Prato

Chiesanuova piange il suo sacrestano

Chiesanuova piange la scomparsa di Mario Leporatti, sacrestano della parrocchia da circa vent’anni. L’uomo, 73 anni, stava percorrendo in bicicletta via Montalese quando, all’altezza del bar Ariston, è stato investito da un’auto. È accaduto mercoledì 23 luglio, intorno alle 17. Mario stava andando all’ambulatorio del medico di famiglia; l’impatto è stato violento, le sue condizioni sono apparse subito gravissime. I soccorsi non appena arrivati sul posto hanno richiesto l’invio dell’elisoccorso che è stato fatto atterrare in via Liliana Rossi. Purtroppo non c’è stato nulla da fare e Leporatti è deceduto poche ore dopo all’ospedale di Careggi. La dinamica non è chiara, ma dai primi elementi pare che il sacrestano procedesse contromano, in sella alla sua inseparabile bicicletta. Poco dopo il bar, la strada curva bruscamente, in un tratto da sempre un po’ pericoloso per bici e pedoni. La macchina che lo ha investito, una Renault Clio guidata da un venticinquenne del quartiere, non è riuscita a evitarlo e lo ha colpito in pieno in modo violentissimo.Sconcerto e dolore si sono diffusi in tutta la comunità di Chiesanuova dove l’uomo era conosciutissimo, proprio per l’incarico di sacrestano.«Lo conoscevo fin da quando ero bambino», dice il parroco don Serafino Romeo, originario proprio di Santa Maria dell’Umiltà, che al momento dell’incidente si trovava negli Stati Uniti e non appena appresa la notizia ha deciso di rientrare immediatamente a Prato. «Era conosciuto anche come il “ritrattaio” perché fin dagli anni ’80 scattava foto durante le celebrazioni liturgiche in occasione di battesimi, comunioni e cresime. Poi – continua il sacerdote – è diventato sacrestano a metà anni Novanta in sostituzione di Elio Bianchi, altra figura storica della parrocchia». Disponibile, generoso e allegro, queste le tre doti che tutti nel quartiere riconoscono a Leporatti. «L’ho detto anche alla prima messa domenicale dopo la sua morte – aggiunge don Serafino – un sacrestano si può sostituire, Mario però era speciale, era un uomo che portava allegria in ogni posto dove andava, sapeva trovare al lato buffo delle cose e cercava sempre il lato positivo di ogni situazione, anche le più complicate». Leporatti lascia la moglie, due figli e tre nipoti. Il diacono Raffaele Lacerenza lo ricorda come «il factotum della parrocchia, un punto di riferimento per l’intero quartiere da generazioni. Non era soltanto il sacrestano da vent’anni, – racconta il diacono – Mario era uno dei parrocchiani più impegnati, dai piccoli servizi di ogni giorno fino alla visita alle famiglie e ai malati, sempre in sella alla sua bicicletta». Ha collaborato da vicino con tutti i parroci che si sono avvicendati: don Silvano Vannucchi, don Marco Natali, don Rodolfo Melani, don Marco Pratesi, don Pierluigi Milesi, fino all’attuale don Serafino Romeo. Era ministro straordinario dell’Eucarestia e ogni domenica portava la comunione a dieci malati. Ma, come ha detto Lacerenza, era una persona davvero disponibilie, tanto che si recava spesso a casa dei parrocchiani non solo per portare la comunione, ma anche per fare le iniezioni. Lutto anche al Circolo Acli e alla Confraternita della Misericordia, ambienti che Lepratti frequentava da sempre.I funerali si sono svolti martedì 29 luglio, alle 17, nella chiesa di Santa Maria dell’Umiltà. Il vescovo Agostinelli ha inviato alla vedova una lettera nella quale esprime la propria vicinanza a tutta la famiglia.