Vita Chiesa
«Chi non ama il fratello che vede…»
Non è un caso che Dio ci abbia salvato non con gesti di potenza, ma con gesti di amore e misericordia: sapeva che solo l’amore è capace di toccare i nostri cuori, sa curare le ferite più intime e profonde. Facciamo esperienza, a volte, della nostra sensibilità e generosità nei confronti di chi soffre indigenza, guerra, fame. Altre volte, però, ci scopriamo, poi, incapaci di accogliere e perdonare noi stessi e chi vive al nostro fianco.
«Chi non ama il fratello che vede, non può amare Dio che non vede»: è impossibile essere innamorati di Dio, se non ci si lascia innamorare dell’uomo. E l’amore per l’uomo non può essere libero e duraturo, se non pone le fondamenta nell’esperienza dell’amore di Dio. Come posso dire di amare i barboni, i poveri di un Paese lontano, i carcerati, se coloro che Dio ha voluto nella mia famiglia, nella mia storia, mi lasciano indifferente, e non ho per loro concreti gesti di attenzione? È vero che è difficile amare; è vero che è rischioso amare; è vero che, amando, si compiono anche molti errori: ma evitare questo rischio significa escludersi dall’amore divino che è incredibilmente personale, attento alla particolarità di ognuno, tanto che ognuno chiama per nome.
Gesù dimostrò il suo amore per tutti amando in particolare le persone che incontrò. Di loro il vangelo ci riferisce i nomi (Marta, Maria, Lazzaro, Pietro, Giovanni ), la storia, l’incontro con il Signore. Ci restano i loro gesti di familiarità e amicizia, la tenerezza di Maria, il pianto di Gesù, la loro gioia di vivere una giornata insieme. Gesù ha amato quei volti concreti, quelle storie, quelle ferite, permettendo al suo cuore di affezionarsi, di desiderare di incontrarli, di soffrire e gioire con e per loro. Certo, può essere difficile amare senza possedere, ma se non si accetta questa sfida, sarà difficile che riusciamo ad avere quell’amore universale cui Cristo ci chiama. Non siamo persone libere se non sperimentiamo dei legami. Forse, siamo persone che hanno paura di lasciarsi coinvolgere come fece Gesù, in pienezza.