, speranza a partire dal suo vivere giorno per giorno, rispondendo con responsabilità personale e storica all’impegno quotidiano.
Il senso del cristianesimo non è il conoscere risposte ultime, è il ricevere Dio e l’uomo in silenzio e adorazione come il mistero incomprensibile, e accettare questo mistero come inizio e fine della sua speranza. Il messaggio di Charles De Foucauld raccolto da Renè Voillaume e Magdaleine de Jesus continua a sfornare piccole comunità che vivono con il suo stile. Poche parole bastano a descriverlo: «In silenzio, di nascosto, come a Nazareth, nell’oscurità come lui, passare sconosciuto sulla terra, come viaggiatore nella notte, poveramente, umilmente, lavorando, facendo del bene come lui, disarmato e nudo davanti alla vita come Lui».
I Piccoli Fratelli vivono in fraternità di tre o quattro persone, caratterizzate dalla semplicità, basate sulla preghiera, la comunione fraterna e la condivisione con i poveri. In Umbria è nata anche la Comunità dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas che ha sedi a Foligno, a Roma e a Sant’Angelo dei Lombardi. In Italia sono presenti anche la Fraternità sacerdotale Jesus Caritas, che riunisce preti diocesani legati al carisma di Charles de Foucauld, e la Fraternità Secolare Charles de Foucauld che riunisce laici, uomini e donne.
In Toscana non ci sono case delle comunità religiose ispirate a Charles de Foucauld: la presenza dei Piccoli Fratelli è legata soprattutto al nome di padre Arturo Paoli, sacerdote lucchese che nel dopoguerra, inviato come cappellano sulle navi degli emigranti, incontrò sulla rotta Genova-Buenos Aires un Piccolo Fratello di Charles De Foucauld. In poco tempo maturò la decisione di scegliere la stessa strada: «Mi convinse il loro stare in mezzo ai poveri. Io ho sempre sentito che la Chiesa doveva stare con i poveri. In casa mia io non ho sofferto la povertà però ho capito che la scelta di Gesù è una scelta dei poveri e che bisogna essere poveri per stare dietro a lui». Oggi padre Arturo, 93 anni, divide la sua vita tra l’Italia e il Sudamerica, dove è stato missionario per cinquant’anni.
Gli scritti spirituali di Charles de Foucauld vogliono far scoprire a tutti il rapporto intimo di fede con Cristo; una fede che non può essere alimentata solo dal soffio del momento, ma deve trovare nelle verità cristiane conosciute e indagate la roccia forte e sicura. «La fede è ciò che ci fa credere dal profondo dell’anima tutti i dogmi della religione, tutte le verità che la religione c’insegna, per conseguenza il contenuto della Sacra Scrittura, e tutti gli insegnamenti del Vangelo: in una parola, tutto ciò che ci vien proposto dalla Chiesa…».
I suoi innumerevoli scritti ci riferiscono il suo pensiero e la sua spiritualità: «Qualunque possa essere la mia tristezza, quando mi metto ai piedi dell’altare e dico a Nostro Signore Gesù: Signore, Tu sei infinitamente felice e nulla ti manca, non posso fare a meno di aggiungere: Allora, anch’io son felice e niente mi manca. La tua felicità mi basta. È la verità, deve essere così, se amiamo Nostro Signore».
Questa domenica in San Pietro, con Charles de Foucauld, saranno beatificate anche suor Maria Pia Mastena e suor Maria Crocifissa Curcio.